LN: Narduzzi-Piccin, soluzione alternativa per carcere Pordenone
(ACON) Trieste, 27 ott - COM/ET - Il capogruppo della Lega Nord
in Consiglio regionale Danilo Narduzzi e la collega di gruppo
Mara Piccin rilanciano la contrarietà alla costruzione di un
carcere in Comina a Pordenone.
"Si tratta di un ingente sperpero di denaro pubblico", sostiene
Narduzzi, che ribadisce le motivazioni della petizione popolare
sottoscritta da 315 cittadini e consegnata al presidente del
Consiglio regionale Maurizio Franz dal segretario della sezione
del Carroccio di Roveredo in Piano Davide Pivetta, dal
consigliere comunale a Roveredo Fabio Bortolin e da Piero Moras.
Già in aprile il capogruppo leghista aveva espresso la sua
contrarietà all'ipotesi della struttura carceraria in quella zona.
"Costruire una super struttura metterebbe in ginocchio la
viabilità già parzialmente compromessa e comporterebbe un grave
degrado per l'intera area, con ripercussioni sul valore
immobiliare delle abitazioni e sulla qualità della vita dei
cittadini. Pensare di immettere lungo un asse aviario così
congestionato un insediamento di questa portata - dice Narduzzi -
significa condannare al collasso la circolazione del territorio".
"Non sentiamo la necessità di un carcere che possa contenere 450
persone, con pareti alte 15 metri, quando i detenuti, allo stato
attuale sono un'ottantina, di cui oltre 50 stranieri.
"Pordenone - continuano i leghisti - non vuole diventare la meta
della malavita straniera. La strada maestra è puntare su accordi
bilaterali con i Paesi da cui i malviventi provengono per
rispedirli a casa, come ha indicato il ministro Maroni".
"Ci sono in ballo 20 milioni di euro che - sostengono - noi
impiegheremmo per le vere emergenze del territorio, dando respiro
ai lavoratori e alle imprese. Siamo favorevoli a un nuovo
carcere, ma non delle dimensioni e nel luogo previsto. Mi risulta
- dice Narduzzi - che a San Vito al Tagliamento, nella caserma
Dall'Armi, costerebbe 20 milioni in meno, in una zona non così
sovraffollata come quella di via Castelfranco Veneto.
"Per questo vogliamo che si convochi un tavolo tecnico per
studiare ipotesi alternative, tra le quali un ampliamento della
struttura esistente di piazza della Motta.
"Se il problema fosse accogliere i malviventi pordenonesi, la
soluzione sarebbe semplice: basterebbe una casetta a contenerli
tutti. Quello che fa rabbia, è che a queste latitudini le carceri
sono strapiene di stranieri. Al Sud i detenuti sono quasi tutti
locali, al Nord - conclude Narduzzi - la percentuale di stranieri
si aggira attorno al 70%, con picchi inquietanti sull'85%".