News


Citt: proposta di legge per ridurre i costi della politica

23.09.2010
14:59
(ACON) Trieste, 23 set - COM/AB - I consiglieri regionali del gruppo Cittadini-Libertà Civica Piero Colussi e Stefano Alunni Barbarossa, assieme al presidente di "Una Regione in Comune" Bruno Malattia, hanno presentato una proposta di legge di riforma dei trattamenti indennitari dei consiglieri regionali, di riduzione delle indennità spettanti ai presidenti del Consiglio regionale e della Regione, agli assessori regionali, di soppressione del vitalizio degli assessori regionali.

Il provvedimento - così la nota del gruppo consiliare - vuole dare un segnale inequivocabile della volontà di ridurre strutturalmente i costi sostenuti dalla Regione per le indennità e i vitalizi dei consiglieri regionali, in un momento di gravi difficoltà economiche per il mondo produttivo regionale, per i risparmiatori e tutte le famiglie.

Il trattamento economico e previdenziale di cui godono i consiglieri regionali, infatti, oltre a gravare sui conti pubblici e sul bilancio regionale, nel momento in cui tutti i cittadini affrontano serie difficoltà occupazionali e vengono chiamati a gravi sacrifici anche sul piano delle retribuzioni, accentua il distacco della politica e delle Istituzioni dalla società civile, mettendo in discussione la loro stessa rappresentatività.

Del resto, i segni sempre più evidenti di disaffezione al voto e di sfiducia nella classe politica, di governo e di opposizione, si moltiplicano e i partiti non sembrano in grado di compiere quelle scelte che sarebbero necessarie per invertire questa deriva. E' prova di ciò anche l'atteggiamento assunto, poche settimane fa, nei confronti dell'iniziativa referendaria sui vitalizi e le indennità di fine mandato che ha palesato, accanto a una totale, trasversale chiusura al confronto, anche l'incapacità di mettersi in discussione.

"Con questa proposta di legge, condivisa dai tanti senza partito presenti in regione - hanno spiegato i proponenti - non proponiamo una rivoluzione ma, più realisticamente, la modifica, con poche e semplici norme, di taluni aspetti della disciplina contributiva e previdenziale - dettata essenzialmente dalle Leggi regionali n. 38/1995 e dalla recentissima n. 13/2003 - che più di altri sono soggetti a forti critiche, peraltro da noi condivise".

"La politica - hanno concluso - non può più ignorare il tema dei costi ed è necessario ridare agli eletti, a partire dai consiglieri regionali, la dignità, l'autorevolezza e il rispetto che la carica istituzionale richiede".

Questa, in sintesi, la proposta di legge: L'articolo 1 innova radicalmente il sistema di determinazione dell'indennità di presenza dei consiglieri regionali, stabilendo che la misura della stessa non sia più stabilmente collegata a quella dei parlamentari ma venga, viceversa, deliberata dal Consiglio regionale con rivalutazione quinquennale in base all'indice ISTAT. E' una scelta forte, certamente, ma soprattutto in una stagione di giusta rivendicazione della propria autonomia e di riforme in senso federale è proprio da qui che si deve partire per dimostrare che, dopo le parole, vengono anche i fatti: coerenti e conseguenti. L'articolo 2 modifica alcuni articoli della legge regionale 38/1995 ed, in particolare: - il comma 1 modifica le modalità di calcolo dell'indennità di fine mandato fissando il limite di dieci anni di esercizio del mandato elettivo ai fini del calcolo della stessa; - il comma 2 dispone l'abrogazione dell'anticipazione dell'erogazione dell'indennità di fine mandato; - il comma 3 eleva l'età minima necessaria per il godimento del vitalizio portandola dagli attuali 60 a 65 anni, disponendone l'applicabilità ai consiglieri in carica e a quelle cessati dal mandato; - il comma 4 riforma la misura dell'assegno vitalizio fissandone la misura massima al 33,75 % corrispondente a dieci anni di esercizio del mandato elettivo in luogo dell'attuale importo massimo fissato al 55% dell'indennità stessa, prevedendone la rivalutazione a cadenza quinquennale in base all'indice ISTAT dei prezzi al consumo; - il comma 5 porta da 30 a 48 il numero dei mesi di contribuzione minima per poter accedere ai versamenti volontari per maturare il diritto all'assegno vitalizio; - il comma 6 elimina il collegamento del vitalizio con le indennità parlamentari; - i commi 7 e 8 eliminano l'odiosa disparità introdotta nella legislazione regionale con il riconoscimento della reversibilità dell'assegno vitalizio anche nei confronti del convivente "more uxorio" del consigliere deceduto; - il comma 9 istituisce il "Fondo autonomo per la gestione del trattamento indennitario dei consiglieri regionali" che esclude, con l'entrata in vigore della legge, ogni onere a carico del bilancio regionale nella gestione delle indennità di fine mandato e dei vitalizi. L'articolo 3 riduce la misura degli assegni vitalizi, degli ex consiglieri e degli altri aventi diritto, nella misura del 10%.

L'articolo 4 ridetermina, con una riduzione del 20%, le indennità spettanti al presidente del Consiglio regionale, al presidente della Regione e agli assessori regionali. Viene altresì ridotta del 20% l'indennità aggiuntiva degli assessori regionali. Dette indennità verranno rivalutate con cadenza quinquennale in base all'indice ISTAT dei prezzi al consumo.

L'articolo 5, disponendo l'abrogazione degli articoli da 7 a 11 della discussa legge regionale n. 13/2003, cancella, a partire dalla prossima legislatura, il diritto all'assegno vitalizio degli assessori regionali non eletti consiglieri, ossia quelli che vengono comunemente indicati come esterni.