IV Comm: cave, approvato articolo 5 (1)
(ACON) Trieste, 17 nov - DT - E' ripreso con l'articolo 5
l'esame, in IV Commissione consiliare (presidente Alessandro
Colautti, Pdl), delle norme che regolano le attività estrattive e
le risorse geotermiche.
Un lungo dibattito si è concentrato sul primo emendamento
presentato - e firmato Colautti - dato che è andato a inserirsi
in un articolo che è il cuore della norma voluta dalla Giunta. In
sostanza, sono tre i punti di rilievo dell'emendamento: primo,
gli enti locali devono adeguare gli strumenti di pianificazione
comunale e sovracomunale alle prescrizioni contenute nel Piano
regionale per le attività estrattive) entro 180 giorni dalla
pubblicazione del PRAE stesso. Se non lo fanno, ed è il secondo
punto, arriva una diffida dalla Regione e il Comune ha 30 giorni
di tempo per provvedere (salvo deroga motivata da ragioni
d'urgenza). Trascorso il mese, allora la Giunta nomina un
commissario per portare a termine l'attività non realizzata dal
municipio.
Il primo a esprimere perplessità sui contenuti è stato Enore
Picco, LN, che ha chiesto una mediazione per l'Aula. Molto più
critico Gianfranco Moretton, capogruppo del PD: si tratta di una
disposizione-bavaglio, che lega mani e piedi ai Comuni, che li
umilia. Con questa norma andrete a fare tutto ciò che vorrete sul
territorio.
Bisogna salvaguardare il nostro territorio, ha affermato Mauro
Travanut, del PD, e il Comune non può essere rullato e tacitato.
Stralciamo questo articolo. Per Stefano Pustetto, della SA-SEL,
tutta la legge denota una grande forzatura da parte della Giunta,
si vanno a calpestare i diritti degli enti locali più vicini ai
cittadini.
Abbiamo la cornice ma non il quadro, ha precisato Giorgio
Brandolin, PD. Manca la pianificazione, non c'è la volontà di
ragionare insieme alle autonomie locali.
Per la maggioranza è intervenuto Daniele Galasso, capogruppo del
Pdl. Nessuna imposizione, questi sono percorsi che sono sempre
stati pensati assieme ai Comuni, però deve esserci qualcuno che
valuta l'interesse generale, il potere sostitutivo si usa solo se
c'è una necessità non più rinviabile.
È vero che commissariare chi è inadempiente non è una novità, gli
ha ribattuto Piero Colussi (Citt), ma il punto focale
dell'articolo non è questo. Bisogna invece trovare un compromesso
tra le esigenze degli imprenditori e quelle del territorio, le
amministrazioni devono poter esprimere un parere.
Calare dall'alto il PRAE è inaccettabile, ha ribadito il
capogruppo di Idv Alessandro Corazza. Dobbiamo tutelare
l'interesse generale, soprattutto con riguardo alla salute e
all'ambiente, non quello particolare. La visione del territorio
del centrodestra? Qualcosa che si può prendere, sfruttare e
vendere.
Maurizio Salvador, UDC, ha ricordato come la pianificazione
sovracomunale prevalga sempre su quella comunale. Però merita un
approfondimento l'appesantimento burocratico che si va a creare:
c'è già il limite dei 180 giorni, è sufficiente.
Abbiamo ereditato una norma uguale a questa, ha sottolineato Luca
Ciriani, assessore all'Ambiente. Questo è un aggiornamento delle
procedure ma sui contenuti non ha differenze rispetto alle leggi
esistenti. Anzi, si dà più pubblicità all'informazione sul PRAE,
il principio della partecipazione è rafforzato. PRAE che comunque
non si potrà approvare senza un piano del fabbisogno e della
sostenibilità ambientale, e che non darà spazio a nessun potere
forte. Non sarà un piano di rapina del territorio. Ed è stato lo
stesso Ciriani, dopo tre ore di discussione, a proporre una
soluzione all'empasse della Commissione: a maggioranza, si è
votato per lo stralcio di un comma dell'emendamento Colautti,
quello che porta, in caso di inadempienza del Comune, prima alla
diffida e poi al commissario.
Votato all'unanimità poi un emendamento sottoscritto dai
consiglieri del PD Moretton, Brandolin, Travanut e Lupieri per il
quale il PRAE sarà sottoposto al parere della IV Commissione.
(segue)
(immagini tv)