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PD: Brussa, sull'Ospizio Marino Tondo sia coerente

27.09.2010
18:03
(ACON) Trieste, 27 set - COM/MPB - "Fa piacere che il presidente Tondo, oggi che lo scandalo finanziario relativo all'Ospizio Marino di Grado è apparso in tutta la sua gravità grazie all'inchiesta giornalistica, intervenga nel rassicurare i lavoratori e l'istituzione stessa che, come afferma, va ripresa e rilanciata tenendo conto anche di tutto quello che ha fatto negli anni".

A dirlo, in una nota, è in consigliere del PD Franco Brussa che però si rammarica "che questa volontà e questa consapevolezza non sia stata dal presidente e dalla sua Giunta concretizzata qualche mese fa, quando chiedevo con apposite interrogazioni a riposta immediata chiedevo precisi impegni da parte della Regione in relazione alla vicenda".

"Tra questi - prosegue Brussa - quello di un intervento delle aziende sanitarie regionali, attraverso l'attivazione di ulteriori servizi riabilitativi a favore degli invalidi civili e per interventi di RSA e di percorsi di fine vita, per scongiurare il costo degli esuberi del personale che si andavano profilando.

"O quando, all'indomani del provvedimento disposto dalla Procura della Repubblica di Gorizia di sequestro e chiusura dell'Ospizio Marino (Istituto Barellai), chiedevo alla Regione, l'attivazione di un piano straordinario di interventi che coinvolgessero, oltre che la stessa Regione (attraverso l'Azienda sanitaria n.2 "Isontina"), il Comune di Grado e la Provincia di Gorizia, per una gestione della struttura che ne garantisse, da un lato, il funzionamento e, dall'altro, il mantenimento della missione sociale.

"Le risposte furono burocratiche e non concrete.Ma l'errore fondamentale posto in essere da questa Giunta regionale sulla vicenda (ferme restando, naturalmente, le responsabilità penali di chi ha portato l'Ospizio a questa situazione) è - per il consigliere del PD - aver consentito che il commissario straordinario, a suo tempo nominato dalla Regione, disponesse, senza alcun confronto istituzionale, l'estinzione della Fondazione Ospizio Marino, atto, questo, che ha portato poi il Tribunale di Gorizia alla liquidazione della Fondazione stessa e alla nomina contestuale dei tre commissari.

"In quel momento le strade da percorrere potevano essere altre, prima fra tutte, quella, ad esempio, prevista dall'articolo 28 del Codice Civile che dispone: 'anziché dichiarare estinta la fondazione, l'autorità può provvedere alla sua trasformazione, allontanandosi il mano possibile dalla volontà del fondatore'".

"Di questa strada avevo inutilmente più volte parlato con l'assessore competente e, come già ricordato, presentato anche un'apposita interrogazione a risposta immediata.

"Oggi, se fosse stata scelta questa strada, a dissequestro del Barellai avvenuto, avremmo chi avrebbe potuto rimettere in funzione l'attività dell'Istituto. Ma così non è stato" , è la conclusione di Brussa che invita il presidente Tondo a non limitarsi alle affermazioni, ma ad assumere in prima persona la gestione politica della vicenda, avviando sollecitamente tutte le azioni e gli atti che possano permettere la ripresa dell'attività dell' Istituto Barellai.