CR: circoscrizioni comunali, relatore minoranza Corazza (6)
(ACON) Trieste, 24 nov - MPB - Una proposta di legge regionale
nata in modo insolito, non dalla constatazione di una esigenza
specifica della società o del territorio, bensì dalla volontà di
ripristinare ciò che a livello nazionale si è virtuosamente tolto.
Il relatore di minoranza Alessandro Corazza (Idv), esprimendo
contrarietà al testo, ha sottolineato che la soppressione delle
circoscrizioni di decentramento comunale per le città sotto i 250
mila abitanti, consentendone la sopravvivenza facoltativa in
quelle con più di 100 mila era stata fortemente voluta dal gruppo
parlamentare dell'Italia dei Valori, che la inserì nella legge
finanziaria 2008. Con la legge finanziaria 2010, infine, i Comuni
devono procedere alla soppressione delle circoscrizioni.
Un'iniziativa che definisce un quadro generale di semplificazione
istituzionale e riduzione della spesa pubblica con il taglio di
spese e enti inutili ma che - ha insistito Corazza - si scontra
incredibilmente con le resistenze trasversali di gran parte della
classe politica della nostra Regione e la specialità che vantiamo
viene oggi utilizzata per ripristinare un istituto che era
virtuosamente stato lasciato per le sole città con più di 250.000
abitanti. In termini pratici, andrebbero eliminate le
circoscrizioni a Gorizia, dove il ridotto numero di abitanti non
le giustifica, a Pordenone, dove c'è il favore di chi guida oggi
quell'amministrazione comunale e a Udine, dove proprio in
ossequio alla disposizione nazionale le stesse sono già vacanti
nel corrente mandato elettorale.
Eppure, nonostante tutta questa serie di fattori favorevoli, ci
sono pressioni autoreferenziali provenienti dalla stessa classe
politica invece che da istanze di cittadini da parte dei quali
invece non si avverte la minima preoccupazione per la perdita di
un istituto con poteri esclusivamente propositivi e consultivi.
A rendere inopportuna la reintroduzione delle circoscrizioni nel
nostro ordinamento regionale per Corazza è anche un'analisi di
merito. Fino a qualche anno fa, infatti, questo livello
intermedio di rappresentanza politica aveva la funzione di
garantire un necessario collegamento tra cittadini e Comune,
spesso debole; oggi l'elevato grado di alfabetizzazione, anche
informatica, permette una relazione diretta con il Comune e con
le altre pubbliche amministrazioni, sfruttando anche le
innovazioni tecnologiche rappresentate soprattutto dalla
possibilità di accedere a svariati servizi comunali attraverso
internet. Inoltre, la nascita frequente e spontanea di comitati
cittadini rivela che il livello circoscrizionale, il più delle
volte, non riesce a impersonare al meglio i cittadini oppure non
viene da essi riconosciuto o considerato.
Rimangono pertanto - è la conclusione di Corazza - molte ragioni
per considerare inopportuna questa proposta di legge, tanto più
che, in sede di Commissione, non sono state concesse le audizioni
di soggetti che avessero già affrontato questo cambiamento (come
il Comune di Udine) o di altri soggetti interessati.
(segue)