IV Comm: audizione su progetto rigassificatore di Zaule (TS)
(ACON) Trieste, 07 dic - RC - Il progetto del rigassificatore
triestino a Zaule va respinto. Lo hanno affermato gli studiosi
componenti il Tavolo tecnico rigassificatori Trieste (TTRT) alla
presidenza della IV Commissione consiliare, illustrandone i
rischi industriali, antropici e ambientali, incluse diverse
incongruenze dei dati.
Tra le prime ragioni che portano i componenti del TTRT a dire no
vi sono il tipo stesso di impianto che si vuol costruire (un
terminale fisso di ricezione e rigassificazione terrestre di
tipologia già superata) nonché la sua collocazione all'interno di
una città, sulla riva di un bacino con scarso ricambio d'acqua;
problemi di sicurezza e del cosiddetto effetto domino (incidenti
industriali a catena, come gli incendi che possono innescarsi dal
rigassificatore, navi gasiere comprese); il raffreddamento e la
clorazione dell'acqua della baia.
Quest'ultimo tema è rilevante sotto due aspetti: la possibilità
dell'impianto di funzionare (l'acqua non deve gelare nelle
tubature); l'eventualità che l'ambiente subisca danni causati dal
raffreddamento o dalla sterilizzazione conseguente all'immissione
di cloro.
Non ultimo, il Tavolo ha ravvisato carenze nella documentazione
consegnata alla Regione, incluse traduzioni non conformi agli
originali, fondamentali per il parere della Giunta sull'impianto
e in particolare per il rilascio della valutazione di impatto
ambientale (VIA).
I professori hanno quindi parlato di cartine geografiche da cui è
stata tolta la presenza dei depositi costieri, barriere che non
fermano gli inquinanti, danno ambientale tra i 3,5 e i 5,5
milioni di euro, prove del vento che non considerano la
caratteristica della bora di non essere costante, temperature
dell'acqua calcolate su dati di un bacino più profondo di quello
della baia di Zaule.
Ma anche tossicità delle sostanze derivanti dal cloro e
conseguente abbattimento dei batteri marini e dunque del loro
ruolo protettivo nei confronti del mare, studio climatico
condotto con scarsa conoscenza delle maree e soprattutto delle
correnti locali, temperature invernali considerate più alte
rispetto alla realtà con ricadute sulla durata dei periodi
critici per la sicurezza dell'impianto, possibilità che il gas
esploda, invalidità dei dati anche riferiti alla sicurezza navale
quanto a loro manovrabilità e accesso al porto.
Da parte del presidente della IV Commissione, Alessandro Colautti
(Pdl), la garanzia che quanto ascoltato non resterà lettera
morta, ma sarà materiale di dibattito politico e sarà trasmesso
alla Direzione regionale competente.
(immagini tv)