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V Comm: riduzione consiglieri Province, il dibattito (2)

21.10.2010
14:53
(ACON) Trieste, 21 ott - DT - Centrodestra e centrosinistra concordi in V Commissione nella difesa dell'autonomia e della specialità della Regione anche in materia elettorale.

Questo della Giunta è un atteggiamento antifederalista, ha sottolineato, aprendo il dibattito, Franco Iacop (PD). Non siamo vincolati ad applicare alla lettera la disposizione statale, non possiamo cedere la nostra specialità a Roma.

Quanto delineato dal ministro Calderoli è per il Friuli Venezia Giulia un atto di indirizzo, ha rilevato Franco Brussa, sempre per il PD. Il principio della riduzione dei costi della politica ci sta, ma il recepimento obbligatorio del decreto riguarda esclusivamente le Regioni ordinarie.

Per un altro consigliere del Partito Democratico, Alessandro Tesini, abbiamo la competenza sull'ordinamento delle Autonomie locali, allora esercitiamola. Rinunciare all'esercizio delle nostre competenze è un atto di imperdonabile debolezza, la Giunta non può decidere da sola di abdicare a quanto ci assegna la Costituzione, e comunque il luogo dove discuterne è il Consiglio regionale.

E' stata la maggioranza e il presidente della Regione Renzo Tondo a voler seguire questa strada, ha precisato Mauro Travanut (PD). Questo modo di procedere è uno schiaffo alla nostra autonomia, Tondo ha accettato quello che veniva da Roma pensando poi che si potesse concretizzare con un semplice atto di Giunta.

La procedura dell'Esecutivo è stata improvvida rispetto a una materia che coinvolge le competenze primarie della Regione, meglio sarebbe stato avviare una consultazione. A dirlo è stato Antonio Pedicini (Pdl). Questa norma interferisce con il diritto di voto e di rappresentatività, se cambiano le circoscrizioni delle Province si modificano gli equilibri di quel territorio. Pertanto, la Commissione pensi a un progetto di legge e lo porti in Aula a fine novembre.

Sulla stessa lunghezza d'onda Igor Kocijancic, consigliere della SA.

Ci uniamo sulla necessità di fare una riflessione sulle eccezioni giuridiche che sono state mosse, ha aggiunto Federico Razzini della LN, sarebbe spiacevole ritrovarsi domani di fronte a ricorsi per aver voluto approvare una norma in modo troppo frettoloso. Certo quello della Giunta era un atto tecnico e non politico.

Troppa incertezza sul dispositivo normativo, è doveroso fare chiarezza discutendone anche con l'opposizione, è stata la posizione di Edoardo Sasco, UDC. Scendere da 24 a 19 consiglieri provinciali ha delle implicazioni pesanti se pensiamo, ad esempio, che a Trieste ci sono zone diverse, c'è l'altipiano, c'è una minoranza slovena, c'è un problema di rappresentanza territoriale.

E pure per Edouard Ballaman, del Gruppo Misto, serve una norma regionale per evitare ricorsi. Altrimenti, l'unica alternativa al taglio dei consiglieri sarebbe abbattere altri costi, a iniziare dalle indennità.

Soluzione che non dispiace ad Alessandro Corazza, Idv. Così saremmo in linea con le indicazioni nazionali, ha ripetuto. Quando si tratta la materia elettorale, è importante però avere il parere di tutti i Gruppi.

Non prestiamo il fianco a contestazioni elettorali, sono per la chiarezza normativa, ha concluso Roberto Asquini, del Gruppo Misto. Stabilizziamo la materia in qualche modo, o da soli o seguendo le indicazioni nazionali.

(fine)