III Comm: illustrati due pdl su cure palliative
(ACON) Trieste, 22 set - DT - Ogni anno in Friuli Venezia
Giulia muoiono di tumore 4500 persone: la vita e la morte fanno
parte del naturale ciclo biologico, evitare le sofferenze
psicologiche e fisiche è invece un obiettivo a cui deve tendere
ogni società che voglia definirsi civile.
Queste parole, scritte nella relazione di presentazione della
proposta di legge sulle cure palliative e la terapia del dolore
firmata da Giorgio Venier Romano e Maurizio Salvador dell'UDC con
Roberto Novelli e Piero Camber del Pdl, spiegano da sole il
perché di un provvedimento simile. Che, tra l'altro, non è il
solo dato che i consiglieri del Pdl Massimo Blasoni, Franco Dal
Mas, Gaetano Valenti, Paolo Ciani, Antonio Pedicini e Bruno
Marini ne hanno presentato uno identico nella sostanza. E tutti e
due i testi sono stati illustrati alla III Commissione
consiliare, presieduta proprio da Venier Romano.
Esiste già una legge statale, la 38 del 2010, che garantisce
l'accessibilità alle cure palliative e alla terapia del dolore;
questa norma regionale diventa l'occasione per consentire
un'adeguata diffusione e armonizzazione dei servizi esistenti o
in via di realizzazione se è vero, come dimostra una recente
indagine della Fondazione Floriani, che più dell'80% dei malati
terminali preferirebbe rimanere a casa fino all'ultimo giorno di
vita usufruendo di cure adeguate e tempestive (che significa sì
terapia del dolore, ma anche accompagnamento psicologico e
spirituale tanto al malato quanto alla famiglia) fornite da
un'equipe multidisciplinare (che di norma è quella dell'Azienda
territoriale) che segue il malato e provvede a erogare le cure a
domicilio, oppure, quando non praticabile, nelle RSA (residenze
sanitarie di assistenza) e negli hospice (centri di ricovero
specifici per le cure palliative). Perché l'obiettivo è fornire
un adeguato sostegno sanitario e socioassitenziale a chi è malato
e a chi gli sta vicino, ma anche tutelare la dignità e
l'autonomia di chi sta male, promuovendo - se così si può
definirla - la qualità della vita fino al suo termine.
Per arrivare a tutto questo, i due provvedimenti propongono
l'istituzione di un Coordinamento regionale per le cure
palliative e la lotta al dolore che definisca le linee guida per
conseguire, nell'intero territorio regionale, livelli uniformi di
erogazione e accesso ai trattamenti, supporti il personale
impegnato in questo tipo di cura, offra consulenze alle Aziende
sanitarie e trasmetta ogni anno alla Giunta una relazione
sull'esito delle cure palliative e sulla gestione dei servizi
erogati. I componenti del Coordinamento sono designati
dall'Esecutivo, durano in carica tre anni e possono essere
rinnovati.
Se il senso della norma è di limitare il ricovero ospedaliero, è
chiaro che sono le Aziende per i servizi sanitari attraverso i
loro distretti a garantire le cure: se ne occuperà un nucleo di
medici con specifica formazione ed esperienza almeno triennale,
psicologi, infermieri e operatori sociosanitari, esclusivamente
dedicati a questo che dovranno operare in accordo con il medico
di medicina generale. In sostanza, questo nucleo dovrà
individuare il bisogno del malato e della sua famiglia, fornire
un'assistenza adeguate all'evoluzione della patologia, e mettersi
a disposizione delle strutture sanitarie e sociosanitarie che
ospitano temporaneamente o stabilmente malati in stato di
inguaribilità avanzata o a fine vita.
Per quanto concerne i bimbi, visto il numero contenuto dei casi e
della specificità delle competenze necessarie, l'assistenza ai
minori verrà affidata ai pediatri. Quindi: se domiciliari, gli
interventi a bassa intensità assistenziale sono coordinati dal
medico di famiglia. Altrimenti, subentra l'Azienda territoriale
Ogni malato poi ha diritto ad avere un operatore referente, il
case-manager, individuato tra il personale che compone il nucleo
di cure palliative. A lui il compito di facilitare la
comunicazione tra il paziente il resto degli operatori che lo
curano, e di organizzare l'accesso alle prestazioni sanitarie e
sociali che si rendessero necessarie. La Regione, da parte sua,
promuoverà programmi di sviluppo delle cure palliative nelle ASS,
riservando la priorità ai progetti di riduzione dei ricoveri
ospedalieri inappropriati negli ultimi tre mesi di vita dei
malati con la riconversione delle risorse verso la domiciliarità
delle cure.
Quello che la proposta di cui è primo firmatario Blasoni aggiunge
è l'eventuale assistenza religiosa e spirituale (per questo le
Aziende possono stipulare delle convenzioni con i rappresentanti
delle confessioni religiose con le quali lo Stato abbia stipulato
degli accordi come prevede la Costituzione), e il riconoscimento
dell'attività svolta dalla "Via di Natale" di Aviano come centro
di eccellenza.
Per quanto riguarda la terapia del dolore, si prevede che
ogni persona abbia il diritto di dichiarare il proprio dolore per
accedere, in ogni tipo di struttura (sanitaria, sociosanitaria e
sociale, pubblica o privata) ai trattamenti necessari per
risolverlo o contenerlo. A fornire qualsiasi informazione saranno
medici e infermieri appositamente individuati. E anche in questo
caso, la terapia del dolore viene svolta tanto a casa, oppure in
regime ambulatoriale, di ricovero ospedaliero, in RSA e in
hospice.
Infine, verrà promossa una campagna d'informazione sulle modalità
di accesso alle prestazioni e ai programmi di assistenza in
materia di cure palliative e di terapia del dolore connessa alle
malattie neoplastiche e alle patologie croniche e degenerative,
anche attraverso il coinvolgimento dei medici di famiglia, dei
pediatri, delle farmacie, e delle associazioni no profit
impegnate nella tutela dei diritti in ambito sanitario.
Sui due testi lavorerà un comitato ristretto per poi procedere a
una serie di audizioni.
(immagini tv)