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IV Comm: audizione su progetto rigassificatore di Zaule (TS)

07.12.2010
13:16
(ACON) Trieste, 07 dic - RC - Il progetto del rigassificatore triestino a Zaule va respinto. Lo hanno affermato gli studiosi componenti il Tavolo tecnico rigassificatori Trieste (TTRT) alla presidenza della IV Commissione consiliare, illustrandone i rischi industriali, antropici e ambientali, incluse diverse incongruenze dei dati.

Tra le prime ragioni che portano i componenti del TTRT a dire no vi sono il tipo stesso di impianto che si vuol costruire (un terminale fisso di ricezione e rigassificazione terrestre di tipologia già superata) nonché la sua collocazione all'interno di una città, sulla riva di un bacino con scarso ricambio d'acqua; problemi di sicurezza e del cosiddetto effetto domino (incidenti industriali a catena, come gli incendi che possono innescarsi dal rigassificatore, navi gasiere comprese); il raffreddamento e la clorazione dell'acqua della baia.

Quest'ultimo tema è rilevante sotto due aspetti: la possibilità dell'impianto di funzionare (l'acqua non deve gelare nelle tubature); l'eventualità che l'ambiente subisca danni causati dal raffreddamento o dalla sterilizzazione conseguente all'immissione di cloro.

Non ultimo, il Tavolo ha ravvisato carenze nella documentazione consegnata alla Regione, incluse traduzioni non conformi agli originali, fondamentali per il parere della Giunta sull'impianto e in particolare per il rilascio della valutazione di impatto ambientale (VIA).

I professori hanno quindi parlato di cartine geografiche da cui è stata tolta la presenza dei depositi costieri, barriere che non fermano gli inquinanti, danno ambientale tra i 3,5 e i 5,5 milioni di euro, prove del vento che non considerano la caratteristica della bora di non essere costante, temperature dell'acqua calcolate su dati di un bacino più profondo di quello della baia di Zaule.

Ma anche tossicità delle sostanze derivanti dal cloro e conseguente abbattimento dei batteri marini e dunque del loro ruolo protettivo nei confronti del mare, studio climatico condotto con scarsa conoscenza delle maree e soprattutto delle correnti locali, temperature invernali considerate più alte rispetto alla realtà con ricadute sulla durata dei periodi critici per la sicurezza dell'impianto, possibilità che il gas esploda, invalidità dei dati anche riferiti alla sicurezza navale quanto a loro manovrabilità e accesso al porto.

Da parte del presidente della IV Commissione, Alessandro Colautti (Pdl), la garanzia che quanto ascoltato non resterà lettera morta, ma sarà materiale di dibattito politico e sarà trasmesso alla Direzione regionale competente.

(immagini tv)