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PD: Lupieri, poco attendibile relazione liste d'attesa

15.11.2010
12:48
(ACON) Trieste, 15 nov - COM/DT - Con nove mesi di ritardo arriva domani in III Commissione la prima relazione sullo stato di attuazione e i risultati ottenuti nel contenimento delle liste di attesa. Ma non convince affatto il sistema usato per la valutazione dei risultati, afferma Sergio Lupieri, perché definire raggiunto l'obiettivo se ciò avviene in almeno un punto di erogazione del Servizio sanitario regionale per area vasta, e solo per alcune prestazioni, non è corretto e del tutto opinabile.

L'area vasta - ricorda il consigliere regionale del PD - è costituita dall'Azienda sanitaria, da quella ospedaliera, dall'IRCCS, e vi fanno riferimento circa 400 mila cittadini per 5 milioni di prestazioni l'anno. Se si raggiunge l'obiettivo in un punto dell'area vasta, viene spontaneo chiedersi cosa avvenga in tutti gli altri e negli altri mesi dell'anno.

Pertanto, aggiunge Lupieri, la relazione ci presenta un campione poco significativo, che può servire al limite per una semplice discussione. Manca l'andamento regionale del flusso delle prestazioni erogate durante l'anno. Un monitoraggio insufficiente, non in grado di raggiungere un quadro di sintesi, e dove non sono presenti informazioni sui tempi di attesa dei referti, sulla valutazione delle varie performance degli enti e sull'efficacia dei rimedi adottati. Così come manca la possibilità di incrociare i reclami dei cittadini con le cause del reclamo, e i risultati che si sono ottenuti con i 2,5 milioni di euro investiti sulla migliore produttività. Mi auguro che il nuovo Piano nazionale dei tempi di attesa, di prossima pubblicazione e del quale nella relazione non c'è menzione, ci porti un nuovo sistema di monitoraggio innovativo.

Invito anche la Giunta Tondo, prosegue il consigliere, al rispetto della legge sui tempi di attesa, e quindi a intervenire sull'uso delle apparecchiature diagnostiche, sull'obbligo dell'informazione ai cittadini, sul definire i sistemi di qualità certificati, a semplificare gli stessi certificati, a convenzionarsi con associazioni imprenditoriali, tutte questioni inserite in legge e sulle quali fino ad oggi non c'è nulla.

Ritengo quindi, conclude Lupieri, che la legge sui tempi di attesa debba ancora dimostrare di essere servita a qualcosa, perché per la maggior parte questa norma non fa che ripetere cose iniziate da anni e ricopia ancora una volta i contenuti della vecchia, ma sempre attuale, 288 senza introdurre evoluzioni ulteriori.