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PD: Pupulin, su ospedali riuniti PN confusione e impreparazione

10.11.2010
17:05
(ACON) Trieste, 10 nov - COM/DT - "La decisione di chiudere i servizi di anatomia patologica e microbiologia dell'ospedale S. Maria degli Angeli di Pordenone mette in luce gli effetti perversi, non previsti e forse non ipotizzati dell'operazione ospedali riuniti".

Ad affermarlo è il consigliere regionale del PD Paolo Pupulin, a giudizio del quale "l'errore di partenza è stato quello di mettere assieme due realtà per certi versi non componibili, un'attività prevalentemente orientata alla ricerca e l'altra totalmente concentrata sull'intervento clinico. Non si poteva così che approdare a un conflitto insanabile tra il nosocomio di riferimento per la provincia e il CRO.

"In sostanza - aggiunge Pupulin - voluta o no, si è fatta un'operazione che rappresenta un mix micidiale di confusione, impreparazione e superficialità. Come si possa immaginare - e progettare - il nuovo ospedale della Destra Tagliamento (si parla di 650-700 posti letto) iniziando dalla riduzione di importanti funzioni e servizi, non è certo né comprensibile né ragionevole. Ci dovrà pur essere qualcuno in grado di spiegarcelo con argomenti meno banali e più plausibili di quelli rappresentati dall'assessore Kosic, per il quale quei servizi si possono fare da qualsiasi parte senza conseguenze sulla qualità delle prestazioni.

"Il problema sorge, invece, quando si tratta di dare una risposta all'esigenza di salvaguardare la continuità del CRO, istituto al quale non sarebbe possibile sottrarre queste attività pena il declassamento. Dunque, un bel dilemma sta dinanzi a questa sorta di apprendisti stregoni che hanno voluto imporre, con tempi accelerati e senza gli opportuni approfondimenti, una soluzione, quella degli ospedali riuniti, che aveva fatto subito emergere una contraddizione irrisolvibile: o si danneggiava il futuro del nuovo ospedale della provincia o si metteva a rischio il CRO. Vediamo ora dove si nasconderanno i fautori di questa improvvida operazione, molto contestata dagli stessi amministratori locali e che a parole cerca di salvaguardare tutto l'esistente, ma nella realtà inizia bene col ridimensionare il cuore centrale della sanità provinciale.

"Ci troviamo tra l'altro in presenza di un capovolgimento di ruoli - prosegue Pupulin - con le direzioni delle Aziende che avanzano i contenuti della programmazione sanitaria mentre le decisioni pratiche sono concentrate nelle mani di una sola persona, il direttore della Direzione salute Paolo Basaglia, di cui l'assessore responsabile sta diventando semplice portavoce. Decisioni che, alla fine, vengono assunte prima di tutto sulla base delle pressioni dei vari riferimenti politici e delle faticose ricerche di equilibrio all'interno della maggioranza regionale. Niente di più penoso, perché dà la stura a una riorganizzazione tutta basata su criteri politici ed economicistici contrari a quelli clinici che dovrebbero invece essere di riferimento per qualsiasi seria impostazione sanitaria ed epidemiologica.

"Arrivati a questo punto, la Conferenza dei sindaci deve farsi carico di chiedere la massima trasparenza delle scelte e la ricerca di una soluzione che salvaguardi le due esigenze. I cittadini della provincia di Pordenone non possono accettare sperimentazioni azzardate non riscontrabili in nessuna altra provincia della regione, dove basta solo l'ipotesi di chiusura o ridimensionamento di un punto nascita per creare scompiglio nella maggioranza fino alla richiesta delle dimissioni dello stesso assessore Kosic.

"Si continua poi a nascondere il problema principale: come sia possibile mantenere e qualificare, a tutti i livelli, le attuali funzioni ospedaliere se si mantiene in vita il vincolo della sostituzione di appena il 40% del turn over del personale e solo a condizione dell'autorizzazione del direttore centrale. Ho la netta impressione che da questi errori e incompetenze il prezzo più pesante lo pagheranno i servizi sul territorio, quelli - conclude Pupulin - sentiti e vissuti come indispensabili dalla maggioranza dei cittadini".