PD: Lupieri, poco attendibile relazione liste d'attesa
(ACON) Trieste, 15 nov - COM/DT - Con nove mesi di ritardo
arriva domani in III Commissione la prima relazione sullo stato
di attuazione e i risultati ottenuti nel contenimento delle liste
di attesa. Ma non convince affatto il sistema usato per la
valutazione dei risultati, afferma Sergio Lupieri, perché
definire raggiunto l'obiettivo se ciò avviene in almeno un punto
di erogazione del Servizio sanitario regionale per area vasta, e
solo per alcune prestazioni, non è corretto e del tutto
opinabile.
L'area vasta - ricorda il consigliere regionale del PD - è
costituita dall'Azienda sanitaria, da quella ospedaliera,
dall'IRCCS, e vi fanno riferimento circa 400 mila cittadini per 5
milioni di prestazioni l'anno. Se si raggiunge l'obiettivo in un
punto dell'area vasta, viene spontaneo chiedersi cosa avvenga in
tutti gli altri e negli altri mesi dell'anno.
Pertanto, aggiunge Lupieri, la relazione ci presenta un campione
poco significativo, che può servire al limite per una semplice
discussione. Manca l'andamento regionale del flusso delle
prestazioni erogate durante l'anno. Un monitoraggio
insufficiente, non in grado di raggiungere un quadro di sintesi,
e dove non sono presenti informazioni sui tempi di attesa dei
referti, sulla valutazione delle varie performance degli enti e
sull'efficacia dei rimedi adottati. Così come manca la
possibilità di incrociare i reclami dei cittadini con le cause
del reclamo, e i risultati che si sono ottenuti con i 2,5 milioni
di euro investiti sulla migliore produttività. Mi auguro che il
nuovo Piano nazionale dei tempi di attesa, di prossima
pubblicazione e del quale nella relazione non c'è menzione, ci
porti un nuovo sistema di monitoraggio innovativo.
Invito anche la Giunta Tondo, prosegue il consigliere, al
rispetto della legge sui tempi di attesa, e quindi a intervenire
sull'uso delle apparecchiature diagnostiche, sull'obbligo
dell'informazione ai cittadini, sul definire i sistemi di qualità
certificati, a semplificare gli stessi certificati, a
convenzionarsi con associazioni imprenditoriali, tutte questioni
inserite in legge e sulle quali fino ad oggi non c'è nulla.
Ritengo quindi, conclude Lupieri, che la legge sui tempi di
attesa debba ancora dimostrare di essere servita a qualcosa,
perché per la maggior parte questa norma non fa che ripetere cose
iniziate da anni e ricopia ancora una volta i contenuti della
vecchia, ma sempre attuale, 288 senza introdurre evoluzioni
ulteriori.