PD: Pupulin, fare chiarezza su reali progetti sanità pordenonese
(ACON) Trieste, 15 nov - COM/ET - Paolo Pupulin, consigliere
regionale del PD, segnala come il piano degli ospedali riuniti
non sia mai stato presentato insieme agli altri due piani
aziendali, cioè quelli della residua azienda territoriale e
quello del CRO di Aviano e che pressoché in tutte le occasioni
pubbliche abbia parlato solo il direttore generale dell'ospedale.
"Quasi - dice il consigliere - che in fondo questa sia una
questione che riguarda solo il futuro dell'ospedale Santa Maria
degli Angeli".
"Nessuna condivisione né dialogo - continua Pupulin - in modo
particolare con le organizzazioni sindacali. Nessuna discussione
e valutazione che avesse il minimo profilo di programmazione
prospettica e anche la prima conferenza dei sindaci è proseguita
con sole rassicurazioni".
Per l'esponente dell'opposizione si sono però aperte varie falle,
a partire dalla chiusura dell'anatomia patologica dell'ospedale
di Pordenone, per proseguire con il declassamento del nosocomio
di Spilimbergo, la messa in liquidazione di medicina e pronto
soccorso a Maniago e così via.
"Nella realtà - sostiene Pupilin - le questioni sottaciute sono
molte. Prima di tutto non si è parlato delle dotazioni organiche.
Eppure la legge regionale è chiara e vieta le assunzioni, anche
per i turn-over, consentendole entro un limite molto ristretto
(40%) e a saldo negativo rispetto al 2009, solo se c'è il
pareggio di bilancio, solo per servizi d'emergenza e dietro
autorizzazione della Regione. I direttori dovrebbero già oggi,
valutando i numeri delle uscite del personale, conoscere e
prevedere quale piano potranno gestire per il mantenimento delle
attività delle strutture, cosa chiudere o cosa tenere aperto.
"L'unica preoccupazione - secondo il consigliere - è sembrata
quella di rassicurare sul fatto che la nuova azienda ospedaliera
sarà bella e grande (ma di fatto è solo la sommatoria di tutti i
reparti oggi già esistenti) e che nulla sarebbe cambiato per i
diversi presidi ospedalieri.
"Alcune attività che oggi risultano funzionali all'ottica della
rete territoriale, cioè integrano funzioni minime assistenziali
specialistiche utili al territorio, dal prossimo gennaio 2011
risulteranno parenti poveri e improduttivi di un'unica famiglia.
Senza dimenticare che alcune forme assistenziali oggi offerte al
territorio dai medici dell'ospedale di San Vito e Spilimbergo
(nelle RSA, nelle case di riposo) dovranno dall'anno prossimo
essere acquistate dall'ASS.6 presso l'Azienda ospedaliera degli
ospedali riuniti.
"Le conseguenze - sostiene Pupulin - appaiono evidenti e
prevedibili e sarebbe indispensabile che nella prossima
convocazione della conferenza, prevista per mercoledì 17
novembre, i sindaci pretendessero risposte precise e
condivisibili su una serie di domande che sono chiare ormai a
tutti.
"È prevedibile la chiusura, non meditata e indiscriminata, di
esperienze organizzative e di offerte assistenziali oggi
presenti. È evidente che si intende tirare a campare fino a fine
anno per poter chiudere con tutta tranquillità. È pressoché
impossibile, a queste condizioni, che il cittadino possa
usufruire delle stesse prestazioni qualitative e quantitative. I
governo dell'offerta impostato sulla base di una logica
sfacciatamente economicistica, nella migliore delle ipotesi
determinerà un aumento dell'offerta privata (tanto, si afferma
sottovoce, costa meno).
"Nessun può immaginare come si potrà conciliare il tutto con il
nascente nuovo ospedale, che si dice dovrebbe avere 650-700 posti
letto (diversamente dagli attuali 400-450).
"Quali strutture saranno destinate conseguentemente a chiudere?
L'Azienda territoriale, l'Ass 6 ne uscirà notevolmente
impoverita, sia sul piano organizzativo delle strutture fino a
oggi create che nella previsione del personale operativo.
L'organizzazione futura prevede 5 Distretti che opereranno su 3
ADO (Assistenza distrettuale omogenea): ciò significherà che il
personale verrà messo in equipe condivise con il solo scopo di
utilizzarlo su tutto il territorio. Per sopperire alle carenze di
organico, si sarà costretti o ad allungare le liste di attesa o a
sopprimere attività.
"Questa impostazione risulta chiara anche laddove si prevede già
di ridurre il numero dei medici, finora previsti nei distretti,
della metà di quello attuale. Solo per fare qualche esempio,
laddove vengono soppresse strutture organizzative quali il
Servizio adozioni, o quando attività specifiche quali la
neuropsichiatria infantile vengono messe a fattor comune con i
dipartimenti di salute mentale dove vi è una casistica clinica e
diverse modalità terapeutiche.
"Come potranno intercambiarsi gli operatori se non in modo
frettoloso, senza alcuna idea di adeguatezza, non risulta in
alcun modo comprensibile.
"Sta tutta in queste motivazioni - dice Pupulin - la scelta di
presentare il piano senza raccordarlo alle politiche di scorporo
e a quelle dell'offerta globale dei servizi, così come la
decisione di non presentare i conti sul personale".
Il risultato finale, per il consigliere, è l'impossibilità di
avere un quadro chiaro e comparabile dell'offerta globale
ospedale-territorio. Un modo per mettere le amministrazioni
locali in difficoltà, rischiando di subire un progetto di cui non
hanno potuto conoscere fino in fondo le reali conseguenze.
"Mi aspetto da parte della Conferenza dei sindaci la richiesta di
fare chiarezza fino in fondo su questioni che riguardano il
futuro della sanità e la effettiva tutela della salute dei
cittadini della nostra provincia. Senza di essa - conclude
Pupulin - credo non si possa esprimere un parere positivo,
pretendendo al contrario puntuali risposte di merito, che finora
non sono state date".