PD: Gabrovec, digitale terrestre penalizza minoranze linguistiche
(ACON) Trieste, 2 dic - COM/AB - L'imminente passaggio al
digitale terreste sta coinvolgendo emittenti pubbliche e private
e il Corecom del Friuli Venezia Giulia nell'informare il più
possibile i cittadini sulle novità che tale operazione comporta e
soprattutto sull'esigenza di adeguare i propri ricevitori
televisivi al nuovo sistema.
Se è vero che il problema è piuttosto banale per il resto
d'Italia, la cosa si complica nella nostra regione per il
semplice fatto che l'Italia ha scelto lo standard di compressione
MPEG 2, già oggi tecnologicamente vetusto, mentre la Slovenia ha
scelto lo standard di ultima generazione MPEG 4. Mentre i
ricevitori MPEG 4 decodificano anche il segnale MPEG 2, non vale
invece il contrario. Ne consegue che i programmi televisivi delle
emittenti della Slovenia non saranno visibili con le normali tv o
con i decoder digitali in FVG e in Italia.
Lo mette in evidenza il consigliere regionale Igor Gabrovec
(PD-Ssk) che aggiunge.
La cosa sarebbe di poco conto se non fosse che anche in questo
caso, come al solito, chi ci rimette sono le comunità
linguistiche slovena nel FVG e italiana in Slovenia. Se è vero
che gli appartenenti alla comunità slovena in Italia saranno
privati (salvo aggiungere alla propria tv il nuovo decoder MPEG
4) della possibilità di vedere i programmi televisivi sloveni, la
comunità italiana di oltre confine in teoria si vedrà imporre un
black out comunicativo in direzione dell'Italia.
Per essere più espliciti: i programmi televisivi, compresi quelli
informativi, prodotti dalla redazione italiana della Tv pubblica
Koper-Capodistria, non farebbero più da veicolo mediatico e
culturale tra la comunità nazionale italiana in Slovenia e la
madre patria.
Verrebbe da chiedersi innanzitutto perchè in Italia si stia
adottando uno standard tecnologico (MPEG 2) vecchio e che con
ogni probabilità imporrà alle famiglie l'integrale sostituzione
già tra qualche anno, quando il passaggio alla codifica MPEG 4
diverrà ormai improrogabile anche da noi.
Tralasciando ciò, ci si chiede invece se qualcuno, a partire dal
Corecom FVG, ha considerato con la dovuta attenzione le
ripercussioni culturali e politiche che questa differenza,
all'apparenza tanto banale, avrà sulle sorti di ambedue le
comunità linguistiche, per le quali ci piace spesso dire che sono
il vero collante dell'area transfrontaliera.