PD: Brussa, mozione per costituire Centro amianto a Monfalcone
(ACON) Trieste, 10 feb - COM/AB - Costituire quanto prima un
Centro amianto presso l'Azienda per i servizi sanitari 2, con
sede a Monfalcone, quale Centro di rilevanza regionale, che si
occupi di tutti gli aspetti legati alle problematiche e alle
patologie da amianto e che contenga i rischi provocati
dall'esposizione, con attività di prevenzione primaria e
secondaria e con supporto alla popolazione colpita da queste
patologie.
È questo l'impegno che il consigliere regionale del PD Franco
Brussa chiede alla Regione attraverso una mozione che verrà
depositata nei prossimi giorni in Consiglio regionale e che egli
si augura, vista l'importanza dell'argomento, venga sottoscritta,
trasversalmente, anche da altri consiglieri.
Secondo Brussa, il centro deve servire per tutelare la salute
della popolazione, promuovere l'eliminazione dei fattori di
rischio, definire percorsi clinico-assistenziali per le persone
affette da tali patologie e favorire attività di ricerca per
ridurre la probabilità di malattie asbesto-correlate. Attività
che dovrebbero essere svolte da una equipe stabile e da un gruppo
di riferimento multidisciplinare regionale, con collegamenti e
collaborazioni con istituzioni scientifiche nazionali e
internazionali.
"Considerato che il centro dovrebbe essere punto di riferimento
per i lavoratori della regione e di regioni e stati contermini e
che dovrebbe servire anche quale punto di addestramento di
personale sanitario per l'identificazione delle patologie da
amianto, per gli aspetti di diagnosi e cura, controllo
dell'esposizione, assistenza ospedaliera e domiciliare, la
mozione - specifica Brussa - chiede al Consiglio regionale di
impegnare la Giunta a fornire le risorse umane ed economiche atte
a garantire il funzionamento del Centro e a valutare
l'opportunità di costituire un Comitato, con il coinvolgimento di
enti e associazioni collegati al problema amianto, per
promuoverne l'attività e svolgere un'azione di sostegno e
controllo".
Perché poi la funzione del centro possa essere concretamente
utile, le attività si dovrebbero collegare in maniera diretta e
funzionale con associazioni, enti, istituzioni del territorio:
Comuni, Province di Gorizia e Trieste, Regione, Commissione
regionale amianto, associazioni dei lavoratori ex esposti
amianto, patronati, ministeri della Salute, Ambiente e Lavoro,
università, enti di ricerca e altre strutture di livello
nazionale e internazionale, associazioni di volontariato.
"Mi auguro - sottolinea il rappresentante del PD - che per la
realizzazione del centro non si mobiliti solo il mondo politico,
ma anche le altre istituzioni della provincia di Gorizia perché
l'obiettivo è di aiutare tante famiglie costrette ad affrontare
la tragedia e il calvario di chi è stato esposto all'amianto e si
è ammalato".
Nella mozione, Brussa non dimentica di osservare come il Piano
sanitario e sociosanitario regionale per il triennio 2010-2012
non assegni alcun ruolo e non sviluppi alcuna potenzialità in
campo sanitario e assistenziale nella provincia di Gorizia e
come, purtroppo, proprio in questo territorio resti altissima
l'incidenza del mesotelioma pleurico.
"Di questa patologia, così come per il tumore ai polmoni, si
continua a morire - ricorda l'esponente PD - nonostante da molti
anni l'amianto sia stato vietato nelle lavorazioni industriali.
Dati recenti stimano che negli ultimi 18 mesi siano morte in
regione più di 100 persone, che in regione il mesotelioma risulti
una patologia quasi prettamente giuliana, e dell'area
monfalconese in particolare, con incidenze che nei maschi sono da
7 a 15 volte superiori rispetto a quelle delle province di Udine
e Pordenone. L'emergenza è tutt'altro che rientrata".
In effetti, già a partire degli anni '90, l'ASS Isontina aveva
attivato un progetto complessivo sulle tematiche dell'amianto che
prevedeva azioni di tipo tecnico, per controllare rischi e
nocività dei materiali esistenti e attività sanitarie rivolte ai
lavoratori. Un'esperienza che merita continuità - conclude Brussa
- così come l'importante attività svolta dall'Unità operativa di
prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro dell'Azienda
sanitaria con l'ambulatorio divenuto punto di riferimento
regionale e che dovrebbe appunto essere potenziato e sviluppato,
ampliandone competenze e funzioni.