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LN: Narduzzi-Piccin, soluzione alternativa per carcere Pordenone

27.10.2010
12:19
(ACON) Trieste, 27 ott - COM/ET - Il capogruppo della Lega Nord in Consiglio regionale Danilo Narduzzi e la collega di gruppo Mara Piccin rilanciano la contrarietà alla costruzione di un carcere in Comina a Pordenone.

"Si tratta di un ingente sperpero di denaro pubblico", sostiene Narduzzi, che ribadisce le motivazioni della petizione popolare sottoscritta da 315 cittadini e consegnata al presidente del Consiglio regionale Maurizio Franz dal segretario della sezione del Carroccio di Roveredo in Piano Davide Pivetta, dal consigliere comunale a Roveredo Fabio Bortolin e da Piero Moras. Già in aprile il capogruppo leghista aveva espresso la sua contrarietà all'ipotesi della struttura carceraria in quella zona.

"Costruire una super struttura metterebbe in ginocchio la viabilità già parzialmente compromessa e comporterebbe un grave degrado per l'intera area, con ripercussioni sul valore immobiliare delle abitazioni e sulla qualità della vita dei cittadini. Pensare di immettere lungo un asse aviario così congestionato un insediamento di questa portata - dice Narduzzi - significa condannare al collasso la circolazione del territorio".

"Non sentiamo la necessità di un carcere che possa contenere 450 persone, con pareti alte 15 metri, quando i detenuti, allo stato attuale sono un'ottantina, di cui oltre 50 stranieri.

"Pordenone - continuano i leghisti - non vuole diventare la meta della malavita straniera. La strada maestra è puntare su accordi bilaterali con i Paesi da cui i malviventi provengono per rispedirli a casa, come ha indicato il ministro Maroni".

"Ci sono in ballo 20 milioni di euro che - sostengono - noi impiegheremmo per le vere emergenze del territorio, dando respiro ai lavoratori e alle imprese. Siamo favorevoli a un nuovo carcere, ma non delle dimensioni e nel luogo previsto. Mi risulta - dice Narduzzi - che a San Vito al Tagliamento, nella caserma Dall'Armi, costerebbe 20 milioni in meno, in una zona non così sovraffollata come quella di via Castelfranco Veneto.

"Per questo vogliamo che si convochi un tavolo tecnico per studiare ipotesi alternative, tra le quali un ampliamento della struttura esistente di piazza della Motta.

"Se il problema fosse accogliere i malviventi pordenonesi, la soluzione sarebbe semplice: basterebbe una casetta a contenerli tutti. Quello che fa rabbia, è che a queste latitudini le carceri sono strapiene di stranieri. Al Sud i detenuti sono quasi tutti locali, al Nord - conclude Narduzzi - la percentuale di stranieri si aggira attorno al 70%, con picchi inquietanti sull'85%".