CR: amministratori sostegno, dibattito (5)
(ACON) Trieste, 26 ott - DT - Sergio Lupieri (PD) e Annamaria
Menosso, entrambi del PD, assieme a Enio Agnola di Idv, che hanno
aperto il dibattito, hanno rimarcato come certamente si tratti di
una misura di alto contenuto sociale, che non priva totalmente
della capacità di agire, che rispetta la dignità e la qualità
della vita di chi soffre di malattie invalidanti. Però, hanno
precisato, dato che dal 2004 esiste una specifica legge dello
Stato, forse bastava adottare un regolamento. Un progetto di
legge come questo potrebbe complicare il quadro normativo.
Argomento sul quale si è soffermato anche Stefano Pustetto, della
SA-SEL. Il rischio, se andremo a posizionare dei fondi, è che
l'amministratore di sostegno diventi un centro di potere.
Gli ha risposto Roberto Novelli, Pdl: tutelare il debole è una
strada che va sempre percorsa.
Per Antonio Pedicini, Pdl, questa figura nobilita il nostro
panorama sociale, eppure corriamo il pericolo di burocratizzare
un'attività di volontariato.
C'è una sorta di continuità della Regione nei confronti di queste
tematiche e di chi si trova in difficoltà, la ricorda la storia
da Basaglia in poi, ha rilevato Franco Codega, PD. Informiamo i
cittadini che esistono figure così e formiamo come si deve gli
operatori.
La tutela delle fasce deboli non ha colori politici, serve solo
sensibilità, ha sottolineato Giorgio Venier Romano, UDC. Se la
legge nazionale non riesce a creare un servizio uniforme sul
territorio, allora bisogna colmare questa carenza con un testo
regionale.
Infine, l'intervento dell'assessore alla Salute Vladimir Kosic.
Una cornice legislativa dà maggiore importanza a questa figura,
il volontariato ha creato delle competenze che sono risorse anche
per gli enti locali, che se ne potranno servire in modo più
appropriato. E a migliorare saranno pure i diritti delle persone
in difficoltà.
(segue)