LN: Narduzzi, deroga a patto stabilità per Regioni virtuose
(ACON) Trieste, 18 gen - COM/AB - Al Sud scandali, assunzioni
come se piovesse, malaffare. Al Nord conti in regola e
efficienza. Risultato? Roma ripiana le voragini del Mezzogiorno e
lascia che il Settentrione se la cavi da solo.
La Lega Nord del Friuli Venezia Giulia dice basta. Attende il
federalismo come unica soluzione possibile, ma gioca d'anticipo,
e con un Voto alle Camere chiede la possibilità di "derogare al
Patto di stabilità qualora dovesse ravvisarsi l'opportunità di
effettuare investimenti importanti e di reale impatto per la
cittadinanza della regione".
Il documento, sottoscritto da tutti i consiglieri regionali
(Narduzzi, De Mattia, Piccin, Picco, Razzini), deve essere
interpretato come un segnale di insofferenza del Nord.
"Non accetteremo - spiega il capogruppo Narduzzi - che il
teatrino della politica rallenti e annacqui la riforma
federalista. Quindi, in attesa dell'entrata in vigore della
legge, proponiamo una soluzione che conceda alle Regioni in
regola di disporre delle proprie risorse secondo un'autonomia
superiore a quella vigente. Diamo la possibilità, in casi
speciali, di uscire dal Patto di stabilità. Per esempio,
chiediamo che le Regioni virtuose abbiamo mani libere su lavoro,
infrastrutture e politiche sociali e sanitarie. Senza vincoli".
I leghisti spiegano infatti che "ci sono Regioni che, nonostante
le casse dissestate, proseguono nella loro azione politica
irresponsabile, ricorrendo allo strumento delle assunzioni nel
settore pubblico in numeri difformi rispetto le reali esigenze
del territorio. La Sicilia, che ha già proceduto a quattro
rimpasti di Giunta che ne hanno stravolto l'orientamento
politico, ha stabilizzato circa 30mila precari. E già prima delle
ultime infornate aveva tanti regionali quanto Piemonte,
Lombardia, Lazio, Veneto, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e
Liguria messe insieme".
"La lista non è finita. La Calabria - prosegue Narduzzi - ha
10mila forestali contro i 300 del Friuli Venezia Giulia,
nonostante una superficie boschiva praticamente identica in
termini di estensione. Nello sconfinato esercito di netturbini
napoletani (20mila) è scoppiata una misteriosa epidemia durante
le feste natalizie, tanto che i militari si sono dovuti
rimboccare le maniche e sostituirsi agli operatori vista
l'emergenza".
"In attesa del federalismo - conclude Narduzzi - chiediamo un
segnale forte. Per questo, la richiesta è di poter investire al
di fuori del Patto di stabilità se ci saranno le condizioni per
garantire miglioramenti al territorio e alla cittadinanza".