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LN: Narduzzi, deroga a patto stabilità per Regioni virtuose

18.01.2011
17:37
(ACON) Trieste, 18 gen - COM/AB - Al Sud scandali, assunzioni come se piovesse, malaffare. Al Nord conti in regola e efficienza. Risultato? Roma ripiana le voragini del Mezzogiorno e lascia che il Settentrione se la cavi da solo.

La Lega Nord del Friuli Venezia Giulia dice basta. Attende il federalismo come unica soluzione possibile, ma gioca d'anticipo, e con un Voto alle Camere chiede la possibilità di "derogare al Patto di stabilità qualora dovesse ravvisarsi l'opportunità di effettuare investimenti importanti e di reale impatto per la cittadinanza della regione".

Il documento, sottoscritto da tutti i consiglieri regionali (Narduzzi, De Mattia, Piccin, Picco, Razzini), deve essere interpretato come un segnale di insofferenza del Nord.

"Non accetteremo - spiega il capogruppo Narduzzi - che il teatrino della politica rallenti e annacqui la riforma federalista. Quindi, in attesa dell'entrata in vigore della legge, proponiamo una soluzione che conceda alle Regioni in regola di disporre delle proprie risorse secondo un'autonomia superiore a quella vigente. Diamo la possibilità, in casi speciali, di uscire dal Patto di stabilità. Per esempio, chiediamo che le Regioni virtuose abbiamo mani libere su lavoro, infrastrutture e politiche sociali e sanitarie. Senza vincoli".

I leghisti spiegano infatti che "ci sono Regioni che, nonostante le casse dissestate, proseguono nella loro azione politica irresponsabile, ricorrendo allo strumento delle assunzioni nel settore pubblico in numeri difformi rispetto le reali esigenze del territorio. La Sicilia, che ha già proceduto a quattro rimpasti di Giunta che ne hanno stravolto l'orientamento politico, ha stabilizzato circa 30mila precari. E già prima delle ultime infornate aveva tanti regionali quanto Piemonte, Lombardia, Lazio, Veneto, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Liguria messe insieme".

"La lista non è finita. La Calabria - prosegue Narduzzi - ha 10mila forestali contro i 300 del Friuli Venezia Giulia, nonostante una superficie boschiva praticamente identica in termini di estensione. Nello sconfinato esercito di netturbini napoletani (20mila) è scoppiata una misteriosa epidemia durante le feste natalizie, tanto che i militari si sono dovuti rimboccare le maniche e sostituirsi agli operatori vista l'emergenza".

"In attesa del federalismo - conclude Narduzzi - chiediamo un segnale forte. Per questo, la richiesta è di poter investire al di fuori del Patto di stabilità se ci saranno le condizioni per garantire miglioramenti al territorio e alla cittadinanza".