IV Comm: Piano stralcio difesa idraulica del torrente Corno
(ACON) Trieste, 05 ott - RC - Per garantire una maggiore difesa
idraulica dei comuni situati a valle di San Daniele del Friuli,
da alcuni anni è entrato in funzione un canale scolmatore
realizzato in galleria e in grado di trasferire parte delle
portate di piena del torrente Corno al fiume Tagliamento. Uno
degli obiettivi del "Piano stralcio per la difesa idraulica del
torrente Corno di San Daniele" è garantire organicità agli
interventi esistenti e a quelli che è necessario realizzare per
la difesa idrogeologica, e più nello specifico idraulica.
Dei dettagli della questione ha parlato l'Autorità di Bacino
regionale alla IV Commissione consiliare - presidente Alessandro
Colautti (Pdl) - alla presenza della Consulta di Bacino e degli
amministratori locali della zona interessata dal bacino del
Corno, che si snoda da Buja a Rivignano per una superficie di
circa 73 chilometri quadrati, occupati al 71% da terreno
agricolo, all'11% da aree urbane e al 17% da boschi. Quattro i
sottobacini con i corsi d'acqua Paludo, Corno, Lini e Ripudio.
Rilievi e sopralluoghi - si è così appreso - sono stati la base
dello studio ideologico del bacino in questione, non
sottovalutando la composizione delle onde di piena; la
ricostruzione degli eventi piovosi; l'elaborazione statistica per
individuare la situazione pluviometrica di San Daniele come
stazione rappresentativa del bacino collinare del Corno;
l'aliquota di pioggia che, non infiltrandosi, crea ruscellamento
e di conseguenza va a formare la piena; l'elaborazione a computer
della propagazione dell'onda sia in alveo sia nelle aree sondate.
Non trascurabile, inoltre, lo studio della prima perizia fatta
negli anni addietro dove, nella progettazione del canale
scolmatore, è stata utilizzata un'onda di progetto pari a 118
metri cubi al secondo di acqua, per una precipitazione cumulata
sulle 6 ore di 131 millimetri di pioggia, corrispondente a un
tempo di ritorno dell'evento meteorico pari a 100 anni, in
difformità con quanto rilevato oggi dall'Autorità di Bacino
secondo cui tale valore corrisponde a un tempo di ritorno
inferiore ai 20 anni.
Sulla base delle assunzioni fatte, una eventuale esondazione
della piena nell'area del Paludo (comuni di San Daniele, Majano e
Rive d'Arcano) comporterebbe la formazione di invasi naturali con
altezze massime sino a 2,60 metri nelle zone topograficamente più
depresse. Gli allagamenti andrebbero, inoltre, ad interessare
l'abitato di Molino di Farla, in Comune di Majano. Il volume
esondato sarebbe di 2,9 milioni di metri cubi d'acqua. La cassa
di espansione atta all'invaso è stata ipotizzata confinata in
parte dalla presenza di rilievi collinari naturali e in parte da
argini da realizzare; sarebbe in grado di garantire un invaso di
3,3 milioni di metri cubi d'acqua, con livelli massimi
dell'ordine dei 3,5 metri.
La cassa di Nogaredo, a valle dello scolmatore, in Comune di
Coseano, dovrà captare l'onda residua che altrimenti sonderebbe
tra Mereto di Tomba e Codroipo; garantirà un invaso di 1,3
milioni di metri cubi d'acqua e livelli massimi di 2,5 metri.
Resta un tratto breve del torrente Corno tra S. Mauro e Raucicco,
a valle dello scolmatore, in cui saranno necessari lavori
puntuali di calibrazione dell'alveo e di sistemazione degli
argini.
Queste ipotesi di intervento - hanno detto i rappresentanti
dell'Autorità di Bacino - garantirebbero sia la difesa dei
territori limitrofi al corso d'acqua del Corno sia l'afflusso al
fiume Stella. L'ipotesi di spesa è pari a 38,5 milioni di euro,
compresi progettazione e indennizzi.
(immagini tv)