UDC: rivedere profondamente criteri Piano sanitario regionale
(ACON) Trieste, 27 ott - COM/RC - Il Gruppo consiliare
regionale dell'UDC ha esaminato attentamente i criteri di
finanziamento 2010-2012 riferiti al Servizio sanitario regionale
(SSR) e manda a dire all'assessore alla Salute: i criteri vanno
profondamente rivisti.
Sulla scorta delle indicazioni emerse, infatti, il capogruppo
Edoardo Sasco ha inviato una lettera all'assessore Vladimir Kosic
e al presidente della Regione Renzo Tondo con la quale sono
illustrate le motivazioni di contrarietà al Piano.
Queste le ragioni riportate:
1) Ancora una volta la redazione di documenti programmatori
riguardanti la sanità è stata fatta con un metodo inaccettabile,
quello di prefigurare soluzioni, talvolta anche drastiche, e
renderle note senza un preventivo confronto con i gruppi
consiliari e con le forze politiche della maggioranza prima della
loro stesura;
2) La sanità della regione risulta essere ancora di qualità ed è
interesse di tutti mantenere questa caratteristica di fondo,
sfuggendo perciò dalla tentazione di effettuare tagli
generalizzati alla spesa, perché in questo modo si abbasserebbe
la qualità del nostro servizio sanitario. Una volta stabilita
l'entità definitiva dei tagli da effettuare, che non può essere
sproporzionata tra le componenti territoriali della regione,
vanno anche fissati contestualmente i criteri del riutilizzo
delle somme resesi disponibili. L'utilizzo di tali disponibilità
dovrà avvenire dopo aver sentito, a livello d'indirizzo,
l'Amministrazione regionale e non in modo arbitrario da parte dei
direttori generali delle Aziende sanitarie;
3) Scelte difficili, che richiedano sacrifici territoriali per
chiusure o ridimensionamenti di strutture sanitarie, vanno
programmate con maggiore flessibilità e previa consultazione del
territorio, in particolare gli enti locali. Alle popolazioni
interessate andranno in ogni caso comunicati l'entità esatta dei
sacrifici richiesti e le soluzioni alternative, in modo che a
tale coinvolgimento faccia seguito il massimo grado di
condivisione. Questo percorso riguarda anche l'eventuale
ridimensionamento dei punti nascita, la cui localizzazione
andrebbe individuata non dall'alto, ma all'interno delle singole
aziende sanitarie e d'intesa con gli organi di rappresentanza
delle autonomie locali;
4) Nella programmazione delle risorse disponibili va tenuto conto
della specificità rivestita dai territori montani, in quanto i
costi in tali ambiti sono evidentemente superiori, a causa delle
notevoli distanze intercorrenti tra i poli sanitari;
5) Pur non essendo contrari, in linea di principio, alla
razionalizzazione delle SOC, riteniamo però che per quanto
riguarda le due aziende ospedaliero-sanitarie, vanno tenute in
debita considerazione le esigenze didattiche e scientifiche dei
due atenei in campo sanitario, poiché la funzione
dell'insegnamento è inscindibile da quella clinica. Non è
ammissibile che attraverso questa riduzione si punti alla
riduzione a una delle due facoltà di Medicina esistenti. Anche
qui occorre chiarezza d'intenti e percorsi distinti, poiché non
sono immaginabili soluzioni surrettizie per sopprimere una delle
due facoltà;
6) Occorre, infine, scongiurare il rischio concreto di una
paralisi decisionale dovuta ai contrasti generati da questo modo
sbagliato di procedere, poiché l'equilibrio finanziario della
sanità regionale peggiorerebbe, sia in fatto di tenuta dei conti
sia a causa dell'aggravarsi dei rapporti tra le varie componenti
interessate al comparto sanitario.
In definitiva, l'UDC non considera sufficientemente convincenti
le proposte contenute nei criteri di finanziamento predisposti
dall'assessore Kosic, evidenziando la mancanza di confronto nel
merito tra i singoli territori, manifestando quindi serie
preoccupazioni per il futuro della sanità regionale.