CR: Finanziaria 2011, relatore minoranza Colussi (7)
(ACON) Trieste, 14 dic - RC - A parlare per il Gruppo dei
Cittadini quale relatore di minoranza, Piero Colussi, a detta del
quale gli elementi caratterizzanti sono: compartecipazione
all'imposta sui redditi da pensione; federalismo fiscale; debito
Regionale; ricadute finanziarie della legislazione statale.
Partendo dall'ultimo punto, Colussi ha ricordato l'obbligo di
riduzione della spesa per tutte le amministrazioni pubbliche, che
per la nostra Regione si traduce in circa 77 milioni di euro nel
2011 e di 154 milioni nel 2012 e nel 2013. Di fatto - ha spiegato
il consigliere - tagliamo perché non ci sono risorse.
La mancanza di adeguate risorse si è manifestata nonostante
l'aver ottenuto la compartecipazione all'imposta sui redditi da
pensione, arretrati compresi. Ciò grazie alla sentenza della
Corte costituzionale, giunta dopo la decisione della precedente
maggioranza di agire in giudizio contro il precedente Governo. Ma
questa Giunta ha ottenuto i 483 milioni annui che ci spettavano
solo a condizione di versare allo Stato 370 milioni, sempre
annui, da leggersi quali oneri del federalismo fiscale. E ciò
senza un rafforzamento del nostro Statuto di autonomia. Se tali
soldi fossero restati alla Regione, si sarebbero potuti evitare
tagli in vari settori per i circa 12 milioni che sono andati alla
sanità. E non sarebbero stati necessari ulteriori 180 milioni di
ricorso al mercato finanziario, ma si sarebbe potuto abbattere
l'ammontare complessivo del ricorso al mercato già autorizzato.
Questa legge finanziaria - ha proseguito Colussi - si preannuncia
la peggiore, perché non dà risposte al bisogno fondamentale di
riforme per reggere la crisi economica che sta diventando anche
crisi sociale. Quanto alla riduzione dei costi della politica
posto in Finanziaria, è solo un primo traguardo; il più
importante è la riforma dei trattamenti indennitari e dei
vitalizi dei consiglieri regionali.
L'elemento più rilevante per quanto riguarda, invece, la politica
sanitaria è l'avvio del Piano socio-sanitario regionale 2010-2013
riferibile al progetto "Ospedali riuniti di Pordenone", che
prevede, a partire dal 1° gennaio 2011, il trasferimento di tutto
il personale e degli immobili delle sedi ospedaliere di S. Vito
al Tagliamento, Spilimbergo, Maniago e Sacile all'Azienda
ospedaliera S. Maria degli Angeli di Pordenone. Ci troviamo
indubbiamente di fronte a un progetto ambizioso - ha detto
Colussi - che attende, però, il definitivo via libera
dall'Assemblea dei sindaci della provincia. E ci aspettiamo sia
adottato per tutte le aree vaste.
Altra cosa da evidenziare, per gli investimenti nell'edilizia
ospedaliera (nuovo ospedale di Pordenone, ristrutturazione
dell'ospedale di Cattinara e realizzazione della nuova sede del
Burlo Garofolo di Trieste) il projet financing sarà abbandonato
in favore di un più affidabile cofinanziamento con risorse
regionali e statali. Evidentemente - ha sottolineato Colussi - le
scelte fatte a suo tempo dalla Giunta Illy non erano così fuori
luogo. Poi ha fatto una proposta da studiare: creare un fondo
sanitario integrativo territoriale, finalizzato alla fornitura di
prestazioni aggiuntive quali, ad esempio, l'assistenza
odontoiatrica e gli interventi per la non autosufficienza.
Passando al sociale, il consigliere ha definito positivo il fatto
che con l'anno nuovo le funzioni di Garante per l'infanzia
faranno parte delle competenze del Servizio per la famiglia con
una dotazione di 200mila euro. Non è molto, ma è il segnale verso
una maggiore attenzione riguardo questo delicato tema.
Positivi, poi, i 385mila euro che renderanno operativa la legge
regionale 19/2010 per l'amministrazione di sostegno a tutela dei
soggetti deboli. No invece al finanziamento, con 10,5 milioni, di
un contributo una tantum per il 2011 (100 euro pro capite) ai
residenti in regione titolari di una o più pensioni minime INPS:
è una proposta propagandistica ed elettorale, inutile per
risolvere i problemi di anziani e poveri.
Colussi è quindi passato ai tagli alla cultura (da 30,39 a 25,96
milioni) e alla tanto paventata riforma delle Tabelle. Purtroppo
- ha detto - la maggioranza ha dimostrato la propria incapacità
di poter (o voler) affrontare questa spinosa vicenda rimandando
ancora una volta la necessaria riforma. Per il settore dei beni
culturali, solo la Fondazione Aquileia vede ampliate le risorse
(da 1,5 a 2 milioni), tutti gli altri portano un segno meno. E
nulla si investe per Villa Manin di Passariano.
(segue)