Idv: Corazza, no alle circoscrizioni nei Comuni
(ACON) Trieste, 26 gen - COM/AB - Il capogruppo di Italia dei
Valori in Consiglio regionale Alessandro Corazza ribadisce il suo
no alla proposta di legge che reintroduce le circoscrizioni di
decentramento comunale nei Comuni capoluogo di provincia.
E, oltre al merito, critica anche l'opportunità di riportare in
Aula la legge dopo che l'esame si inceppò durante la scorsa
seduta consiliare, peraltro proprio su un suo emendamento che
chiedeva almeno la gratuità del ruolo di consigliere
circoscrizionale: "Non si cambiano le regole del gioco a partita
iniziata. Non è corretto - ha ribadito Corazza - che si vada a
metter mano alla materia elettorale quando l'appuntamento con le
urne è ormai prossimo e alcuni candidati hanno già iniziato a
depositare le accettazioni di candidatura che, così come previsto
dalla legge, si possono sottoscrivere a partire da 180 giorni
prima della data delle elezioni, che si ipotizzano essere a metà
maggio".
La legge nazionale, a oggi, prevede che dalle prossime elezioni
comunali non si proceda più alla votazione dei Consigli
circoscrizionali nei Comuni sotto i 100 mila abitanti, che in
regione sarebbero Pordenone, Udine e Gorizia. "Udine già ora non
ha le circoscrizioni, avendo recepito la normativa nazionale a
suo tempo, Gorizia da sola è più piccola di una circoscrizione di
Trieste ed è difficile perciò giustificare le sue 11
circoscrizioni, e a Pordenone anche il sindaco uscente non ne
ravvisa l'utilità".
Forti critiche anche nel merito della proposta di legge: "Benché
ci siano degli elementi che ancora oggi possono giustificare
l'esistenza delle circoscrizioni, come ad esempio una
rappresentanza maggiore del territorio e l'individuazione
puntuale dei problemi di quartiere, ci sono altri elementi di
negatività che ci portano a ritenere non opportuna questa legge.
A nostro giudizio - ha spiegato Corazza - riproporre le
circoscrizioni così come sono state strutturate fino ad adesso è
antistorico e non tiene conto dei cambiamenti intercorsi nella
nostra società: ad esempio, oggi esiste un livello di
alfabetizzazione, anche informatica, molto più alto che in
passato e ormai la maggioranza dei cittadini si relaziona
direttamente col Comune, rendendo inutile ricorrere a questo
istituto intermedio. Sempre più spesso, inoltre, quando emergono
questioni di quartiere, sorgono dei comitati cittadini che se ne
fanno carico e diventano i veri punti di riferimento della
cittadinanza.
"Oggi quindi andrebbero ripensate le funzioni delle
circoscrizioni e le relative sedi dovrebbero diventare veri e
propri centri civici, dove sia possibile accedere gratuitamente a
Internet e ai servizi del Comune".
Corazza ha poi affrontato la questione dei costi delle
circoscrizioni: Non è possibile - dice - pensare alle
circoscrizioni come a una scuola di formazione politica pagata
coi soldi pubblici, quelle se le facciano piuttosto i partiti.
Questa legge va in netta controtendenza rispetto a quanto si sta
annunciando a livello nazionale tagliando i costi della politica,
riducendo la spesa pubblica e procedendo a semplificazioni e
snellimenti della struttura pubblica (con anche la cancellazione
di province e comunità montane)".
"Ci auguriamo - conclude il dipietrista - che nel passaggio in
Aula la norma venga almeno modificata, ipotesi avanzata nella
riunione dei Capigruppo, lasciando la facoltà ai Comuni di
decidere se applicare la normativa regionale o nazionale, visto
che così com'è scritto attualmente il testo obbligherebbe gli
stessi ad attivare le circoscrizioni che la legge nazionale
invece ha abrogato per i comuni sotto i 100 mila abitanti".