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PD: Pupulin, riaprire la discussione su sanità nel Pordenonese

26.01.2011
12:30
(ACON) Trieste, 26 gen - COM/DT - La sanità nel Pordenonese, con l'operazione ospedali riuniti, nella nota del consigliere regionale del PD Paolo Pupulin.

"Una discussione infinita, quella ingaggiata da alcuni consiglieri regionali del centrodestra del territorio, volta a far passare l'idea che finalmente si incominci a fare giustizia rispetto alla penalizzazione storica dell'area della Destra Tagliamento sui trasferimenti in materia di sanità. La realtà - scrive Pupulin - è invece che negli ultimi due anni di gestione di questa maggioranza il recupero, rispetto ad altre aree, non compensa quanto è stato tagliato.

"Ma la cosa che più deve far riflettere è che, diradate le nebbie sull'operazione ospedali riuniti - aggiunge Pupulin - si intravvedono le conseguenze critiche d'una scelta compiuta con tempi accelerati, che non hanno reso possibile una gestione funzionale ed equilibrata. Nei fatti, il quadro che si sta delineando è quello di una fagocitazione da parte dell'Azienda ospedaliera delle attività ospedaliere territoriali, senza alcuna seria considerazione degli effetti sui servizi sociosanitari sul territorio.

"Incassato il via libera della conferenza dei sindaci all'avvio del piano degli ospedali riuniti, la situazione che adesso ci si prospetta è di una disarticolazione e sovrapposizione tra i vari ospedali oggi tutti facenti capo all'Azienda unica ospedaliera, con l'emergere di problematiche che riguardano l'adeguatezza del personale medico e paramedico a disposizione. Al contrario, il piano delle attività dell'ASS6 (quella territoriale) rimane a bagnomaria, senza il consenso ufficiale della conferenza dei sindaci e senza la definizione di una pianta organica credibile rispetto alle esigenze minime delle attività e dei servizi da garantire sull'intero territorio provinciale.

"La proposta - fa notare l'esponente del Partito Democratico - da parte dell'attuale direzione dell'ASS6 di una pianta organica particolarmente abbondante numericamente è apparsa fin dall'inizio fortemente demagogica, essendo noto ai propositori come impossibile da attuare. E proprio perché poco credibile e attuabile, vi è a oggi la mancata condivisione da parte della Direzione regionale: assistiamo così a un effetto navetta, infinito, con la proposta che si muove lungo l'asse Pordenone-Trieste. Solo se vi fossero state meno insipienza e superficialità nell'attuare i piani di scorporo si sarebbero potuti evitare gli sciagurati sprechi di personale che si sono poi verificati. Senza parlare del nuovo assetto organizzativo proposto per la nuova l'Azienda territoriale che la disegna fortemente impoverita: così, per sopperire alle carenze di organico, si sarà costretti o ad allungare le liste d'attesa o a sopprimere attività.

"È già questo il segnale che deriva dalla previsione di ridurre il numero di medici finora presenti nei territori della metà, nonché dalla soppressione del servizio delle adozioni, contro la quale si stanno mobilitando molte associazioni.

"Considero opportuna, a fronte di questa delicata situazione - ribadisce ancora Pupulin - la riapertura della discussione nella conferenza dei sindaci della provincia per una valutazione di merito sugli effetti critici già visibili di una semplificazione organizzativa, giustificata con la necessità di un processo riorganizzativo funzionale alla liberazione di nuove risorse per le politiche sociosanitarie sul territorio, che nei fatti ha determinato la più grande appropriazione, verificatasi in tutto il Friuli Venezia Giulia, da parte della struttura ospedaliera di mezzi e risorse a scapito proprio dei servizi territoriali a vantaggio dei quali si motivava l'intera operazione.

"Una sorta di miracolo alla rovescia, che sta rendendo ingestibile una vera politica sul territorio, ancor di più penalizzando quelle aree periferiche (caso più lampante quello della chiusura di Medicina a Maniago) che non dispongono neppure di un presidio ospedaliero di rete. E siamo solo all'inizio. Certamente quando si farà finalmente chiarezza sul progetto del nuovo ospedale di Comina, temiamo che questa concentrazione ospedaliera avrà un ulteriore balzo (visti gli annunci sulle dimensioni notevolmente accresciute dei posti letto) che non potrà che condurre a un ridimensionamento degli ospedali periferici, i cui servizi clinici nell'attuale fase sono stati solo sommati a quelli del centro ospedaliero di S. Maria degli angeli di Pordenone, senza alcuna chiara visione d'insieme, ma solo nell'ottica di non scontentare alcun potentato interno".