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Pens: Ferone, inopportuno recapito medicine a mezzo posta

07.02.2011
17:29
(ACON) Trieste, 7 feb - COM/AB - A fine gennaio è stato sottoscritto un accordo tra Farmindustria e Poste Italiane per il recapito di alcuni medicinali a casa del malato da parte di un postino qualificato. C'è da ritenere - osserva il consigliere regionale del Partito Pensionati Luigi Ferone - che se per diventare farmacista sono necessari cinque anni di studi e tanti esami ci sarà pure un motivo, e questo è indubbiamente legato alla delicatezza del lavoro e al particolare prodotto che i farmacisti sono chiamati a gestire, cioè i medicinali. In questa gestione, i farmacisti non sono certamente degli addetti alla consegna di medicine, ma svolgono un ruolo importantissimo come quello di controllare ricette, consigliare, avvertire, spiegare.

In sintesi - prosegue Ferone - i farmaci sono sempre e comunque un qualcosa di estremamente delicato, che richiede professionalità specifica e soprattutto profonda conoscenza degli stessi. Non si può impostare tutto sul risparmio: risparmiare è giusto e doveroso, ma i farmaci riguardano la salute dei cittadini, perché se si applica in maniera esasperata il concetto che, in nome della liberalizzazione più totale, tutti possono vendere tutto e tutti possono trasportare e consegnare tutto, anche i farmaci, come altri prodotti, potrebbero finire nei vari distributori, accessibili a tutti, con le conseguenze facilmente immaginabili.

Il ruolo delle farmacie è troppo importante per poter essere bypassato o, peggio ancora, svilito. Proprio nei giorni scorsi - conclude Ferone - ho presentato un'interrogazione all'assessore competente per sollecitare l'ampliamente del ruolo socio-sanitario delle farmacie, pubbliche e private. Affidare a Poste Italiane la consegna di alcuni tipi di farmaci, sia pure a mezzo di un postino particolarmente capace e qualificato, lo considero un grave errore.