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CR: ordinamento enti locali, i relatori (1)

25.11.2010
13:06
(ACON) Trieste, 25 nov - RC - Dopo un passaggio in V Commissione consiliare che aveva portato esclusivamente al ritiro di tutti gli emendamenti in quanto fortemente modificativi del testo base, la proposta di legge n. 144 del consigliere Antonio Pedicini (Pdl) sulla riforma dell'ordinamento degli enti locali è approdata in Aula, non senza il disappunto dell'opposizione e un po' di malcontento anche all'interno del centro-destra.

Da relatore di maggioranza, Pedicini ha ribadito il perchè dell'urgenza del provvedimento in vista delle elezioni del prossimo anno, che potrebbero anche essere anticipate a marzo stando alle parole del presidente Tondo - ha specificato. Già in Commissione aveva mostrato una certa distanza dagli emendamenti al suo testo e che vedono primo firmatario il suo capogruppo, Daniele Galasso, ma ha sostenuto che la legge è necessaria e dunque cercherà, per quanto gli sarà concesso, di far contenere le modifiche.

L'UDC - ha detto Edoardo Sasco, anche lui relatore di maggioranza - è sempre stata contraria a ridurre il numero dei consiglieri provinciali, come invece chiede il ministro Calderoli. Poiché con questa norma non si portano tagli, è favorevole agli articoli presentati. Certo il metodo di intervento non è dei migliori, e pro futuro sarebbe auspicabile si agisca in modo più organico.

Roberto Marin (Pdl), che ha presieduto i lavori in V Commissione e ha deciso di essere relatore di maggioranza, ha ricordato la proposta di legge anche da lui firmata, la n. 141, simile alla n. 144 nei contenuti e in linea con le linee programmatiche, ma che non è arrivata in Aula. Poi ha affermato che la base di quella in esame è adatta a mettere in sicurezza le elezioni del 2011, ma a decidere il suo voto finale dipenderà da come il testo sarà modificato dai vari emendamenti.

Prodotto scadente per l'ultimo dei relatori di maggioranza, Igor Kocijancic (SA-PRC). Emendamenti raffazzonati, dettati da esigenze di mediazione con il Governo nazionale; si vuol far passare il concetto della diminuzione dei costi della politica, invece si crea solo scontento. La proposta 144 è l'unica operazione seria che andrebbe attuata, senza aprire fronti che avrebbero bisogno di tempo per gli approfondimenti, tempo che in Aula non c'è. Che gli emendamenti siano ritirati.

Relatore di minoranza dopo un voto di astensione in V Commissione, Alessandro Tesini (PD) ha detto che l'accordo iniziale riguardava ben altro provvedimento da ciò che ora si presenta in Aula, e lo ha definito un provvedimento valanga. La responsabilità è della maggioranza che al suo interno non è in accordo sugli emendamenti. Altro che si poteva fare meglio, non si doveva proprio operare così; i lavori della Commissione sono stati una volta di più sviliti. La razionalizzazione della spesa fatta in questi termini è una farsa. Ma come si può pensare - ha chiosato - che questa leggina basti a calmierare i ministri Tremonti e Calderoli?

Altro relatore di minoranza, Alessandro Corazza (Idv), che ha parlato di metodo sbagliato e di mancanza di coraggio, da parte della maggioranza, di fare vere economie. Non è quella grande riforma che Roma esige, ma è una riforma sotto tono. La gente chiede e ha bisogno di altro.

Ultimo relatore di minoranza, Roberto Asquini (Misto) ha sostenuto che la maggioranza è riuscita a trovare un accordo per garantire il procedimento elettorale in vista del 2011 e i tagli ai costi della politica, accordo che ha dato fastidio all'opposizione che per questo sta bloccando l'approvazione della legge. Già in V Commissione - ha fatto presente - avete impedito le votazioni degli emendamenti perché non vi garba che il centro-destra abbia trovato un'intesa. Non è il provvedimento che vogliamo, ma intanto segna la strada per arrivare a ciò che serve alla collettività.

(segue)