V Comm: riduzione consiglieri Province, il dibattito (2)
(ACON) Trieste, 21 ott - DT - Centrodestra e centrosinistra
concordi in V Commissione nella difesa dell'autonomia e della
specialità della Regione anche in materia elettorale.
Questo della Giunta è un atteggiamento antifederalista, ha
sottolineato, aprendo il dibattito, Franco Iacop (PD). Non siamo
vincolati ad applicare alla lettera la disposizione statale, non
possiamo cedere la nostra specialità a Roma.
Quanto delineato dal ministro Calderoli è per il Friuli Venezia
Giulia un atto di indirizzo, ha rilevato Franco Brussa, sempre
per il PD. Il principio della riduzione dei costi della politica
ci sta, ma il recepimento obbligatorio del decreto riguarda
esclusivamente le Regioni ordinarie.
Per un altro consigliere del Partito Democratico, Alessandro
Tesini, abbiamo la competenza sull'ordinamento delle Autonomie
locali, allora esercitiamola. Rinunciare all'esercizio delle
nostre competenze è un atto di imperdonabile debolezza, la Giunta
non può decidere da sola di abdicare a quanto ci assegna la
Costituzione, e comunque il luogo dove discuterne è il Consiglio
regionale.
E' stata la maggioranza e il presidente della Regione Renzo Tondo
a voler seguire questa strada, ha precisato
Mauro Travanut (PD). Questo modo di procedere è uno schiaffo alla
nostra autonomia, Tondo ha accettato quello che veniva da Roma
pensando poi che si potesse concretizzare con un semplice atto di
Giunta.
La procedura dell'Esecutivo è stata improvvida rispetto a una
materia che coinvolge le competenze primarie della Regione,
meglio sarebbe stato avviare una consultazione. A dirlo è stato
Antonio Pedicini (Pdl). Questa norma interferisce con il diritto
di voto e di rappresentatività, se cambiano le circoscrizioni
delle Province si modificano gli equilibri di quel territorio.
Pertanto, la Commissione pensi a un progetto di legge e lo porti
in Aula a fine novembre.
Sulla stessa lunghezza d'onda Igor Kocijancic, consigliere della
SA.
Ci uniamo sulla necessità di fare una riflessione sulle eccezioni
giuridiche che sono state mosse, ha aggiunto Federico Razzini
della LN, sarebbe spiacevole ritrovarsi domani di fronte a
ricorsi per aver voluto approvare una norma in modo troppo
frettoloso. Certo quello della Giunta era un atto tecnico e non
politico.
Troppa incertezza sul dispositivo normativo, è doveroso fare
chiarezza discutendone anche con l'opposizione, è stata la
posizione di Edoardo Sasco, UDC. Scendere da 24 a 19 consiglieri
provinciali ha delle implicazioni pesanti se pensiamo, ad
esempio, che a Trieste ci sono zone diverse, c'è l'altipiano, c'è
una minoranza slovena, c'è un problema di rappresentanza
territoriale.
E pure per Edouard Ballaman, del Gruppo Misto, serve una norma
regionale per evitare ricorsi. Altrimenti, l'unica alternativa al
taglio dei consiglieri sarebbe abbattere altri costi, a iniziare
dalle indennità.
Soluzione che non dispiace ad Alessandro Corazza, Idv. Così
saremmo in linea con le indicazioni nazionali, ha ripetuto.
Quando si tratta la materia elettorale, è importante però avere
il parere di tutti i Gruppi.
Non prestiamo il fianco a contestazioni elettorali, sono per la
chiarezza normativa, ha concluso Roberto Asquini, del Gruppo
Misto. Stabilizziamo la materia in qualche modo, o da soli o
seguendo le indicazioni nazionali.
(fine)