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SA-SEL: Pustetto contro pdl azienda unica, restino i piccoli ospedali

27.01.2011
13:00
(ACON) Trieste, 27 gen - COM/DT - Esprime tutte le sue perplessità Stefano Pustetto rispetto alla proposta di legge -firmata dai consiglieri del Pdl Dal Mas e Pedicini - che prevede una radicale riorganizzazione della sanità territoriale e della rete ospedaliera (un'unica azienda territoriale invece delle attuali sei e una rete ospedaliera con tre aziende, Udine, Trieste, e Pordenone, che aggregherebbero i nosocomi minori).

Secondo il consigliere regionale della SA-SEL, "questa ipotesi riorganizzativa non può essere realizzata in tempi brevi per le diverse opinioni già emerse in maggioranza, ma è evidente che la posta in gioco è grande e che alcune riflessioni vanno fatte.

Come premessa, annota, non posso non constatare come si intenda proseguire quanto iniziato dal precedente assessore alla Salute Beltrame e da noi ampiamente criticato. E questo per tre motivi: l'aggregazione degli ospedali minori ai centri più grossi equivale a una certificazione di futura chiusura degli stessi per asfissia e saccheggio (di risorse, funzioni, personale, professionalità).

Due: l'assioma che viene utilizzato per queste operazioni, aggiunge Pustetto, è che nel piccolo non c'è sicurezza. Peccato che in molti ospedali periferici vi siano delle eccellenze e che queste siano certificate dalla loro capacità attrattiva. La qualità del servizio, infatti, non è data dalla dimensioni ma dalla professionalità degli operatori che vi operano. A titolo esemplificativo voglio ricordare a tutti che la chiusura dell'ortopedia del Gervasutta ha comportato la simmetrica fuga dei pazienti là dove si erano trasferiti gli operatori e che questo esodo costa alla regione milioni di euro all'anno che vanno nelle casse della regione Veneto.

Terzo motivo, trattare le patologie minori nelle strutture di alta specialità fa sì che costino circa tre volte di più che se venissero trattate in centri con minore dotazione tecnologica.

Infine, se è vero che la popolazione del Friuli, numericamente, potrebbe giustificare un'azienda territoriale unica, è altrettanto vero che le esigenze di una città come Trieste, dei territori montani della Carnia e delle Valli del Natisone, della Bassa friulana o del Pordenonese, sono del tutto differenti e difficilmente governabili in modo univoco.

Su questa proposta, quindi, conclude Pustetto, mi sorge il dubbio che sia stata formulata esclusivamente per distogliere l'attenzione dei cittadini e dei media dalla gestione confusa e fallimentare della sanità sulla quale torneremo una volta che potremo vedere i Piani attuativi ospedalieri e quelli del territorio che i direttori generali avrebbero già dovuto predisporre entro il 21 dicembre scorso".