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Idv: Corazza, no alle circoscrizioni nei Comuni

26.01.2011
16:23
(ACON) Trieste, 26 gen - COM/AB - Il capogruppo di Italia dei Valori in Consiglio regionale Alessandro Corazza ribadisce il suo no alla proposta di legge che reintroduce le circoscrizioni di decentramento comunale nei Comuni capoluogo di provincia.

E, oltre al merito, critica anche l'opportunità di riportare in Aula la legge dopo che l'esame si inceppò durante la scorsa seduta consiliare, peraltro proprio su un suo emendamento che chiedeva almeno la gratuità del ruolo di consigliere circoscrizionale: "Non si cambiano le regole del gioco a partita iniziata. Non è corretto - ha ribadito Corazza - che si vada a metter mano alla materia elettorale quando l'appuntamento con le urne è ormai prossimo e alcuni candidati hanno già iniziato a depositare le accettazioni di candidatura che, così come previsto dalla legge, si possono sottoscrivere a partire da 180 giorni prima della data delle elezioni, che si ipotizzano essere a metà maggio".

La legge nazionale, a oggi, prevede che dalle prossime elezioni comunali non si proceda più alla votazione dei Consigli circoscrizionali nei Comuni sotto i 100 mila abitanti, che in regione sarebbero Pordenone, Udine e Gorizia. "Udine già ora non ha le circoscrizioni, avendo recepito la normativa nazionale a suo tempo, Gorizia da sola è più piccola di una circoscrizione di Trieste ed è difficile perciò giustificare le sue 11 circoscrizioni, e a Pordenone anche il sindaco uscente non ne ravvisa l'utilità".

Forti critiche anche nel merito della proposta di legge: "Benché ci siano degli elementi che ancora oggi possono giustificare l'esistenza delle circoscrizioni, come ad esempio una rappresentanza maggiore del territorio e l'individuazione puntuale dei problemi di quartiere, ci sono altri elementi di negatività che ci portano a ritenere non opportuna questa legge. A nostro giudizio - ha spiegato Corazza - riproporre le circoscrizioni così come sono state strutturate fino ad adesso è antistorico e non tiene conto dei cambiamenti intercorsi nella nostra società: ad esempio, oggi esiste un livello di alfabetizzazione, anche informatica, molto più alto che in passato e ormai la maggioranza dei cittadini si relaziona direttamente col Comune, rendendo inutile ricorrere a questo istituto intermedio. Sempre più spesso, inoltre, quando emergono questioni di quartiere, sorgono dei comitati cittadini che se ne fanno carico e diventano i veri punti di riferimento della cittadinanza.

"Oggi quindi andrebbero ripensate le funzioni delle circoscrizioni e le relative sedi dovrebbero diventare veri e propri centri civici, dove sia possibile accedere gratuitamente a Internet e ai servizi del Comune".

Corazza ha poi affrontato la questione dei costi delle circoscrizioni: Non è possibile - dice - pensare alle circoscrizioni come a una scuola di formazione politica pagata coi soldi pubblici, quelle se le facciano piuttosto i partiti. Questa legge va in netta controtendenza rispetto a quanto si sta annunciando a livello nazionale tagliando i costi della politica, riducendo la spesa pubblica e procedendo a semplificazioni e snellimenti della struttura pubblica (con anche la cancellazione di province e comunità montane)".

"Ci auguriamo - conclude il dipietrista - che nel passaggio in Aula la norma venga almeno modificata, ipotesi avanzata nella riunione dei Capigruppo, lasciando la facoltà ai Comuni di decidere se applicare la normativa regionale o nazionale, visto che così com'è scritto attualmente il testo obbligherebbe gli stessi ad attivare le circoscrizioni che la legge nazionale invece ha abrogato per i comuni sotto i 100 mila abitanti".