PD: Brandolin, la Regione abbandona Ospizio marino di Grado
(ACON) Trieste, 29 set - COM/DT - Delusione e sconcerto. Sono
questi i sentimenti che il consigliere regionale del Partito
Democratico Giorgio Brandolin esprime, a nome del gruppo, dopo la
risposta dell'assessore alla Salute Vladimir Kosic
all'interrogazione sull'Ospizio marino di Grado. Interrogazione
che chiedeva l'intervento della Regione, magari tramite l'ASS
Isontina, per una riapertura - almeno temporanea - della
struttura.
"Invece le risposte dell'assessore sono state un no su tutta la
linea - commenta Brandolin - e questo, dopo l'affermazione del
presidente Tondo di qualche giorno fa sul massimo interesse della
Regione al futuro dei lavoratori, ci ha quanto mai deluso e
sconcertato. Anche perché ora il rischio, più che concreto, è che
l'Ospizio perda la sua funzione socioassistenziale per diventare
una clinica privata a tutti gli effetti".
Kosic ha infatti escluso la possibilità di una gestione
provvisoria (d'altra parte, ha ricordato l'assessore, gli stessi
commissari liquidatori hanno deciso di sciogliere il contratto di
affitto stipulato dal commissario straordinario Zilli, che era
l'unica possibilità per evitare l'interruzione dell'attività e il
mantenimento dei posti di lavoro, optando per la vendita).
E' evidente poi - ha affermato ancora l'assessore - che il
finanziamento e la realizzazione dei lavori verrebbero eseguiti
in maniera molto più celere da parte dei futuri acquirenti, che
ne scomputerebbero i costi dal prezzo di acquisto, oltre che per
le inevitabili lungaggini delle procedure a evidenza pubblica.
Inoltre, ha annotato Kosic, quanto alla possibilità di acquisto
da parte pubblica si ribadisce che era prevista dagli atti di
pianificazione regionale la funzione e non l'acquisto o la
costruzione di una struttura. In ogni caso appaiono di difficile
soluzione pure le problematiche legate al personale, disciplinato
dal contratto di sanità privata, e così l'assorbimento dei
lavoratori visto che un ente pubblico non può assumere dipendenti
come un ente privato: problematiche che non sussistono nel caso
di un acquirente o affittuario privato.
La Regione specifica anche l'inapplicabilità dell'articolo 28 del
Codice civile, che consentirebbe di trasformare la Fondazione
allontanandosi il meno possibile dallo scopo statutario, visto
che un tanto è possibile - ha precisato Kosic - qualora il
patrimonio sia sufficiente per fare altro. Nel nostro caso invece
- ha dichiarato sempre l'assessore - il patrimonio non era in
grado di assicurare alcuno scopo dato l'indebitamento e la crisi
di liquidità".
Unica apertura, il fatto che l'assessorato si riserva di valutare
tutte le possibilità alla luce degli eventi che saranno via via
forniti dai commissari liquidatori.
Per Brandolin queste affermazioni rappresentano un no a tutte le
richieste avanzate per salvare l'Ospizio. "La Regione ha risposto
negativamente anche alla possibilità di modifiche legislative per
ovviare alle osservazioni presentate. Ci sconcerta questa Giunta
che dice una cosa ("la Regione non abbandonerà l'Ospizio"), e poi
ne fa un'altra".