PD: Codega, scuola, in FVG 1000 docenti in meno in due anni
(ACON) Trieste, 13 set - COM/DT - In Friuli Venezia Giulia la
scuola è iniziata ma i problemi rimangono. Anzi sono aumentati,
secondo il consigliere regionale del PD Franco Codega.
"L'Ufficio scolastico ha fornito alla stampa i dati relativi alla
nostro sistema scolastico, e tutto sembra a posto - afferma. La
direttrice Daniela Beltrame ha fatto senz'altro il possibile per
arginare le criticità del sistema che, suo malgrado, si è trovata
a gestire. Ma queste restano: come il problema dei precari.
"Sono 328 i posti di insegnamento tagliati rispetto allo scorso
anno, e non serve a nulla dire che vengono compensati dai 352
pensionamenti: negli anni passati - ricorda l'esponente di
opposizione - c'erano sempre 300, 400 pensionamenti all'anno che
servivano a fare entrare altrettanti docenti che aspettavano da
tempo nelle apposite graduatorie permanenti. Da due anni questo
non avviene più: i posti resisi disponibili dai pensionamenti
vengono mangiati dai tagli. E così, circa mille docenti che erano
in procinto di entrare in servizio sono rimasti invece tagliati
fuori. La stessa cosa è avvenuta, con numeri minori, per il
personale ATA. E i posti tagliati diventano 1500.
"Nel momento della più grave crisi economica - sottolinea Codega
- lo Stato attua il più massiccio taglio di posti di lavoro.
Certo, alle superiori è partita la riforma tanto sostenuta dal
ministro Gelmini, molti tagli di ore di lezione, ma nessun
rinnovamento didattico e metodologico che era ed è la principale
richiesta che ci giunge dall'Europa: che fine hanno fatto le
raccomandazioni del Consiglio europeo del 2006? Che fine hanno
fatto le competenze chiave richieste dall'UE? Dove sono gli
investimenti in termini di attrezzature didattiche? Nulla di
tutto questo.
"La scuola è stata vista solo come un capitolo di spesa
esorbitante dove bisognava intervenire per fare economie. Nulla
di più falso - spiega ancora il consigliere del PD: è vero che
abbiamo un numero maggiore di insegnanti in rapporto agli alunni,
ma è anche vero che sono pagati di meno. Di fatto, come rileva il
rapporto OCSE presentato in questi giorni a Parigi, l'Italia
spendeva per la scuola, già negli anni 2007-08, meno degli altri
Stati europei (4,5% del PIL contro il 5,7% medio degli altri).
"Bisognava investire massicciamente nella scuola per stare al
passo dell'Europa, non tagliare ulteriori risorse. La scuola
riparte - conclude Codega - ma è già bocciata dall'OCSE".