Citt: Colussi, l'Italian Baja è fuori dai magredi
(ACON) Trieste, 24 gen - COM/DT - Anche nel 2011 i fuoristrada
della manifestazione Italian Baja correranno, come hanno
comunicato nei giorni scorsi gli organizzatori, lungo lo stesso
percorso degli ultimi anni, al di fuori quindi dell'area
comprendente i magredi del Cellina (sito di importanza
comunitaria) e quelli di Pordenone (zona, invece, di protezione
speciale).
"Si tratta di una decisione di buon senso - sottolinea in una
nota il consigliere regionale dei Cittadini Piero Colussi - che
va pubblicamente apprezzata in quanto da una parte risponde
positivamente ai timori dei tanti cittadini che avevano
manifestato la preoccupazione per un possibile ritorno al
passato, e dall'altra scongiura il pericolo della riapertura del
procedimento di infrazione da parte della Comunità europea.
"Avvio del procedimento - ricorda Colussi - che solo alcuni anni
fa, proprio a causa anche dello svolgersi dell'Italian Baja
all'interno del perimetro del SIC, era costato alla Regione la
bocciatura da parte dell'Europa della richiesta di finanziamento
di un progetto LIFE per l'ambiente di ben 20 milioni di euro.
"La rinuncia a correre dentro il SIC dei magredi del Cellina ha
confermato, inoltre, l'inapplicabilità della deroga introdotta
nell'ultima Finanziaria grazie a un contestato emendamento
presentato dal consigliere regionale UDC Giorgio Venier Romano.
È infatti evidente - precisa ancora l'esponente dei Cittadini -
quanto sia alto il pericolo che i fuoristrada impegnati nelle
gare e, soprattutto, i tanti spettatori che abitualmente
accorrono lungo il percorso in moto o fuoristrada, provochino dei
danni agli argini dei corsi d'acqua e alle zone golenali. Meglio
non correre rischi, dunque.
"Ma il vero problema delle ricadute negative per l'ambiente
provocate dell'Italian Baja - aggiunge ancora Colussi - è
collegato alla grande risonanza che la gara ha fra gli
appassionati: si tratta di una pubblicità capace di richiamare in
Friuli Venezia Giulia una moltitudine di fuoristrada 4x4 e moto
da cross provenienti dalle regioni limitrofe, in particolare dal
Veneto, e dalle vicine Austria e Germania.
"Di fatto, il Friuli Venezia Giulia sta diventando il paradiso
terrestre di questi appassionati che, guarda caso, non possono
correre nei propri territori in quanto protetti da precise norme
e da vincoli che vietano esplicitamente la circolazione dei
veicoli a motore negli alvei e nelle aree golenali dei corsi
d'acqua. Lo ha capito anche il presidente del Veneto Luca Zaia,
che lo scorso 22 giugno ha messo al bando qualsiasi percorso
fuoristrada su tutte le aree afferenti il demanio idrico.
"Naturalmente - spiega Colussi - sono previste deroghe anche per
le gare e le manifestazioni sportive, ma queste autorizzazioni
sono subordinate all'acquisizione del parere dell'Autorità
idraulica, alla stipula da parte dei promotori di una polizza di
assicurazione per coprire gli eventuali danni provocati agli
argini, agli alvei e alle relative pertinenze e alla valutazione
di incidenza ambientale.
"Che è esattamente quello che avevo proposto in Finanziaria con
un emendamento copia-incolla ispirato a quanto introdotto dalla
Giunta regionale del Veneto pochi mesi fa. Evidentemente -
conclude Colussi - quello che non si può più fare lungo il Piave
si può invece fare tranquillamente nel nostro Tagliamento: quando
impareremo ad avere maggiore rispetto di quel prezioso tesoro che
è nostro ambiente naturale?".