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PD: Pupulin, CIG in calo non significa che la crisi è finita

09.02.2011
15:01
(ACON) Trieste, 9 feb - COM/AB - Una buona boccata d'ossigeno per l'economia e il lavoro è la riduzione del ricorso alla CIG nel primo mese di quest'anno. I dati dell'INPS centrale, riferiti al mese di gennaio 2011, manifestano una diminuzione significativa del ricorso alla cassa integrazione in tutto il Friuli Venezia Giulia. Le ore richieste ammontano complessivamente a 1.093.401 rispetto a 1.862.750 del mese corrispondente dello scorso anno e a 2.411.285 di dicembre 2010. Un calo rilevante che deriva dalla riduzione di tutte le forme d'accesso alla CIG.

L'analisi è del consigliere regionale del PD Paolo Pupulin che aggiunge.

Quella ordinaria si riduce a 342.843 ore dalle 601.147 del gennaio 2010 e dalle 361.717 dello scorso dicembre. Ugualmente, la straordinaria è scesa a 646.815 ore da 1.090.236 del gennaio 2010 e da 1.682.177 di dicembre. La cassa in deroga infine si ferma a 103.743 ore rispetto alle 171.367 sempre del gennaio 2010 e alle 367.391 dell'ultimo mese dell'anno scorso.

Dati migliori, dunque, che vanno in ogni modo valutati con tutta la prudenza del caso. Già nel mese di ottobre dello scorso anno si era verificata una caduta rilevante del ricorso alla CIG, ancora maggiore di quella attuale: si era scesi al livello minimo di 1.070.559 ore, facendo balenare l'idea che si era finalmente usciti dal tunnel, dovendo subire nei mesi successivi la doccia scozzese di un ennesimo rilancio pesante dell'utilizzo della sospensione dal lavoro per migliaia di dipendenti.

Bisogna stare attenti a non pensare che questo segnale ci dimostri la fine di una crisi destinata purtroppo a continuare, così come i dati negativi degli ultimi due mesi dell'anno scorso non ci facevano pensare che tutto andava male.

I nodi effettivi che rendono incerta l'uscita dalle difficoltà, rimangono per la maggior parte ancora irrisolti. Il livello di crescita perciò rimane più basso di quello dei Paesi europei nostri concorrenti. La disoccupazione, in particolar modo quella dei giovani e delle donne, cresce in modo preoccupante. È dunque opportuno manifestare qualche soddisfazione per il segnale di ripresa che i dati della riduzione del ricorso alla CIG manifestano, ma attendendo di verificare nei prossimi mesi se si tratta finalmente di qualcosa di continuativo oppure dell'effetto combinato della necessità delle aziende di ricostruire le scorte assottigliatesi negli ultimi mesi. O ancora se, come dimostra il dato del calo della CIG straordinaria, siamo anche alla presenza di un ritardo nell'approvazione delle tante domande che provengono in regione da aziende anche di notevoli dimensioni, che hanno già manifestato l'obiettivo di chiedere al ministero competente l'autorizzazione alla CIG straordinaria.

La situazione più delicata in Friuli Venezia Giulia rimane quella delle province più industriali, che continuano a rimanere in una congiuntura difficile che mantiene tutta la sua pericolosità. La messa a disposizione a favore di alcuni fondi di rotazione delle ultime risorse ancora non utilizzate della manovra anticrisi di quasi due anni fa è certamente una scelta opportuna, anche se tardiva. Vedremmo nei prossimi giorni se la giunta Tondo sarà stata in grado di sbloccare i fondi per gli investimenti alle imprese, soprattutto quelli per l'innovazione anche dell'artigianato, che continuano a vedere domande arretrate, senza alcuna giustificazione plausibile, da mesi se non da anni. Una situazione scandalosa perché blocca decine di milioni di risorse che, immesse nel circuito delle imprese regionali, darebbero una scossa effettiva alle loro possibilità di competere, riducendo quei pesanti impegni assunti con il sistema creditizio, che rischiano di soffocarle.

I prossimi mesi saranno decisivi. Continuare con l'assenza di una visione lungimirante di politica industriale e di un progetto regione condiviso sarebbe doppiamente colpevole per una maggioranza che fallisce proprio sul terreno dello sviluppo di cui si riempie ogni giorno la bocca.