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Citt: Colussi, non serve un termovalorizzatore a San Vito

29.09.2010
18:13
(ACON) Trieste, 29 set - COM/MPB - Il nuovo piano regionale dei rifiuti urbani in fase di discussione in Consiglio regionale, ha fra i suoi pilastri fondamentali l'obbligo di raggiungere entro il 2012 il 65% di raccolta differenziata come, peraltro, prevede la normativa nazionale e una specifica Direttiva europea. Il raggiungimento di questo obbligato obiettivo comporterà una forte riduzione di rifiuti urbani indifferenziati a livello regionale e una ulteriore riduzione anche in provincia di Pordenone dove già oggi la raccolta differenziata raggiunge quasi il 60%.

"Alla luce di questa semplice considerazione - precisa Piero Colussi, capogruppo dei Cittadini in Consiglio regionale - è evidente che la previsione annunciata in questi giorni circa la volontà di realizzare un termovalorizzatore nella zona industriale di Ponte Rosso a San Vito al Tagliamento da parte di Naonis energia è del tutto irrealistica e insostenibile, anche economicamente. E' infatti evidente che la presenza di un inceneritore in un territorio è inconciliabile con una politica già ben indirizzata verso la promozione di un sistema efficiente di raccolta differenziata e del riciclo dei rifiuti: basti pensare che a Trieste, dove da anni è attivo l'inceneritore dell'Acegas-Aps, la raccolta differenziata oggi sfiora appena il 20%. Il peggior risultato raggiunto in Friuli Venezia Giulia".

"I numeri - continua l'esponente di Libertà Civica - dicono chiaramente che la quantità di rifiuti indifferenziati che si producono oggi, ma domani saranno di meno, sono assolutamente insufficienti per giustificare la costruzione di un nuovo inceneritore. Per rimanere in equilibrio economico, questo impianto dovrebbe importare rifiuti anche da fuori regione: è questo quello di cui abbiamo bisogno? Teniamo poi presente che lo smaltimento dei rifiuti è comunque un costo e che i veri risparmi si fanno con la riduzione, soprattutto attraverso la raccolta differenziata, degli stessi: l'esempio di Pordenone è eclatante: nel 2009, salendo al 76% di materiale recuperato, ha risparmiato oltre 1.200,00 euro sui costi di gestione del servizio rifiuti".

"L'inceneritore di Trieste per ora basta e avanza. Per il futuro auspichiamo che la nostra regione imbocchi con maggior decisione la strada maestra indicata dall'Europa: riduzione, raccolta differenziata e riciclo dei rifiuti. Il banco di prova circa la volontà di andare veramente nella direzione indicata dall'Europa sarà il nuovo Piano regionale dei rifiuti urbani di prossima approvazione. La nostra regione non è paragonabile ad altre zone del nostro Paese; non c'è una emergenza rifiuti - conclude Colussi - che possa giustificare una scelta di questo tipo".