PD: Menis, riflettere sul ddl di riordino delle università
(ACON) Trieste, 28 gen - COM/RC - La prossima settimana, arriva
in Aula il disegno di legge n. 97 sulla riorganizzazione dei
finanziamenti al sistema delle università regionali. Un
provvedimento molto atteso, afferma il consigliere del PD Paolo
Menis, ma rimasto nei cassetti della maggioranza per quasi un
anno, soprattutto a causa delle profonde divergenze esistenti
all'interno della stessa sullo spinoso tema della perequazione
dei finanziamenti a favore dell'ateneo udinese.
Per Menis, però, non si può dimenticare che nel frattempo c'è
stata la riforma Gelmini, la quale determinerà pesanti
ripercussioni sull'organizzazione strutturale degli atenei ed è
con quella nuova università che la Regione dovrà confrontarsi.
Inoltre, se vogliamo che i finanziamenti regionali abbiano un
significato importante nonostante la loro esiguità - scrive Menis
- è chiaro che dovremo intervenire nella definizione delle
strategie perché è quello il momento in cui è possibile
individuare gli obiettivi che, come Regione, intendiamo
sostenere. Questo è il punto: il presidente Tondo e l'assessore
alla Ricerca e Università ci dicano rispetto a quali obiettivi
intendono sostenere gli atenei, perché la genericità del
finanziamento non è più consentita.
Per noi del PD - è ancora Menis che parla - le direttive di
sviluppo sono ben chiare: la Regione deve partecipare alla
definizione delle strategie per poter meglio sostenere e
finanziare tutti quei meccanismi che consentano al sistema di
acquisire o mantenere elevati standard qualitativi nella ricerca
e nella didattica; la Regione, ritenendo che l'orizzonte di
riferimento qualitativo deve essere quello europeo, deve
sostenere ogni iniziativa che miri a rafforzare, e rendere
fluida, la collaborazione tra gli atenei.
Ecco che, dopo aver atteso un anno per discutere quel disegno di
legge, Menis suggerisce di spendere ulteriori mesi per
individuare meglio gli obiettivi che i finanziamenti regionali
voglio centrare, finanziamenti che dovrebbero essere almeno
raddoppiati. Infatti - conclude il consigliere -, un moderno e
dinamico modo di intendere il ruolo di università ed enti di
ricerca prevede un'interazione continua con il mondo delle
imprese, una spinta verso l'innovazione tecnologica e
l'internazionalizzazione, nonché l'attenzione alla
riprogettazione economica, alla riconversione e allo sviluppo
richiedendo adeguati investimenti.