Pdl: Colautti, con referendum riforma Fitto rischio arretramento
(ACON) Trieste, 17 gen - COM/ET - "Se si cancellasse la riforma
Fitto, vorrebbe dire ritornare indietro nella storia trovandoci
di fronte a inefficienze e diseconomie".
Questo il commento del consigliere regionale Alessandro Colautti
(Pdl) in merito alla decisione della Corte Costituzionale di
ammettere i requisiti referendari sulla riforma Fitto che
riguarda non solo l'acqua ma, più in generale, i servizi pubblici
locali come i rifiuti, la depurazione e i trasporti.
"La cancellazione dell'intera riforma - dice il consigliere -
riporterebbe le lancette dell'orologio indietro di molti anni, al
periodo caratterizzato dallo strapotere delle Aziende pubbliche
controllate dagli Enti locali.
"Per il servizio idrico integrato - continua Colautti -
l'eliminazione della remunerazione del capitale significherebbe
l'impossibilità di finanziare le opere con la tariffa. Si
ritornerebbe a un mondo superato, quello che finanziava le opere
pubbliche attraverso la fiscalità generale: un colpo mortale non
solo a una riforma nodale del centrodestra, ma anche a quella
parte del centrosinistra che si è battuta per l'apertura alle
liberalizzazioni".
Colautti chiede a chi ha applaudito alla decisione della Corte se
crede o meno che le aggregazioni nel settore (a prescindere
dall'esito dei referendum) siano da perseguire, per garantire gli
investimenti necessari a fronte di una tariffa conveniente per il
cittadino e per affrontare in maniera adeguata l'appuntamento con
le gare, assicurando così la libera concorrenza imposta
dall'Unione europea, che nei confronti dell'Italia, sul tema, ha
aperto un procedimento di infrazione.
"Adesso - conclude Colautti - due sono le opzioni possibili: o il
Governo interviene legislativamente per scongiurare un referendum
che alimenterebbe guerre ideologiche agitando lo spauracchio
della privatizzazione dell'acqua, oppure ci attende il referendum
a primavera, formidabile chance per la
cultura riformista presente nei vari raggruppamenti politici per
affrontare una battaglia di civiltà e modernità che impedisca al
Paese di scivolare verso il declino e ridia competitività al
sistema".