CR: mozione PD su Burlo Garofolo e CRO, dibattito (10)
(ACON) Trieste, 26 ott - MPB - Burlo e CRO sono, per Igor
Kocijancic (SA-PRC) due punte di eccellenza che per importanza
travalicano l'ambito regionale e i fatti degli ultimi mesi
inducono a essere oggi ulteriormente preoccupati. Con riferimento
al Burlo e al trasferimento del centro trasfusionale con passaggi
di personale all'azienda ospedaliera, la preoccupazione del
consigliere è per il futuro di una struttura di eccellenza
regionale e nazionale (i ricoveri sono per il 50% dal resto
dell'Italia) e per la ricerca scientifica che verrebbe a cessare.
Chi sarebbe così incosciente da portare avanti un'azione politica
di chiusura di una realtà riconosciuta? - ha affermato Maurizio
Bucci (Pdl) facendo riferimento alle nuove documentazioni del
ministero della Sanità in cui si sottolinea il rispetto delle
realtà di questo Istituto e la finalità di qualificare e
potenziale le attività. Ciò che vale sono i documenti - ha
chiosato il consigliere - il resto è strategia politica.
Per Franco Codega (PD) va fatta chiarezza su uno stillicidio di
provvedimenti: non si pensa di chiudere, ma si intravedono gesti
che mano a mano vanno a depotenziare il Burlo facendo perdere la
caratteristica di eccellenza a un istituto che non interessa solo
la città, visto che vi sono anche 12 associazioni di volontariato
che vi operano per rendere più efficace il suo servizio. Il
consigliere ha posto anche alcuni quesiti sul Burlo: riduzione
delle unità operative, scorporo della ginecologia, futuro delle
chirurgie pediatriche. Ha infine stigmatizzato che i due IRCCS
debbano sottostare alla regia di coordinamento delle aziende
sanitarie.
Annamaria Menosso (PD) si è detta preoccupata del fatto che sia
messa in discussione la sussistenza del requisito fondamentale
degli IRCCS, conquistata con anni di lavoro e in base a progetti
di ricerca, e sulla trasferibilità di essa, ovvero sulla capacità
di farla ricadere in tempi brevi sulle cure dei pazienti. In
questi Istituti la ricerca ha come riferimento la prevenzione,
cura e riabilitazione. Se si porterà a termine il Piano ciò si
perderà.
Per Stefano Pustetto (SA-SEL) nessuno vuole la chiusura, ma le
azioni messe in atto determinano la depauperazione. Il Governo
amico chiede cosa la Regione stia facendo - ha detto il
consigliere chiedendo all'assessore se sia sicuro di quello che
sta portando avanti con il Piano e sottolineando che in sanità
piccoli cambiamenti possono determinare grandi trasformazioni. I
richiami del ministero dicono che la strada è sbagliata.
Anche secondo Enio Agnola (Idv) Burlo e Cro sono due patrimoni
costruiti con intelligenze e risorse che appartengo alla storia
di questa regione. Dobbiamo essere degni di questa dignità,
perché alcune cose perse non vengo sostituite da altre strutture
e una volta dissipato questo capitale esclusivo non si recupera.
Per evitare un eterno dibattito bisogna fissare in modo chiaro i
termini che consentano di mantenere queste eccellenze per il
futuro.
La Regione su Burlo e CRO ha fatto grandi investimenti.
Gianfranco Moretton (PD) ha ribadito la preoccupazione che viene
dalla poca chiarezza del Piano sanitario. E anche per il fatto
che il piano aziendale del CRO debba soccombere all'intesa con
ospedale a azienda sanitaria, una condizione giuridica che è un
vero cappio al collo che riduce la sua autonomia che poi è la
cosa più importante per la ricerca. La regione non potrà
garantire a CRO e Burlo una quantità di assistenza scientifica
necessaria alla ricerca, ma se viene loro sottratta la ricerca,
usciranno dalla sfera di influenza degli istituti di ricerca
nazionali ed europei.
(segue)