Citt: proposta di legge per ridurre i costi della politica
(ACON) Trieste, 23 set - COM/AB - I consiglieri regionali del
gruppo Cittadini-Libertà Civica Piero Colussi e Stefano Alunni
Barbarossa, assieme al presidente di "Una Regione in Comune"
Bruno Malattia, hanno presentato una proposta di legge di riforma
dei trattamenti indennitari dei consiglieri regionali, di
riduzione delle indennità spettanti ai presidenti del Consiglio
regionale e della Regione, agli assessori regionali, di
soppressione del vitalizio degli assessori regionali.
Il provvedimento - così la nota del gruppo consiliare - vuole
dare un segnale inequivocabile della volontà di ridurre
strutturalmente i costi sostenuti dalla Regione per le indennità
e i vitalizi dei consiglieri regionali, in un momento di gravi
difficoltà economiche per il mondo produttivo regionale, per i
risparmiatori e tutte le famiglie.
Il trattamento economico e previdenziale di cui godono i
consiglieri regionali, infatti, oltre a gravare sui conti
pubblici e sul bilancio regionale, nel momento in cui tutti i
cittadini affrontano serie difficoltà occupazionali e vengono
chiamati a gravi sacrifici anche sul piano delle retribuzioni,
accentua il distacco della politica e delle Istituzioni dalla
società civile, mettendo in discussione la loro stessa
rappresentatività.
Del resto, i segni sempre più evidenti di disaffezione al voto e
di sfiducia nella classe politica, di governo e di opposizione,
si moltiplicano e i partiti non sembrano in grado di compiere
quelle scelte che sarebbero necessarie per invertire questa
deriva. E' prova di ciò anche l'atteggiamento assunto, poche
settimane fa, nei confronti dell'iniziativa referendaria sui
vitalizi e le indennità di fine mandato che ha palesato, accanto
a una totale, trasversale chiusura al confronto, anche
l'incapacità di mettersi in discussione.
"Con questa proposta di legge, condivisa dai tanti senza partito
presenti in regione - hanno spiegato i proponenti - non
proponiamo una rivoluzione ma, più realisticamente, la modifica,
con poche e semplici norme, di taluni aspetti della disciplina
contributiva e previdenziale - dettata essenzialmente dalle Leggi
regionali n. 38/1995 e dalla recentissima n. 13/2003 - che più di
altri sono soggetti a forti critiche, peraltro da noi condivise".
"La politica - hanno concluso - non può più ignorare il tema dei
costi ed è necessario ridare agli eletti, a partire dai
consiglieri regionali, la dignità, l'autorevolezza e il rispetto
che la carica istituzionale richiede".
Questa, in sintesi, la proposta di legge:
L'articolo 1 innova radicalmente il sistema di determinazione
dell'indennità di presenza dei consiglieri regionali, stabilendo
che la misura della stessa non sia più stabilmente collegata a
quella dei parlamentari ma venga, viceversa, deliberata dal
Consiglio regionale con rivalutazione quinquennale in base
all'indice ISTAT. E' una scelta forte, certamente, ma soprattutto
in una stagione di giusta rivendicazione della propria autonomia
e di riforme in senso federale è proprio da qui che si deve
partire per dimostrare che, dopo le parole, vengono anche i
fatti: coerenti e conseguenti.
L'articolo 2 modifica alcuni articoli della legge regionale
38/1995 ed, in particolare:
- il comma 1 modifica le modalità di calcolo dell'indennità di
fine mandato fissando il limite di dieci anni di esercizio del
mandato elettivo ai fini del calcolo della stessa;
- il comma 2 dispone l'abrogazione dell'anticipazione
dell'erogazione dell'indennità di fine mandato;
- il comma 3 eleva l'età minima necessaria per il godimento del
vitalizio portandola dagli attuali 60 a 65 anni, disponendone
l'applicabilità ai consiglieri in carica e a quelle cessati dal
mandato;
- il comma 4 riforma la misura dell'assegno vitalizio fissandone
la misura massima al 33,75 % corrispondente a dieci anni di
esercizio del mandato elettivo in luogo dell'attuale importo
massimo fissato al 55% dell'indennità stessa, prevedendone la
rivalutazione a cadenza quinquennale in base all'indice ISTAT dei
prezzi al consumo;
- il comma 5 porta da 30 a 48 il numero dei mesi di contribuzione
minima per poter accedere ai versamenti volontari per maturare il
diritto all'assegno vitalizio;
- il comma 6 elimina il collegamento del vitalizio con le
indennità parlamentari;
- i commi 7 e 8 eliminano l'odiosa disparità introdotta nella
legislazione regionale con il riconoscimento della reversibilità
dell'assegno vitalizio anche nei confronti del convivente "more
uxorio" del consigliere deceduto;
- il comma 9 istituisce il "Fondo autonomo per la gestione del
trattamento indennitario dei consiglieri regionali" che esclude,
con l'entrata in vigore della legge, ogni onere a carico del
bilancio regionale nella gestione delle indennità di fine mandato
e dei vitalizi.
L'articolo 3 riduce la misura degli assegni vitalizi, degli ex
consiglieri e degli altri aventi diritto, nella misura del 10%.
L'articolo 4 ridetermina, con una riduzione del 20%, le indennità
spettanti al presidente del Consiglio regionale, al presidente
della Regione e agli assessori regionali. Viene altresì ridotta
del 20% l'indennità aggiuntiva degli assessori regionali. Dette
indennità verranno rivalutate con cadenza quinquennale in base
all'indice ISTAT dei prezzi al consumo.
L'articolo 5, disponendo l'abrogazione degli articoli da 7 a 11
della discussa legge regionale n. 13/2003, cancella, a partire
dalla prossima legislatura, il diritto all'assegno vitalizio
degli assessori regionali non eletti consiglieri, ossia quelli
che vengono comunemente indicati come esterni.