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IV Comm: Piano stralcio difesa idraulica del torrente Corno

05.10.2010
16:43
(ACON) Trieste, 05 ott - RC - Per garantire una maggiore difesa idraulica dei comuni situati a valle di San Daniele del Friuli, da alcuni anni è entrato in funzione un canale scolmatore realizzato in galleria e in grado di trasferire parte delle portate di piena del torrente Corno al fiume Tagliamento. Uno degli obiettivi del "Piano stralcio per la difesa idraulica del torrente Corno di San Daniele" è garantire organicità agli interventi esistenti e a quelli che è necessario realizzare per la difesa idrogeologica, e più nello specifico idraulica.

Dei dettagli della questione ha parlato l'Autorità di Bacino regionale alla IV Commissione consiliare - presidente Alessandro Colautti (Pdl) - alla presenza della Consulta di Bacino e degli amministratori locali della zona interessata dal bacino del Corno, che si snoda da Buja a Rivignano per una superficie di circa 73 chilometri quadrati, occupati al 71% da terreno agricolo, all'11% da aree urbane e al 17% da boschi. Quattro i sottobacini con i corsi d'acqua Paludo, Corno, Lini e Ripudio.

Rilievi e sopralluoghi - si è così appreso - sono stati la base dello studio ideologico del bacino in questione, non sottovalutando la composizione delle onde di piena; la ricostruzione degli eventi piovosi; l'elaborazione statistica per individuare la situazione pluviometrica di San Daniele come stazione rappresentativa del bacino collinare del Corno; l'aliquota di pioggia che, non infiltrandosi, crea ruscellamento e di conseguenza va a formare la piena; l'elaborazione a computer della propagazione dell'onda sia in alveo sia nelle aree sondate.

Non trascurabile, inoltre, lo studio della prima perizia fatta negli anni addietro dove, nella progettazione del canale scolmatore, è stata utilizzata un'onda di progetto pari a 118 metri cubi al secondo di acqua, per una precipitazione cumulata sulle 6 ore di 131 millimetri di pioggia, corrispondente a un tempo di ritorno dell'evento meteorico pari a 100 anni, in difformità con quanto rilevato oggi dall'Autorità di Bacino secondo cui tale valore corrisponde a un tempo di ritorno inferiore ai 20 anni.

Sulla base delle assunzioni fatte, una eventuale esondazione della piena nell'area del Paludo (comuni di San Daniele, Majano e Rive d'Arcano) comporterebbe la formazione di invasi naturali con altezze massime sino a 2,60 metri nelle zone topograficamente più depresse. Gli allagamenti andrebbero, inoltre, ad interessare l'abitato di Molino di Farla, in Comune di Majano. Il volume esondato sarebbe di 2,9 milioni di metri cubi d'acqua. La cassa di espansione atta all'invaso è stata ipotizzata confinata in parte dalla presenza di rilievi collinari naturali e in parte da argini da realizzare; sarebbe in grado di garantire un invaso di 3,3 milioni di metri cubi d'acqua, con livelli massimi dell'ordine dei 3,5 metri.

La cassa di Nogaredo, a valle dello scolmatore, in Comune di Coseano, dovrà captare l'onda residua che altrimenti sonderebbe tra Mereto di Tomba e Codroipo; garantirà un invaso di 1,3 milioni di metri cubi d'acqua e livelli massimi di 2,5 metri.

Resta un tratto breve del torrente Corno tra S. Mauro e Raucicco, a valle dello scolmatore, in cui saranno necessari lavori puntuali di calibrazione dell'alveo e di sistemazione degli argini.

Queste ipotesi di intervento - hanno detto i rappresentanti dell'Autorità di Bacino - garantirebbero sia la difesa dei territori limitrofi al corso d'acqua del Corno sia l'afflusso al fiume Stella. L'ipotesi di spesa è pari a 38,5 milioni di euro, compresi progettazione e indennizzi.

(immagini tv)