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III Comm: presentata relazione contenimento liste di attesa

16.11.2010
16:10
(ACON) Trieste, 16 nov - RC - Arriverà anche all'attenzione dell'Aula, con modalità che stabiliranno i capigruppo, la prima relazione sullo stato di attuazione della legge regionale 7 del 2009 sul contenimento dei tempi di attesa delle prestazioni sanitarie, vagliata dalla III Commissione consiliare presieduta da Giorgio Venier Romano (UDC).

Se tra dati che parlano di tempi minori per altri che parlano di tempi più lunghi, a seconda delle prestazioni analizzate, è emerso che è difficile stabilire se per i cittadini vi sia stato un reale miglioramento nelle attese, dall'assessore regionale alla Salute, Vladimir Kosic, si è appreso che le Aziende sanitarie capofila di area vasta hanno ricevuto un finanziamento integrativo di 2,5 milioni di euro per il contenimento del fenomeno: area vasta Triestina 778.833,33 euro; area vasta Udinese 1.093.333,33 euro; area vasta Pordenonese 628.333,33 euro. Il riconoscimento a ciascuna Azienda si basa sull'aumento delle prestazioni rispetto al 2009, aumento raggiungibile anche attraverso le strutture sanitarie private alle quali il cittadino ha diritto di rivolgersi quando le pubbliche superano i limiti di tempo di erogazione.

E proprio ai privati la Regione ha stanziato, sempre per abbattere i tempi, 1,5 milioni mentre interverrà con 350mila euro per l'informatizzazione dei medici di medicina generale; vi sono 6,5 milioni disponibili da precedenti esercizi finanziari; sono stati recuperati 20mila euro destinati alla dirigenza medica e veterinaria.

Due le linee di azione dell'assessore Kosic: puntare a prescrizioni appropriate, e dunque all'assunzione di responsabilità da parte di medici e specialisti; aumentare il numero delle prescrizioni prioritarie. Ma - è stata la sua chiosa - conosceremo a breve le linee operative del "Piano nazionale di governo dei tempi di attesa", linee alle quali anche la nostra Regione dovrà adeguarsi in 60 giorni.

Nell'ambito del dibattito, Sergio Lupieri (PD) si è detto non convinto del sistema usato per verificare i risultati: i tempi di attesa sono a macchia di leopardo, è impossibile incrociare i reclami dei cittadini con le cause di tali reclami; non si trova se e come vi sia stata miglioria con i 2,5 milioni impiegati; non si pone una soluzione ai cittadini che non si presentano agli esami, pari al 10-15%. Bisognerebbe, poi, capire perché nelle sale operatorie private i tour over avvengono in tempi rapidi, ma lo stesso non accade in quelle pubbliche.

Massimo Blasoni (Pdl) ha, all'opposto, lodato i risultati ottenuti, specie per le urgenze, alle quali è sempre garantita l'immediatezza. Per lui, fondamentale è aumentare il numero delle prestazioni prioritarie ed educare i cittadini a rispettare le prenotazioni. Si tratta - ha detto - di un gesto di civiltà. Inoltre, vanno potenziati i processi di prenotazione, ad esempio utilizzando la via telematica già in fase di sperimentazione.

Franco Codega (PD) si è meravigliato delle numerose criticità che ogni area vasta ha registrato e le ha definite significative.

Molto critico Roberto Asquini (Misto), per il quale i tempi di attesa sono peggiorati (allora - ha accusato - vuol dire che o non siete capaci di risolvere la situazione o andate dicendo il falso) e aumentare le prestazioni prioritarie non è sufficiente. I tempi di attesa sono calati solo lì dove i pazienti stessi sono diminuiti perché si sono rivolti al privato. Inoltre, il CUP (Centro unico di prenotazione) non può essere solo un call center, ma un gruppo di professionisti che sanno dove indirizzare i cittadini.

Per Stefano Pustetto (SA-SEL), l'assessore deve discutere in Commissione pure le linee guida, anche se ciò non è obbligatorio. Appropriatezza della prescrizione e priorità sono le due mosse necessarie su cui agire. Non si può sapere veramente se i tempi sono migliorati o no. Quanto al CUP, ha criticato la presenza, in quello di Udine, di personale precedentemente impiegato nel catering e dunque poco esperto di problematiche sanitarie. Utilizzare le strutture private deve essere l'ultima opzione perché si sa che, essendo a pagamento, tendono a prescrivere più analisi del necessario. La relazione non riporta i risultati della sperimentazione ideata per limitare i cittadini che non rispettano le prenotazioni. La Regione dovrebbe spendere i soldi per aumentare le assunzioni, e non darli senza batter ciglio per abbattere le liste.

Enio Agnola (Idv) ha affermato che il problema principale è quello dell'adeguatezza della prestazione. Bisogna migliorare il sistema di prenotazione tra farmacie, medici di base e CUP, ma al contempo migliorare la formazione del cittadino, il suo livello di conoscenza spiegandogli quando una prestazione è per lui appropriata, ma anche quando è inutile. La Regione avvii una campagna di informazione a riguardo.

(foto; immagini tv)