CR: circoscrizioni comunali, dibattito (8)
(ACON) Trieste, 24 nov - MPB - Per Mauro Travanut (PD), le
forze della democrazia si reggono sulla forme di partecipazione:
i costi della politica sono cosa da cui non possiamo sfuggire, ma
ben diverso è togliere quelle piccole briciole che hanno a che
fare con le circoscrizioni. Soprattutto in certe realtà
consentono di rispettare peculiarità storiche, linguistiche, di
costume. E sottolineando che andrebbero anche incentivate,
Travanut ha anche rimarcato che i comuni non sono obbligati a
farle, è data loro facoltà.
Le posizioni asimmetriche assunte da maggioranza e opposizioni
rispetto a questo testo per Massimo Blasoni (Pdl) sono il segno
di una nuova fase di transizione, di cambiamenti che nascono dal
fatto che il bipolarismo non ha funzionato del tutto, che da un
eccesso di partecipazione si è passati a un eccesso di
oligarchia, senza che il passaggio tra i due eccessi abbia
determinato riforme strutturali effettive. Si può favorire la
partecipazione attraverso le circoscrizioni e la riduzione della
spesa con la semplificazione delle decisioni, poiché i costi
stanno nella burocrazia.
Luigi Ferone (Part.Pens) si è dichiarato contrario alle
circoscrizioni non per i costi, ma per la miriade di consiglieri
senza ruolo. Sono per la cancellazione delle circoscrizioni per
la loro inutilità a garantire la vicinanza dei cittadini, e non
possono essere riesumate per essere palestra per i futuri
politici.
Piero Camber (Pdl), evidenziando che molti parlano sulla base di
esperienze vissute, ha sottolineato che i consigli
circoscrizionali vengono eletti con il proporzionale puro, per
cui garantiscono la rappresentanza di tutti. E poi si tenga conto
che ci sono circoscrizioni con 30, 40 e anche più di 50 mila
abitanti, mentre un gran numero di comuni in Friuli Venezia
Giulia non raggiunge i 3000 abitanti. Si possono diminuire i
compensi, ma se non vogliamo rimanere una casta di pochi eletti,
lasciamo in vita questa forma di partecipazione diretta.
Per Gianfranco Moretton (PD) occorre dare speranza a una società
dove il ritorno al privato è accentuato. Compito della politica è
di restituire luoghi dove si possa avvicinare la municipalità al
territorio, per consentire alla popolazione di evidenziare
problemi. Ridicolo ritenere uno spreco senza affrontare la
questione nella sua globalità. Il problema dei costi della
politica è di chi non sa fare scelte di priorità, ha aggiunto
Moretton lanciando l'avvertimento a non cancellare, con la foga
di ridurre i costi della politica, anche ciò che più di ogni
altra cosa serve ai cittadini, eliminando la democrazia
partecipativa.
(segue)