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IV Comm: cave, approvato articolo 5 (1)

17.11.2010
14:45
(ACON) Trieste, 17 nov - DT - E' ripreso con l'articolo 5 l'esame, in IV Commissione consiliare (presidente Alessandro Colautti, Pdl), delle norme che regolano le attività estrattive e le risorse geotermiche.

Un lungo dibattito si è concentrato sul primo emendamento presentato - e firmato Colautti - dato che è andato a inserirsi in un articolo che è il cuore della norma voluta dalla Giunta. In sostanza, sono tre i punti di rilievo dell'emendamento: primo, gli enti locali devono adeguare gli strumenti di pianificazione comunale e sovracomunale alle prescrizioni contenute nel Piano regionale per le attività estrattive) entro 180 giorni dalla pubblicazione del PRAE stesso. Se non lo fanno, ed è il secondo punto, arriva una diffida dalla Regione e il Comune ha 30 giorni di tempo per provvedere (salvo deroga motivata da ragioni d'urgenza). Trascorso il mese, allora la Giunta nomina un commissario per portare a termine l'attività non realizzata dal municipio.

Il primo a esprimere perplessità sui contenuti è stato Enore Picco, LN, che ha chiesto una mediazione per l'Aula. Molto più critico Gianfranco Moretton, capogruppo del PD: si tratta di una disposizione-bavaglio, che lega mani e piedi ai Comuni, che li umilia. Con questa norma andrete a fare tutto ciò che vorrete sul territorio.

Bisogna salvaguardare il nostro territorio, ha affermato Mauro Travanut, del PD, e il Comune non può essere rullato e tacitato. Stralciamo questo articolo. Per Stefano Pustetto, della SA-SEL, tutta la legge denota una grande forzatura da parte della Giunta, si vanno a calpestare i diritti degli enti locali più vicini ai cittadini.

Abbiamo la cornice ma non il quadro, ha precisato Giorgio Brandolin, PD. Manca la pianificazione, non c'è la volontà di ragionare insieme alle autonomie locali.

Per la maggioranza è intervenuto Daniele Galasso, capogruppo del Pdl. Nessuna imposizione, questi sono percorsi che sono sempre stati pensati assieme ai Comuni, però deve esserci qualcuno che valuta l'interesse generale, il potere sostitutivo si usa solo se c'è una necessità non più rinviabile.

È vero che commissariare chi è inadempiente non è una novità, gli ha ribattuto Piero Colussi (Citt), ma il punto focale dell'articolo non è questo. Bisogna invece trovare un compromesso tra le esigenze degli imprenditori e quelle del territorio, le amministrazioni devono poter esprimere un parere.

Calare dall'alto il PRAE è inaccettabile, ha ribadito il capogruppo di Idv Alessandro Corazza. Dobbiamo tutelare l'interesse generale, soprattutto con riguardo alla salute e all'ambiente, non quello particolare. La visione del territorio del centrodestra? Qualcosa che si può prendere, sfruttare e vendere.

Maurizio Salvador, UDC, ha ricordato come la pianificazione sovracomunale prevalga sempre su quella comunale. Però merita un approfondimento l'appesantimento burocratico che si va a creare: c'è già il limite dei 180 giorni, è sufficiente.

Abbiamo ereditato una norma uguale a questa, ha sottolineato Luca Ciriani, assessore all'Ambiente. Questo è un aggiornamento delle procedure ma sui contenuti non ha differenze rispetto alle leggi esistenti. Anzi, si dà più pubblicità all'informazione sul PRAE, il principio della partecipazione è rafforzato. PRAE che comunque non si potrà approvare senza un piano del fabbisogno e della sostenibilità ambientale, e che non darà spazio a nessun potere forte. Non sarà un piano di rapina del territorio. Ed è stato lo stesso Ciriani, dopo tre ore di discussione, a proporre una soluzione all'empasse della Commissione: a maggioranza, si è votato per lo stralcio di un comma dell'emendamento Colautti, quello che porta, in caso di inadempienza del Comune, prima alla diffida e poi al commissario.

Votato all'unanimità poi un emendamento sottoscritto dai consiglieri del PD Moretton, Brandolin, Travanut e Lupieri per il quale il PRAE sarà sottoposto al parere della IV Commissione.

(segue)

(immagini tv)