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Pdl: Colautti, costi politica, no a tagli indiscriminati

25.11.2010
11:28
(ACON) Trieste, 25 nov - COM/DT - "Ridiscutere le strutture che fungono da legame con la cittadinanza può arrecare una disconnessione fra eletti ed elettori: non si devono toccare istituti e organismi politici (Consorzi, ATO, circoscrizioni al di sotto di un certo numero di abitanti) che assicurano momenti di rappresentanza, coinvolgimento della base allargata in quanto sua espressione, e che fungono da cuscinetto sociale".

Alessandro Colautti dice no a tagli indiscriminati che potrebbero minacciare il corretto equilibrio rappresentativo.

Per il consigliere regionale del Pdl "il ridursi della capacità rappresentativa delle istituzioni tradizionali può innescare pericolosi meccanismi di esclusione sociale. In un'era in cui - sottolinea - diventa sempre più necessaria una discussione larga e informata, sarebbe anacronistico legiferare riducendo gli spazi di democrazia che hanno definito nuovi spazi costituzionali di interazione fra l'attività dei cittadini e quella delle istituzioni".

Colautti si dichiara anche in linea con le proposte che stanno emergendo in Consiglio regionale per quanto riguarda la revisione dei vitalizi e dei meccanismi contributivi, con una precisazione: "teniamo conto che questi benefici non li abbiamo voluti noi, bensì sono nati con l'istituzione stessa della Regione, indipendentemente dai colori politici. Sono il primo a sostenere queste rivisitazioni - aggiunge - ma attenzione: non si può scivolare in un pendio demagogico-populista che sponsorizza una sorta di politica sotto forma di volontariato. Se il politico (o comunque coloro che ricoprono posizioni politiche) non riceve una giusta retribuzione, il rischio è di esporsi a tentativi di corruzione e ricatti.

"Ricordo la lezione di Tangentopoli ed è opportuno tenerla ben presente: per evitare che si possa scendere a patti illegali o prendere bustarelle - annota ancora - è indispensabile che venga remunerato equamente, proprio per impedire la tentazione di cadere in qualche compromesso. La remunerazione corrispettiva a un tipo di impegno full time è garanzia di legalità del sistema. Va invece colpito il politico che abusa del suo ruolo e sfrutta la carica per vantaggi personali e non nell'interesse generale.

"Chi sbaglia deve pagare, conclude Colautti, ma non si può penalizzare a priori il politico prima di analizzare il suo operato e prima che i cittadini manifestino, con il voto, il loro giudizio".