PD: Pupulin, aperture domenicali, non a soluzioni raffazzonate
(ACON) Trieste, 21 ott - COM/ET - "La Giunta Tondo, nonostante
i dissensi espressi dalla Lega Nord, intende nuovamente cambiare
posizione sulle aperture domenicali degli esercizi commerciali.
Le modifiche, già presentate e poi stralciate dal centro destra
in Consiglio regionale, aumentano il numero di aperture ben al di
là di quelle che nella media si erano verificate con la
contestata norma dell'esecutivo Illy".
Il consigliere regionale del PD Paolo Pupulin commenta la
possibile variazione del numero di aperture festive e segnala
come l'attuale situazione sia diventata ingestibile a causa delle
troppe eccezioni.
"È necessario un confronto diretto con i sindacati e le imprese
prima di modificare norme che tanta confusione e conflitti hanno
già generato", afferma il consigliere.
"Le questioni da affrontare sono chiare. Non ci sono solo da
valutare i problemi legati alla concorrenza nelle zone di
confine, ma anche quelli più rilevanti come sostenere una
presenza commerciale e dei servizi nei centri storici delle
città, in particolare quelle di maggiori dimensioni, vista le
criticità sempre maggiori denunciate dagli operatori commerciali
e dei servizi.
"A nessuno di questi nodi si può sfuggire, ma - evidenzia
l'esponente dell'opposizione - per la maggior parte essi non sono
legati alle aperture festive. I dipendenti e i sindacati chiedono
anche l'applicazione certa delle norme sulle festività
obbligatorie, soggette nei fatti (anche quelle più simboliche
come le festività natalizie e il 1° maggio ) a più di una
eccezione. Si chiede anche di rendere legge il numero massimo di
chiamate al lavoro nelle giornate festive per il singolo
dipendente.
"La soluzione di queste delicate questioni deve essere affidata -
sostiene Pupulin - sia al Consiglio che alla contrattazione e
concertazione tra le parti sociali. Dovrebbero essere previste,
nella stessa normativa, anche forme di sostegno o di
penalizzazione che rafforzino intese tra sindacato e imprese".
Per Pupulin si può dunque lavorare per una normativa che intrecci
vincoli precisi, forte contrattazione sociale e buona
regolamentazione.
"Rappresenterebbe la possibilità di una nuova stagione per una
più efficiente e flessibile organizzazione di un settore come
quello del commercio, che deve fare i conti con una sensibile
diminuzione dei consumi".