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PD: no a modifiche amministrative per circoscrizioni province

20.10.2010
15:45
(ACON) Trieste, 20 ott - COM/ET - Il gruppo del PD confermerà, durante l'audizione con l'assessore alle Autonomie locali Andrea Garlatti, la netta contrarietà alla modifica per via amministrativa delle circoscrizioni elettorali nelle province di Trieste e Gorizia.

I consiglieri Franco Iacop, Franco Brussa, Alessandro Tesini e Mauro Travanut comunicano in una nota di aver chiesto l'audizione dell'assessore per esprimere il convincimento che il recepimento solo per via amministrativa, quindi con soli atti della Giunta, della norma Calderoli circa la riduzione della composizione dei Consigli provinciali, sia a rischio di illegittimità in quanto non rispettosa della competenza primaria della Regione Friuli Venezia Giulia in termini di ordinamento degli Enti locali e, di conseguenza, del loro sistema elettorale.

"E' necessaria - sostengono i consiglieri del PD - l'approvazione di una norma di recepimento che tenga conto della specialità, ma soprattutto un coinvolgimento del Consiglio regionale in una materia, quella dell'ordinamento delle Autonomie locali, per la quale esercita competenza legislativa primaria".

Iacop inoltre sottolinea come sia inaccettabile agire solamente su due delle quattro Province, tra l'altro proprio quelle che andranno al voto nella primavera del prossimo anno, invece di assicurare un quadro omogeneo su tutto il territorio regionale.

"Non vorremmo - ribadiscono i rappresentanti del Pd in V Commissione - che questo provvedimento adottato solo dalla Giunta regionale rispondesse a puntuali esigenze elettorali, magari proprie della maggioranza".

Stessa valutazione il gruppo consiliare del PD esprime sulla legge elettorale proposta dal Pdl e presentata in V Commissione consiliare, in base alla quale verrebbe eliminato il ballottaggio per le elezioni nelle Città capoluogo e nei Comuni superiori ai 15.000 abitanti.

"Anche in questo caso - conclude la nota - il provvedimento sembra rivolto più a soddisfare necessità di accordi tra i partiti che compongono la maggioranza regionale di centrodestra, piuttosto che assicurare la sovranità degli elettori riguardo alla scelta dei propri massimi rappresentanti istituzionali".