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V Comm: illustrata proposta Pdl norme elettorali enti locali

12.10.2010
13:15
(ACON) Trieste, 12 ott - MPB - L'obiettivo della proposta di legge del gruppo consiliare regionale del Pdl, che va a incidere sulle leggi regionali 14/95 (norme per le elezioni comunali in Friuli Venezia Giulia) e 10/99 (norme in materia di elezioni comunali e provinciali), è di apportare le modifiche necessarie al vigente sistema elettorale per le elezioni amministrative nelle Province e nei Comuni della nostra regione, semplificando l'attività degli uffici, riducendo il dispendio di energie e di risorse, anche economiche.

A illustrarlo alla V Commissione, presieduta da Roberto Marin (Pdl), il primo firmatario del testo, il consigliere Antonio Pedicini che, definendo la sua una firma tecnica, ha sottolineando come l'iniziativa derivi dalla necessità di trovare una ratio nel sistema delle consultazioni elettorali. Due gli aspetti toccati: la soppressione, per i Comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti e per le Province, sia del secondo turno di ballottaggio che la possibilità del voto disgiunto, definito un artificio.

In particolare, per i proponenti, il turno di ballottaggio rappresenta un dispendio di energie e di risorse, anche economiche, che non porta ad alcun risultato elettorale effettivo dato che solitamente i voti raccolti da una coalizione al secondo turno non superano i consensi che sarebbero necessari al primo turno per raggiungere il 51% dei voti. Inoltre, il ballottaggio è un residuato di un sistema elettorale superato: in nessuna consultazione elettorale nazionale o regionale è previsto il doppio turno, pertanto non si capisce perché ciò debba continuare a valere per l'elezione dei sindaci di Comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti, e dei presidenti di Provincia, quando ciò non è previsto per l'elezione diretta del presidente della Regione.

La soppressione della possibilità di esprimere il voto disgiunto, valorizzando il principio del voto congiunto quale corretta e coerente conseguenza della legge elettorale, risponde invece alla necessità di chiarezza di comportamenti di chi viene eletto con voto diretto grazie al supporto di una specifica coalizione.

L'elettore - ha ricordato Pedicini - è chiamato a scegliere una lista, eventualmente inserita in una colazione, e un presidente di Provincia o un sindaco (di Comune con più di 15.000 abitanti) collegato a essa. Sarebbe singolare separare candidato e lista che hanno sottoscritto un programma elettorale, ovvero un patto pubblico con precisi contenuti politico-amministrativi. Incomprensibile - per il consigliere - il voto disgiunto perché non spiega per quale motivo logico e politico dovrebbe essere consentito votare per un presidente di Provincia o per un sindaco e non anche per la sua coalizione, violando proprio quel patto programmatico da essi sottoscritto.

Per disciplinare tutto ciò sono 6 gli articoli, suddivisi in due Titoli, rispettivamente uno (articoli 1 e 2) per le modifiche alla legge 10/99, e l'altro (articoli 3, 4, 5 e 6) per intervenire sulla legge 14/95.

(immagini tv)