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PD: Codega, scuola, in FVG 1000 docenti in meno in due anni

13.09.2010
17:07
(ACON) Trieste, 13 set - COM/DT - In Friuli Venezia Giulia la scuola è iniziata ma i problemi rimangono. Anzi sono aumentati, secondo il consigliere regionale del PD Franco Codega.

"L'Ufficio scolastico ha fornito alla stampa i dati relativi alla nostro sistema scolastico, e tutto sembra a posto - afferma. La direttrice Daniela Beltrame ha fatto senz'altro il possibile per arginare le criticità del sistema che, suo malgrado, si è trovata a gestire. Ma queste restano: come il problema dei precari.

"Sono 328 i posti di insegnamento tagliati rispetto allo scorso anno, e non serve a nulla dire che vengono compensati dai 352 pensionamenti: negli anni passati - ricorda l'esponente di opposizione - c'erano sempre 300, 400 pensionamenti all'anno che servivano a fare entrare altrettanti docenti che aspettavano da tempo nelle apposite graduatorie permanenti. Da due anni questo non avviene più: i posti resisi disponibili dai pensionamenti vengono mangiati dai tagli. E così, circa mille docenti che erano in procinto di entrare in servizio sono rimasti invece tagliati fuori. La stessa cosa è avvenuta, con numeri minori, per il personale ATA. E i posti tagliati diventano 1500.

"Nel momento della più grave crisi economica - sottolinea Codega - lo Stato attua il più massiccio taglio di posti di lavoro. Certo, alle superiori è partita la riforma tanto sostenuta dal ministro Gelmini, molti tagli di ore di lezione, ma nessun rinnovamento didattico e metodologico che era ed è la principale richiesta che ci giunge dall'Europa: che fine hanno fatto le raccomandazioni del Consiglio europeo del 2006? Che fine hanno fatto le competenze chiave richieste dall'UE? Dove sono gli investimenti in termini di attrezzature didattiche? Nulla di tutto questo.

"La scuola è stata vista solo come un capitolo di spesa esorbitante dove bisognava intervenire per fare economie. Nulla di più falso - spiega ancora il consigliere del PD: è vero che abbiamo un numero maggiore di insegnanti in rapporto agli alunni, ma è anche vero che sono pagati di meno. Di fatto, come rileva il rapporto OCSE presentato in questi giorni a Parigi, l'Italia spendeva per la scuola, già negli anni 2007-08, meno degli altri Stati europei (4,5% del PIL contro il 5,7% medio degli altri).

"Bisognava investire massicciamente nella scuola per stare al passo dell'Europa, non tagliare ulteriori risorse. La scuola riparte - conclude Codega - ma è già bocciata dall'OCSE".