Pens: Ferone, inopportuno recapito medicine a mezzo posta
(ACON) Trieste, 7 feb - COM/AB - A fine gennaio è stato
sottoscritto un accordo tra Farmindustria e Poste Italiane per il
recapito di alcuni medicinali a casa del malato da parte di un
postino qualificato.
C'è da ritenere - osserva il consigliere regionale del Partito
Pensionati Luigi Ferone - che se per diventare farmacista sono
necessari cinque anni di studi e tanti esami ci sarà pure un
motivo, e questo è indubbiamente legato alla delicatezza del
lavoro e al particolare prodotto che i farmacisti sono chiamati a
gestire, cioè i medicinali. In questa gestione, i farmacisti non
sono certamente degli addetti alla consegna di medicine, ma
svolgono un ruolo importantissimo come quello di controllare
ricette, consigliare, avvertire, spiegare.
In sintesi - prosegue Ferone - i farmaci sono sempre e comunque
un qualcosa di estremamente delicato, che richiede
professionalità specifica e soprattutto profonda conoscenza degli
stessi. Non si può impostare tutto sul risparmio: risparmiare è
giusto e doveroso, ma i farmaci riguardano la salute dei
cittadini, perché se si applica in maniera esasperata il concetto
che, in nome della liberalizzazione più totale, tutti possono
vendere tutto e tutti possono trasportare e consegnare tutto,
anche i farmaci, come altri prodotti, potrebbero finire nei vari
distributori, accessibili a tutti, con le conseguenze facilmente
immaginabili.
Il ruolo delle farmacie è troppo importante per poter essere
bypassato o, peggio ancora, svilito. Proprio nei giorni scorsi -
conclude Ferone - ho presentato un'interrogazione all'assessore
competente per sollecitare l'ampliamente del ruolo
socio-sanitario delle farmacie, pubbliche e private. Affidare a
Poste Italiane la consegna di alcuni tipi di farmaci, sia pure a
mezzo di un postino particolarmente capace e qualificato, lo
considero un grave errore.