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CRPO: lettera a ministro Carfagna contro cultura apparenza

15.09.2010
12:52
(ACON) Trieste, 15 set - COM/ET - "La Commissione pari opportunità della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia esprime la più viva preoccupazione per il degrado culturale cui da tempo è ridotta la figura femminile in Italia. Trasmissioni televisive, spot commerciali, prodotti cinematografici, eventi mediatici, fino alla recente visita di un capo di Stato estero, e la consegna di un premio letterario, stanno proponendo un'immagine di donna limitata alla sola dimensione del corpo, per di più di solo bel corpo disponibile".

Questo l'incipit della lettera inviata dalla Commissione pari opportunità del Friuli Venezia Giulia al ministro Mara Carfagna, lettera con la quale la Commissione chiede un'incisiva azione di contrasto all'avanzata della cultura della sola apparenza.

"La dignità della persona femminile - continua la missiva - viene svilita e oltraggiata da uno stillicidio quotidiano di comportamenti macisti che la appiattiscono la donna a puro oggetto di piacere e di consumo, imponendole quale unica forma imperativa di comunicazione la seduzione. Al corpo delle donne si richiedono attrattività, perfezione, eterna giovinezza e poco sembrano importare qualità che invece si riconoscono doverosamente agli uomini, come intelligenza, impegno e merito.

"Anche se molte donne purtroppo si identificano in questo modello edonistico, (e sarebbe interessante studiarne le motivazioni), restiamo convinte - spiegano le componenti della Commissione - che il lungo percorso di affermazione della piena cittadinanza femminile in Italia sia lungi dall'essere concluso e abbia bisogno di continui richiami a una crescita culturale del Paese.

"Abbiamo sempre sostenuto la necessità di un rinnovamento culturale quale fondamento imprescindibile per consolidare l'uguaglianza sostanziale tra uomini e donne, al di là delle conquiste giuridiche, (leggi, tutele, forme di sostegno) realizzate in questi decenni. Oggi decine di esempi quotidiani di svalorizzazione delle donne, se non di discriminazione strisciante, stanno mettendo in discussione quel percorso e, di fatto, concorrono a vanificare i passi di civiltà compiuti finora dal nostro Paese.

"Ciò che ci amareggia è il silenzio delle istituzioni: perché se l'ossessione per la perfezione estetica può essere comprensibile a livello di opzioni individuali, essa diventa problema politico quando le pubbliche istituzioni se ne disinteressano, non intervenendo nemmeno per dissociarsi da assurde argomentazioni circa la libera scelta, quando il modello è unico, o per stigmatizzare attentati alla dignità personale.

"Crediamo che gli atteggiamenti segnalati, il cui elenco sarebbe lungo produrre, costituiscano delle rilevanti concause di tutte le forme di violenza che le donne subiscono in Italia. Nasce da lì - sostiene la Commissione - dalla svalorizzazione della figura femminile, la strada che porta alla sopraffazione fisica e psicologica di tante nostre concittadine.

"Pensiamo poi alle generazioni di giovani donne, della cui formazione siamo sicuramente responsabili e alle quali non possiamo lasciare in eredità un serio patrimonio di grandi conquiste, senza avvertirle circa la necessità di una continua vigilanza per non perderle o per non vederle erose da un clima culturale decadente.

"Le chiediamo pertanto - si chiude la lettera della Commissione al ministro per le Pari Opportunità - di intervenire, in tutte le forme che riterrà più efficaci, per contrastare l'avanzata e il consolidamento di questa cultura dell'apparenza e dell'edonismo che sta compromettendo il lavoro di tante donne, di tante associazioni femminili, sindacati, commissioni, comitati e persone di buona volontà, uomini e donne, convinti invece del valore e della ricchezza personale di ogni cittadino o cittadina."