News


PD: Brussa, mozione per costituire Centro amianto a Monfalcone

10.02.2011
11:15
(ACON) Trieste, 10 feb - COM/AB - Costituire quanto prima un Centro amianto presso l'Azienda per i servizi sanitari 2, con sede a Monfalcone, quale Centro di rilevanza regionale, che si occupi di tutti gli aspetti legati alle problematiche e alle patologie da amianto e che contenga i rischi provocati dall'esposizione, con attività di prevenzione primaria e secondaria e con supporto alla popolazione colpita da queste patologie.

È questo l'impegno che il consigliere regionale del PD Franco Brussa chiede alla Regione attraverso una mozione che verrà depositata nei prossimi giorni in Consiglio regionale e che egli si augura, vista l'importanza dell'argomento, venga sottoscritta, trasversalmente, anche da altri consiglieri.

Secondo Brussa, il centro deve servire per tutelare la salute della popolazione, promuovere l'eliminazione dei fattori di rischio, definire percorsi clinico-assistenziali per le persone affette da tali patologie e favorire attività di ricerca per ridurre la probabilità di malattie asbesto-correlate. Attività che dovrebbero essere svolte da una equipe stabile e da un gruppo di riferimento multidisciplinare regionale, con collegamenti e collaborazioni con istituzioni scientifiche nazionali e internazionali.

"Considerato che il centro dovrebbe essere punto di riferimento per i lavoratori della regione e di regioni e stati contermini e che dovrebbe servire anche quale punto di addestramento di personale sanitario per l'identificazione delle patologie da amianto, per gli aspetti di diagnosi e cura, controllo dell'esposizione, assistenza ospedaliera e domiciliare, la mozione - specifica Brussa - chiede al Consiglio regionale di impegnare la Giunta a fornire le risorse umane ed economiche atte a garantire il funzionamento del Centro e a valutare l'opportunità di costituire un Comitato, con il coinvolgimento di enti e associazioni collegati al problema amianto, per promuoverne l'attività e svolgere un'azione di sostegno e controllo".

Perché poi la funzione del centro possa essere concretamente utile, le attività si dovrebbero collegare in maniera diretta e funzionale con associazioni, enti, istituzioni del territorio: Comuni, Province di Gorizia e Trieste, Regione, Commissione regionale amianto, associazioni dei lavoratori ex esposti amianto, patronati, ministeri della Salute, Ambiente e Lavoro, università, enti di ricerca e altre strutture di livello nazionale e internazionale, associazioni di volontariato.

"Mi auguro - sottolinea il rappresentante del PD - che per la realizzazione del centro non si mobiliti solo il mondo politico, ma anche le altre istituzioni della provincia di Gorizia perché l'obiettivo è di aiutare tante famiglie costrette ad affrontare la tragedia e il calvario di chi è stato esposto all'amianto e si è ammalato".

Nella mozione, Brussa non dimentica di osservare come il Piano sanitario e sociosanitario regionale per il triennio 2010-2012 non assegni alcun ruolo e non sviluppi alcuna potenzialità in campo sanitario e assistenziale nella provincia di Gorizia e come, purtroppo, proprio in questo territorio resti altissima l'incidenza del mesotelioma pleurico.

"Di questa patologia, così come per il tumore ai polmoni, si continua a morire - ricorda l'esponente PD - nonostante da molti anni l'amianto sia stato vietato nelle lavorazioni industriali. Dati recenti stimano che negli ultimi 18 mesi siano morte in regione più di 100 persone, che in regione il mesotelioma risulti una patologia quasi prettamente giuliana, e dell'area monfalconese in particolare, con incidenze che nei maschi sono da 7 a 15 volte superiori rispetto a quelle delle province di Udine e Pordenone. L'emergenza è tutt'altro che rientrata".

In effetti, già a partire degli anni '90, l'ASS Isontina aveva attivato un progetto complessivo sulle tematiche dell'amianto che prevedeva azioni di tipo tecnico, per controllare rischi e nocività dei materiali esistenti e attività sanitarie rivolte ai lavoratori. Un'esperienza che merita continuità - conclude Brussa - così come l'importante attività svolta dall'Unità operativa di prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro dell'Azienda sanitaria con l'ambulatorio divenuto punto di riferimento regionale e che dovrebbe appunto essere potenziato e sviluppato, ampliandone competenze e funzioni.