Pdl: Colautti, costi politica, no a tagli indiscriminati
(ACON) Trieste, 25 nov - COM/DT - "Ridiscutere le strutture che
fungono da legame con la cittadinanza può arrecare una
disconnessione fra eletti ed elettori: non si devono toccare
istituti e organismi politici (Consorzi, ATO, circoscrizioni al
di sotto di un certo numero di abitanti) che assicurano momenti
di rappresentanza, coinvolgimento della base allargata in quanto
sua espressione, e che fungono da cuscinetto sociale".
Alessandro Colautti dice no a tagli indiscriminati che potrebbero
minacciare il corretto equilibrio rappresentativo.
Per il consigliere regionale del Pdl "il ridursi della capacità
rappresentativa delle istituzioni tradizionali può innescare
pericolosi meccanismi di esclusione sociale. In un'era in cui -
sottolinea - diventa sempre più necessaria una discussione larga
e informata, sarebbe anacronistico legiferare riducendo gli spazi
di democrazia che hanno definito nuovi spazi costituzionali di
interazione fra l'attività dei cittadini e quella delle
istituzioni".
Colautti si dichiara anche in linea con le proposte che stanno
emergendo in Consiglio regionale per quanto riguarda la revisione
dei vitalizi e dei meccanismi contributivi, con una precisazione:
"teniamo conto che questi benefici non li abbiamo voluti noi,
bensì sono nati con l'istituzione stessa della Regione,
indipendentemente dai colori politici. Sono il primo a sostenere
queste rivisitazioni - aggiunge - ma attenzione: non si può
scivolare in un pendio demagogico-populista che sponsorizza una
sorta di politica sotto forma di volontariato. Se il politico (o
comunque coloro che ricoprono posizioni politiche) non riceve una
giusta retribuzione, il rischio è di esporsi a tentativi di
corruzione e ricatti.
"Ricordo la lezione di Tangentopoli ed è opportuno tenerla ben
presente: per evitare che si possa scendere a patti illegali o
prendere bustarelle - annota ancora - è indispensabile che venga
remunerato equamente, proprio per impedire la tentazione di
cadere in qualche compromesso. La remunerazione corrispettiva a
un tipo di impegno full time è garanzia di legalità del sistema.
Va invece colpito il politico che abusa del suo ruolo e sfrutta
la carica per vantaggi personali e non nell'interesse generale.
"Chi sbaglia deve pagare, conclude Colautti, ma non si può
penalizzare a priori il politico prima di analizzare il suo
operato e prima che i cittadini manifestino, con il voto, il loro
giudizio".