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SA-PRC: Kocijancic su futuro superporto Trieste-Monfalcone

12.10.2010
15:31
(ACON) Trieste, 12 ott - COM/AB - Ci conforta senz'altro apprendere che la colazione di lavoro del ministro Frattini a Roma per fare il punto sul Progetto Unicredit, ossia il superporto regionale di Trieste-Monfalcone, sia servita a sbloccare l'empasse e abbia registrato l'interesse della Maersk, il più grosso operatore mondiale nel traffico dei container.

A sostenerlo è il consigliere regionale Igor Kocijancic (SA-PRC) che aggiunge.

L'AD di Maersk avrebbe confermato il forte interesse del colosso multinazionale danese per la gestione del futuro megaterminal container (nuovo terminal a Monfalcone e il raddoppio del molo Settimo a Trieste). Si sarebbe già deciso di integrarlo sul fronte ferroviario, e Frattini preannuncia già di presentare il progetto in una riunione del Consiglio dei ministri per metà novembre. Inoltre, si sarebbe già deciso di incaricare un commissario per la realizzazione del progetto, pur in assenza di un quadro giuridico e normativo (nazionale e regionale) che attualmente consenta questo tipo di soluzione. Vi è poi un altro fattore, non trascurabile per chi segue con attenzione l'evoluzione del Progetto Unicredit, che riguarda il balletto di numeri già iniziato prima che il progetto sia effettivamente abbozzato: si è partiti con l'altisonante profezia di un superporto da 3 milioni di teu, incuranti delle perplessità di chi segnalava (e continua a segnalare) che tale cifra è assolutamente irrealistica. Oggi si afferma che la Maersk porterebbe in dote 1 milione e mezzo di teu (sono la metà di tre, ma sempre troppi), per lo più dirottati dai porti del nord Europa. La stessa Maersk, coinvolta anche su un progetto di piastra logistica a Vado Ligure (tra Savona e Genova), è notizia apparsa sulla stampa locale ligure e su un sito Internet dedicato, avrebbe non poche difficoltà a mantenere i 750 mila container annui necessari a garantire il finanziamento della piattaforma di Vado Ligure e avrebbe perciò già intrecciato trattative con la Cosco (colosso container cinese) per riuscire a saturare gli spazi della nuova banchina in progettazione. A questo punto alcune domande sorgono spontaneamente: Come mai la prima compagnia armatoriale del mondo non riesce a saturare le necessità del terminal ligure (mar Tirreno) e riuscirebbe agevolmente a spostare un milione e mezzo di container su Trieste e Monfalcone? Perché la Cosco, che è probabilmente il maggior concorrente dei danesi, dovrebbe arricchire con il proprio lavoro e il proprio contributo in container proprio la Maersk? A rischio di essere nuovamente tacciati di disfattismo - conclude Kocijancic - ci piacerebbe che alcuni degli illuminati sponsor del superporto (ministri, politici, banchieri, imprenditori, sindacalisti, giornalisti), che sicuramente ne capiscono più di noi, ci spiegassero un po' il perché di questi numeri ballerini. Magari riuscirebbero a convincerci che il progetto c'è e che non si tratta, come continuiamo a ritenere, di parole e, soprattutto numeri (di teu) in libertà.