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CR: circoscrizioni comunali, relatore minoranza Corazza (6)

24.11.2010
15:34
(ACON) Trieste, 24 nov - MPB - Una proposta di legge regionale nata in modo insolito, non dalla constatazione di una esigenza specifica della società o del territorio, bensì dalla volontà di ripristinare ciò che a livello nazionale si è virtuosamente tolto.

Il relatore di minoranza Alessandro Corazza (Idv), esprimendo contrarietà al testo, ha sottolineato che la soppressione delle circoscrizioni di decentramento comunale per le città sotto i 250 mila abitanti, consentendone la sopravvivenza facoltativa in quelle con più di 100 mila era stata fortemente voluta dal gruppo parlamentare dell'Italia dei Valori, che la inserì nella legge finanziaria 2008. Con la legge finanziaria 2010, infine, i Comuni devono procedere alla soppressione delle circoscrizioni.

Un'iniziativa che definisce un quadro generale di semplificazione istituzionale e riduzione della spesa pubblica con il taglio di spese e enti inutili ma che - ha insistito Corazza - si scontra incredibilmente con le resistenze trasversali di gran parte della classe politica della nostra Regione e la specialità che vantiamo viene oggi utilizzata per ripristinare un istituto che era virtuosamente stato lasciato per le sole città con più di 250.000 abitanti. In termini pratici, andrebbero eliminate le circoscrizioni a Gorizia, dove il ridotto numero di abitanti non le giustifica, a Pordenone, dove c'è il favore di chi guida oggi quell'amministrazione comunale e a Udine, dove proprio in ossequio alla disposizione nazionale le stesse sono già vacanti nel corrente mandato elettorale.

Eppure, nonostante tutta questa serie di fattori favorevoli, ci sono pressioni autoreferenziali provenienti dalla stessa classe politica invece che da istanze di cittadini da parte dei quali invece non si avverte la minima preoccupazione per la perdita di un istituto con poteri esclusivamente propositivi e consultivi.

A rendere inopportuna la reintroduzione delle circoscrizioni nel nostro ordinamento regionale per Corazza è anche un'analisi di merito. Fino a qualche anno fa, infatti, questo livello intermedio di rappresentanza politica aveva la funzione di garantire un necessario collegamento tra cittadini e Comune, spesso debole; oggi l'elevato grado di alfabetizzazione, anche informatica, permette una relazione diretta con il Comune e con le altre pubbliche amministrazioni, sfruttando anche le innovazioni tecnologiche rappresentate soprattutto dalla possibilità di accedere a svariati servizi comunali attraverso internet. Inoltre, la nascita frequente e spontanea di comitati cittadini rivela che il livello circoscrizionale, il più delle volte, non riesce a impersonare al meglio i cittadini oppure non viene da essi riconosciuto o considerato.

Rimangono pertanto - è la conclusione di Corazza - molte ragioni per considerare inopportuna questa proposta di legge, tanto più che, in sede di Commissione, non sono state concesse le audizioni di soggetti che avessero già affrontato questo cambiamento (come il Comune di Udine) o di altri soggetti interessati.

(segue)