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Pdl: Colautti, con referendum riforma Fitto rischio arretramento

17.01.2011
16:54
(ACON) Trieste, 17 gen - COM/ET - "Se si cancellasse la riforma Fitto, vorrebbe dire ritornare indietro nella storia trovandoci di fronte a inefficienze e diseconomie".

Questo il commento del consigliere regionale Alessandro Colautti (Pdl) in merito alla decisione della Corte Costituzionale di ammettere i requisiti referendari sulla riforma Fitto che riguarda non solo l'acqua ma, più in generale, i servizi pubblici locali come i rifiuti, la depurazione e i trasporti.

"La cancellazione dell'intera riforma - dice il consigliere - riporterebbe le lancette dell'orologio indietro di molti anni, al periodo caratterizzato dallo strapotere delle Aziende pubbliche controllate dagli Enti locali.

"Per il servizio idrico integrato - continua Colautti - l'eliminazione della remunerazione del capitale significherebbe l'impossibilità di finanziare le opere con la tariffa. Si ritornerebbe a un mondo superato, quello che finanziava le opere pubbliche attraverso la fiscalità generale: un colpo mortale non solo a una riforma nodale del centrodestra, ma anche a quella parte del centrosinistra che si è battuta per l'apertura alle liberalizzazioni".

Colautti chiede a chi ha applaudito alla decisione della Corte se crede o meno che le aggregazioni nel settore (a prescindere dall'esito dei referendum) siano da perseguire, per garantire gli investimenti necessari a fronte di una tariffa conveniente per il cittadino e per affrontare in maniera adeguata l'appuntamento con le gare, assicurando così la libera concorrenza imposta dall'Unione europea, che nei confronti dell'Italia, sul tema, ha aperto un procedimento di infrazione.

"Adesso - conclude Colautti - due sono le opzioni possibili: o il Governo interviene legislativamente per scongiurare un referendum che alimenterebbe guerre ideologiche agitando lo spauracchio della privatizzazione dell'acqua, oppure ci attende il referendum a primavera, formidabile chance per la cultura riformista presente nei vari raggruppamenti politici per affrontare una battaglia di civiltà e modernità che impedisca al Paese di scivolare verso il declino e ridia competitività al sistema".