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Le consigliere regionali ricordano giornata contro violenza donne

24.11.2010
15:32
(ACON) Trieste, 24 nov - RC - Nel febbraio 2000, l'ONU ha proclamato il 25 novembre "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne" in quanto quel giorno esattamente di 50 anni fa tre sorelle attiviste politiche della Repubblica dominicana furono brutalmente assassinate.

La vicepresidente del Consiglio regionale Annamaria Menosso, e le altre due consigliere regionali elette, Mara Piccin e Alessia Rosolen, hanno ricordato l'evento con le rappresentanti di Udine e Trieste dei Centri antiviolenza, in prima linea nella lotta a questo grave e preoccupante fenomeno.

E che sia preoccupante - ha detto la Menosso - è dimostrato dai dati ISTAT: la violenza fisica e sessuale degli uomini riguarda un terzo delle donne che vivono in Italia (6 milioni e 743 mila). Tra queste, quasi 4 milioni di donne hanno subito violenza fisica e circa 5 milioni hanno subito violenza sessuale. Se fra le violenze sessuali si considerano solo lo stupro e il tentato stupro, sono oltre un milione le donne che ne sono state vittime.

Il problema ha cifre ragguardevoli anche in Friuli Venezia Giulia: sono 6.479 le donne accolte nei Centri antiviolenza regionali dal 1995 al 2009 (2.764 a Udine, 1.175 a Pordenone, 1.793 a Trieste, 529 a Ronchi dei Legionari e 218 a Gorizia) a cui vanno aggiunti gli oltre 500 nuovi casi del 2010, ma si calcola che solo il 3% delle vittime si rivolga a tali centri; il 70% sono italiane; il 6,1% ha subito violenza fisica o sessuale da parte di un uomo negli ultimi 12 mesi, ma guardando al corso della vita la percentuale sale al 33,9%. Non da ultimo, sono 3 le donne uccise dalla violenza del marito solo quest'anno.

Si tratta di casi che potevano essere evitati - hanno fatto presente le rappresentanti dei Centri - perché le avvisaglie c'erano tutte ed erano note alle autorità, ma ciò che manca è la valutazione del rischio. Altro limite è il numero di posti letto (56 in tutta la regione) per i casi di ricovero segreto o di emergenza: troppo pochi per le reali esigenze del territorio.

Se la legge regionale n. 17 del 2000 "Realizzazione di progetti antiviolenza e istituzione di centri per donne in difficoltà" si è rivelata un valido strumento per prendersi carico del fenomeno, a detta di tutte le presenti gli interventi vanno sostenuti finanziariamente di più. I 730mila euro stanziati per il 2010 (oltretutto nel 2002 erano 800mila), si sono rivelati insufficienti per poter seguire quasi 6.500 casi. Soprattutto - è stata l'accusa principale - non si fa prevenzione.

E se la Menosso ha fatto presente una sua interrogazione sul diminuito finanziamento regionale ai Centri antiviolenza, la consigliera Mara Piccin ha dichiarato apertamente che si farà carico del Centro di Pordenone avendo verificato la situazione economica precaria in cui versa la struttura. La consigliera Alessia Rosolen, invece, ha sottolineato due aspetti legati alla violenza sulle donne: le ricadute negative sui bambini, che spesso crescendo manifestano comportamenti devianti; l'importanza del lavoro per un percorso di autonomia.

(immagini tv)