Pdl: Colautti, rilancio edilizia passa anche per PMI
(ACON) Trieste, 5 nov - COM/AB - "Sono legittime le
preoccupazioni sollevate dal presidente Pitta sul calo dei lavori
in edilizia, anche se bisogna riconoscere che la riduzione dei
soldi presso le società appaltanti (enti locali) risulta
parzialmente vero".
L'affermazione è di Alessandro Colautti, consigliere regionale
del Pdl e presidente della IV Commissione consiliare, in merito
alle osservazioni della categoria.
"Non è vero che mancano i soldi agli enti locali: ci sono, ma non
vengono impiegati a causa di inghippi burocratici e ritardi.
L'impegno a livello regionale è di liberare quanto prima queste
preziose e notevoli risorse, che fungerebbero da volano per il
settore, accompagnando gli enti locali nelle fasi di preparazione
ed espletamento dei bandi attraverso la regia unica in capo alla
Regione".
Un altro passaggio fondamentale per venire incontro alle
richieste della categoria è quello di "rivedere al ribasso le
clausole, presenti nella quasi totalità dei bandi, che richiedono
a garanzia un fatturato dell'azienda pari ad almeno quattro volte
il valore dell'appalto. E' evidente che un simile vincolo esclude
a priori la partecipazione delle piccole e medie imprese".
Colautti annuncia una verifica su questo punto, affinché "si
abbassi il tetto massimo di garanzia affinché si creino
condizioni agevolanti la realtà imprenditoriale che caratterizza
il nostro territorio".
Dopo aver sottolineato che la Regione ha stanziato nel bilancio
2010 8 milioni di euro per i lavori pubblici, il presidente della
IV Commissione assicura l'impegno nel bilancio agganciando i
fondi su due capitoli del futuro: la green economy (per il cui
lancio si prevedono contributi, agevolazioni, mutui a tasso zero)
funzionale all'adeguamento dell'edilizia pubblica e privata ai
parametri di Kyoto e alle direttive europee per il recupero
energetico-ambientale e il project financing (sinergia
pubblico-privato).
Accanto a questi, l'innovazione passerà attraverso il maxi fondo
immobiliare regionale per l'housing sociale, afferma Colautti:
"Il Fondo immobiliare, costituito da risorse regionali,
nazionali, privati ed enti locali, permetterà non solo di
costruire abitazioni utilizzando il mix pubblico-privato, ma
anche di recuperare le aree dismesse (come le ex caserme) che
verranno conferite nel fondo e utilizzate per elaborare progetti
di edilizia libera o a canone concordate come vale per le Ater.
In questi casi il privato assumerà una funzione etica visto che
il recupero degli investimenti avverrà non su brevi periodi, come
nel mercato tradizionale, bensì sul lungo periodo".