CRPO: lettera a ministro Carfagna contro cultura apparenza
(ACON) Trieste, 15 set - COM/ET - "La Commissione pari
opportunità della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia esprime
la più viva preoccupazione per il degrado culturale cui da tempo
è ridotta la figura femminile in Italia. Trasmissioni televisive,
spot commerciali, prodotti cinematografici, eventi mediatici,
fino alla recente visita di un capo di Stato estero, e la
consegna di un premio letterario, stanno proponendo un'immagine
di donna limitata alla sola dimensione del corpo, per di più di
solo bel corpo disponibile".
Questo l'incipit della lettera inviata dalla Commissione pari
opportunità del Friuli Venezia Giulia al ministro Mara Carfagna,
lettera con la quale la Commissione chiede un'incisiva azione di
contrasto all'avanzata della cultura della sola apparenza.
"La dignità della persona femminile - continua la missiva - viene
svilita e oltraggiata da uno stillicidio quotidiano di
comportamenti macisti che la appiattiscono la donna a puro
oggetto di piacere e di consumo, imponendole quale unica forma
imperativa di comunicazione la seduzione. Al corpo delle donne si
richiedono attrattività, perfezione, eterna giovinezza e poco
sembrano importare qualità che invece si riconoscono
doverosamente agli uomini, come intelligenza, impegno e merito.
"Anche se molte donne purtroppo si identificano in questo modello
edonistico, (e sarebbe interessante studiarne le motivazioni),
restiamo convinte - spiegano le componenti della Commissione -
che il lungo percorso di affermazione della piena cittadinanza
femminile in Italia sia lungi dall'essere concluso e abbia
bisogno di continui richiami a una crescita culturale del Paese.
"Abbiamo sempre sostenuto la necessità di un rinnovamento
culturale quale fondamento imprescindibile per consolidare
l'uguaglianza sostanziale tra uomini e donne, al di là delle
conquiste giuridiche, (leggi, tutele, forme di sostegno)
realizzate in questi decenni. Oggi decine di esempi quotidiani di
svalorizzazione delle donne, se non di discriminazione
strisciante, stanno mettendo in discussione quel percorso e, di
fatto, concorrono a vanificare i passi di civiltà compiuti finora
dal nostro Paese.
"Ciò che ci amareggia è il silenzio delle istituzioni: perché se
l'ossessione per la perfezione estetica può essere comprensibile
a livello di opzioni individuali, essa diventa problema politico
quando le pubbliche istituzioni se ne disinteressano, non
intervenendo nemmeno per dissociarsi da assurde argomentazioni
circa la libera scelta, quando il modello è unico, o per
stigmatizzare attentati alla dignità personale.
"Crediamo che gli atteggiamenti segnalati, il cui elenco sarebbe
lungo produrre, costituiscano delle rilevanti concause di tutte
le forme di violenza che le donne subiscono in Italia. Nasce da
lì - sostiene la Commissione - dalla svalorizzazione della figura
femminile, la strada che porta alla sopraffazione fisica e
psicologica di tante nostre concittadine.
"Pensiamo poi alle generazioni di giovani donne, della cui
formazione siamo sicuramente responsabili e alle quali non
possiamo lasciare in eredità un serio patrimonio di grandi
conquiste, senza avvertirle circa la necessità di una continua
vigilanza per non perderle o per non vederle erose da un clima
culturale decadente.
"Le chiediamo pertanto - si chiude la lettera della Commissione
al ministro per le Pari Opportunità - di intervenire, in tutte le
forme che riterrà più efficaci, per contrastare l'avanzata e il
consolidamento di questa cultura dell'apparenza e dell'edonismo
che sta compromettendo il lavoro di tante donne, di tante
associazioni femminili, sindacati, commissioni, comitati e
persone di buona volontà, uomini e donne, convinti invece del
valore e della ricchezza personale di ogni cittadino o
cittadina."