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PD: Marsilio-Della Mea, Tondo come Penelope fa e disfa

28.01.2011
13:03
(ACON) Trieste, 28 gen - COM/RC - La vicenda Agemont, per i consiglieri del PD Enzo Marsilio e Sandro Della Mea, è un chiaro esempio di come il presidente Tondo assomigli alla mitologica Penelope, ovvero deve ricorrere a stratagemmi per evitare di mantenere ciò che ha promesso.

La Giunta Illy - ricordano i due consiglieri - per rafforzare le piccole aziende del territorio montano, e quindi poter conseguire gli obiettivi statutari, aveva fatto confluire Agemont in Friulia Holding. Rimaneva solo da definire come dotare finanziariamente la società. A tal fine, era stata individuata una soluzione adeguata, che evitasse di ricapitalizzare ogni anno la società. Ma è arrivato Tondo a gridare allo scandalo e così prima Agemont è uscita dalla holding, poi ha ottenuto da Bankitalia l'autorizzazione ad essere iscritta nell'albo degli intermediari finanziari, poi è stato detto che una società in house non può operare a favore di soggetti terzi e ancor meno sostenere imprese, ciò per il rischio di concedere alle stesse degli aiuti di Stato indiretti.

Ecco che il presidente Tondo e l'assessore Ciriani - proseguono Marsilio e Della Mea - propongono la chiusura della società o la sua trasformazione in una costola di Friulia. Ovvero di ripristinare la situazione precedente, cioè di tornare a quanto era stato fatto dalla Giunta Illy. Il che significa riconoscere di aver perso due anni semplicemente per non aver voluto ascoltare chi, con cognizione di causa, aveva già approfondito la materia e aveva adottato in proposito le scelte più appropriate.

Forse, al di là della confusione apparente - avvertono i due consiglieri concludendo -, un qualche disegno strategico emerge, ma si tratta di un piano che, se riesce, metterà il controllo su tutto e tutti dovranno passare di lì con il cappello in mano, alla faccia della buona democrazia.