PD: Menis, no ai tagli al cinema, sì a riforma del sistema
(ACON) Trieste, 30 set - COM/AB - Pieno sostegno a un settore,
quello dell'industria cinematografica e più in generale culturale
della nostra Regione, che sta pagando un prezzo troppo alto per
una crisi che invece potrebbe contribuire a risolvere.
È il parere del consigliere regionale del PD Paolo Menis,
vicepresidente della Commissione cultura che, seppur critico
verso i tagli prospettati dal disegno di legge del ministro
Bondi, non nasconde l'esigenza di procedere alla riforma del
sistema.
Siamo pronti - spiega Menis - a sederci a un tavolo con
l'assessore alla Cultura per discutere di una riforma dei
meccanismi di concessione e ripartizione dei contributi nel
settore culturale della nostra Regione nell'ottica di promuovere
le realtà più efficienti e meritorie, ma questo non può ridursi a
una mera presa d'atto dei tagli calati dall'alto, operati
peraltro con criteri assolutamente inaccettabili.
Le decurtazioni previste dal ministero, infatti, finiscono per
penalizzare proprio le realtà minori, che all'importanza
culturale aggiungono anche una funzione sociale non trascurabile,
e quelle di qualità (con l'abolizione dei relativi premi) che a
nostro avviso sono invece quelle che necessitano di maggior
sostegno.
Non dimentichiamo - prosegue il democratico - che oltre alle
ricadute dirette, sia economiche che occupazionali evidenziate
ieri dal nostro segretario regionale, l'intero comparto culturale
produce oltre un terzo del PIL turistico del nostro Paese, che a
sua volta costituisce il 10% di quello totale. Un valore aggiunto
fondamentale per la promozione del territorio che andrebbe
incentivato anziché depresso.
Se poi contestualizziamo l'intervento di Bondi nel quadro
generale delle gravi difficoltà economiche che costringono gli
enti locali a ridurre l'intervento in quest'ambito e un bilancio,
quello del ministero dei Beni culturali, che è passato dai 2.116
milioni del 2003 a 1.710 milioni di euro del 2010, capiamo la
gravità della situazione e le ragioni di una protesta di un
settore che rischia di vedere compromessa la sua stessa
sopravvivenza.