PD: Brandolin-Iacop, snellire le procedure dell'edilizia
(ACON) Trieste, 20 gen - COM/RC - I consiglieri regionali
Giorgio Brandolin e Franco Iacop (PD) intervengono in merito alle
disposizioni regionali in materia antisismica, che a loro
giudizio ostacolano gravemente le attività edilizie causa una
burocrazia fuori dal tempo e dalla realtà, e registrano il flop
del Piano casa.
Dopo gli operatori del settore - scrivono i due consiglieri -,
tutti si stanno accorgendo delle ulteriori difficoltà in cui va
incontro l'edilizia con la legge regionale 16/2009 (costruzione
in zona sismica e tutela fisica del territorio).
Il gruppo consiliare del PD aveva già criticato i contenuti della
norma e ora, in avanzata fase applicativa, il settore
dell'edilizia e l'economia scontano amaramente le dolorose
conseguenze generate da una severità procedurale assurda e
barocca. Il disappunto è ancor di più accentuato in quanto,
trovandoci in una zona d'Italia dove il rispetto della legalità e
delle norme è un fatto scontato, si è costretti ad affrontare
difficoltà burocratiche senza precedenti, e forse anche senza
grandi significati per ciò che le nuove norme vogliono tutelare
in un territorio come il Friuli dove la cultura antisismica è un
dato acquisito e consolidato.
Le rimostranze di Brandolin e Iacop vanno all'attivazione di
procedure complesse da superare per ogni tipo di costruzione, dal
grande capannone al deposito attrezzi. E verrebbero chiedere agli
amministratori regionali di maggioranza paladini di sostegni
all'edilizia, di snellimento e di semplificazione delle
procedure, se si rendono conto della portata disastrosa che le
incombenze previste comportano a questo settore, già di per se in
grave difficoltà a causa della crisi e della indisponibilità di
risorse economiche e finanziarie dei cittadini.
Quanto al Piano casa, si domandano chi riesca ad attivarlo e con
che soldi. Tra i benefici promessi dalla Giunta doveva esserci il
sofferente settore delle costruzioni, in particolare le piccole
imprese e gli artigiani specializzati. Invece, a un anno
dall'applicazione del codice regionale dell'edilizia (legge
19/2009) - sostengono Brandolin e Iacop - ben poche sono le
domande di ristrutturazione e ampliamento in base al Piano casa.
Basti pensare che le pratiche presentate nella città di Udine
sono solamente una sessantina. Un volano pesante, quindi, che non
ha alimentato quell'onda di piccoli investimenti da più parti
auspicata.
Oppure dov'è finita la tanto vantata semplificazione delle
procedure sugli appalti delle opere pubbliche? Oggi, mentre
stanno partendo i lavori delle grandi infrastrutture stradali
(collegamento Villesse-Gorizia e terza corsia A4), appannaggio
delle grandi ditte di costruzioni - incalzano ancora i due
consiglieri - le piccole e medie imprese edili sono praticamente
ferme e i professionisti del settore devono tormentarsi nel
produrre una serie infinita di atti, anche per la costruzione
della legnaia. Si rallenta così l'inizio dei lavori, si bloccano
i cantieri impedendo ogni tipo di ripresa, in attesa di verifiche
e calcoli doppi e tripli, che certifichino la bontà e la
competenza di progettisti, calcolatori e collaudatori. Ma non ci
sono già fior di professionisti che lavorano, calcolano,
progettano e si assumono con la loro firma ogni tipo di
responsabilità?
Tutto ciò ha messo in moto un guazzabuglio procedurale che non
sarebbe accettabile per le strutture di particolare importanza,
figuriamoci per il garage o l'ampliamento di un locale di
servizio. Evidentemente - affermano - chi ha approvato la legge
16/2009 non si rende conto del danno prodotto al sistema
economico, in primis alle PMI e infine al cittadino committente.
Nonostante le denunce inascoltate della minoranza consiliare che
sollecita da tempo una revisione della normativa, la pesante
situazione burocratica sta sempre più congestionando gli uffici
tecnici regionali e comunali, sommersi dalle pratiche,
paralizzando l'attività dell'edilizia e creando grossi problemi
all'economia, penalizzando fortemente chi sta investendo con
l'edilizia residenziale e le infrastrutture.
Chi ha creato il guaio (presidente Tondo e Giunta) - concludono
Brandolin e Iacop - non deve limitarsi ai proclami, ma riparare i
danni provocati dall'approvazione di disposizioni assurde in
Consiglio regionale, dal valzer degli assessori e dalla confusa
nonché inefficace riorganizzazione degli apparati regionali,
aggiunstando la norma con l'obiettivo mirato a una reale
semplificazione dell'attività edile che consenta di risollevare
un settore fondamentale per l'economia regionale.