CR: ordinamento enti locali, i relatori (1)
(ACON) Trieste, 25 nov - RC - Dopo un passaggio in V
Commissione consiliare che aveva portato esclusivamente al ritiro
di tutti gli emendamenti in quanto fortemente modificativi del
testo base, la proposta di legge n. 144 del consigliere Antonio
Pedicini (Pdl) sulla riforma dell'ordinamento degli enti locali è
approdata in Aula, non senza il disappunto dell'opposizione e un
po' di malcontento anche all'interno del centro-destra.
Da relatore di maggioranza, Pedicini ha ribadito il perchè
dell'urgenza del provvedimento in vista delle elezioni del
prossimo anno, che potrebbero anche essere anticipate a marzo
stando alle parole del presidente Tondo - ha specificato. Già in
Commissione aveva mostrato una certa distanza dagli emendamenti
al suo testo e che vedono primo firmatario il suo capogruppo,
Daniele Galasso, ma ha sostenuto che la legge è necessaria e
dunque cercherà, per quanto gli sarà concesso, di far contenere
le modifiche.
L'UDC - ha detto Edoardo Sasco, anche lui relatore di maggioranza
- è sempre stata contraria a ridurre il numero dei consiglieri
provinciali, come invece chiede il ministro Calderoli. Poiché con
questa norma non si portano tagli, è favorevole agli articoli
presentati. Certo il metodo di intervento non è dei migliori, e
pro futuro sarebbe auspicabile si agisca in modo più organico.
Roberto Marin (Pdl), che ha presieduto i lavori in V Commissione
e ha deciso di essere relatore di maggioranza, ha ricordato la
proposta di legge anche da lui firmata, la n. 141, simile alla n.
144 nei contenuti e in linea con le linee programmatiche, ma che
non è arrivata in Aula. Poi ha affermato che la base di quella in
esame è adatta a mettere in sicurezza le elezioni del 2011, ma a
decidere il suo voto finale dipenderà da come il testo sarà
modificato dai vari emendamenti.
Prodotto scadente per l'ultimo dei relatori di maggioranza, Igor
Kocijancic (SA-PRC). Emendamenti raffazzonati, dettati da
esigenze di mediazione con il Governo nazionale; si vuol far
passare il concetto della diminuzione dei costi della politica,
invece si crea solo scontento. La proposta 144 è l'unica
operazione seria che andrebbe attuata, senza aprire fronti che
avrebbero bisogno di tempo per gli approfondimenti, tempo che in
Aula non c'è. Che gli emendamenti siano ritirati.
Relatore di minoranza dopo un voto di astensione in V
Commissione, Alessandro Tesini (PD) ha detto che l'accordo
iniziale riguardava ben altro provvedimento da ciò che ora si
presenta in Aula, e lo ha definito un provvedimento valanga. La
responsabilità è della maggioranza che al suo interno non è in
accordo sugli emendamenti. Altro che si poteva fare meglio, non
si doveva proprio operare così; i lavori della Commissione sono
stati una volta di più sviliti. La razionalizzazione della spesa
fatta in questi termini è una farsa. Ma come si può pensare - ha
chiosato - che questa leggina basti a calmierare i ministri
Tremonti e Calderoli?
Altro relatore di minoranza, Alessandro Corazza (Idv), che ha
parlato di metodo sbagliato e di mancanza di coraggio, da parte
della maggioranza, di fare vere economie. Non è quella grande
riforma che Roma esige, ma è una riforma sotto tono. La gente
chiede e ha bisogno di altro.
Ultimo relatore di minoranza, Roberto Asquini (Misto) ha
sostenuto che la maggioranza è riuscita a trovare un accordo per
garantire il procedimento elettorale in vista del 2011 e i tagli
ai costi della politica, accordo che ha dato fastidio
all'opposizione che per questo sta bloccando l'approvazione della
legge. Già in V Commissione - ha fatto presente - avete impedito
le votazioni degli emendamenti perché non vi garba che il
centro-destra abbia trovato un'intesa. Non è il provvedimento che
vogliamo, ma intanto segna la strada per arrivare a ciò che serve
alla collettività.
(segue)