SA-PRC: Kocijancic su futuro superporto Trieste-Monfalcone
(ACON) Trieste, 12 ott - COM/AB - Ci conforta senz'altro
apprendere che la colazione di lavoro del ministro Frattini a
Roma per fare il punto sul Progetto Unicredit, ossia il
superporto regionale di Trieste-Monfalcone, sia servita a
sbloccare l'empasse e abbia registrato l'interesse della Maersk,
il più grosso operatore mondiale nel traffico dei container.
A sostenerlo è il consigliere regionale Igor Kocijancic (SA-PRC)
che aggiunge.
L'AD di Maersk avrebbe confermato il forte interesse del colosso
multinazionale danese per la gestione del futuro megaterminal
container (nuovo terminal a Monfalcone e il raddoppio del molo
Settimo a Trieste). Si sarebbe già deciso di integrarlo sul
fronte ferroviario, e Frattini preannuncia già di presentare il
progetto in una riunione del Consiglio dei ministri per metà
novembre. Inoltre, si sarebbe già deciso di incaricare un
commissario per la realizzazione del progetto, pur in assenza di
un quadro giuridico e normativo (nazionale e regionale) che
attualmente consenta questo tipo di soluzione.
Vi è poi un altro fattore, non trascurabile per chi segue con
attenzione l'evoluzione del Progetto Unicredit, che riguarda il
balletto di numeri già iniziato prima che il progetto sia
effettivamente abbozzato: si è partiti con l'altisonante profezia
di un superporto da 3 milioni di teu, incuranti delle perplessità
di chi segnalava (e continua a segnalare) che tale cifra è
assolutamente irrealistica. Oggi si afferma che la Maersk
porterebbe in dote 1 milione e mezzo di teu (sono la metà di tre,
ma sempre troppi), per lo più dirottati dai porti del nord
Europa.
La stessa Maersk, coinvolta anche su un progetto di piastra
logistica a Vado Ligure (tra Savona e Genova), è notizia apparsa
sulla stampa locale ligure e su un sito Internet dedicato,
avrebbe non poche difficoltà a mantenere i 750 mila container
annui necessari a garantire il finanziamento della piattaforma di
Vado Ligure e avrebbe perciò già intrecciato trattative con la
Cosco (colosso container cinese) per riuscire a saturare gli
spazi della nuova banchina in progettazione.
A questo punto alcune domande sorgono spontaneamente: Come mai la
prima compagnia armatoriale del mondo non riesce a saturare le
necessità del terminal ligure (mar Tirreno) e riuscirebbe
agevolmente a spostare un milione e mezzo di container su Trieste
e Monfalcone? Perché la Cosco, che è probabilmente il maggior
concorrente dei danesi, dovrebbe arricchire con il proprio lavoro
e il proprio contributo in container proprio la Maersk?
A rischio di essere nuovamente tacciati di disfattismo - conclude
Kocijancic - ci piacerebbe che alcuni degli illuminati sponsor
del superporto (ministri, politici, banchieri, imprenditori,
sindacalisti, giornalisti), che sicuramente ne capiscono più di
noi, ci spiegassero un po' il perché di questi numeri ballerini.
Magari riuscirebbero a convincerci che il progetto c'è e che non
si tratta, come continuiamo a ritenere, di parole e, soprattutto
numeri (di teu) in libertà.