III Comm: illustrata pdl cure palliative e terapia del dolore
(ACON) Trieste, 10 feb - RC - La Regione tutela il diritto del
cittadino ad accedere alle cure palliative e alla terapia del
dolore nell'ambito dei livelli essenziali di assistenza (LEA).
È questo il principio che dà il via alla nuova proposta di legge
sull'argomento, in discussione in III Commissione consiliare e
frutto dell'unione di altri due testi, il primo presentato dal
presidente stesso della Commissione, Venier Romano (UDC), con il
collega Salvador nonché Novelli e Camber del Pdl, il secondo da
Blasoni, Dal Mas, Valenti, Pedicini e Marini sempre del Pdl e
Ciani (Fli).
Si tratta di 15 articoli davvero condivisi - ha sottolineato
Venier Romano. Pochi i punti su cui non si è trovata l'intesa
unanime, e comunque saranno approfonditi con le audizioni che si
terranno a breve giro. Uno di questi è se affidare la regia delle
cure palliative a una struttura operativa semplice (Sos) o se
puntare ai medici di base.
L'hospice - ha così spiegato il consigliere Blasoni, che ha
presieduto il Comitato ristretto che ha elaborato il
provvedimento - è la struttura di ricovero specifica per le cure
palliative, in particolare quando la famiglia o l'abitazione del
malato risultino non idonee ai trattamenti domiciliari. Le cure
palliative e la terapia del dolore sono obiettivi prioritari del
Piano sanitario regionale; la campagna di informazione è lasciata
alla Direzione regionale alla Salute (con il possibile
coinvolgimento dei medici di base, dei pediatri, delle farmacie e
delle associazioni senza scopo di lucro), al pari del
Coordinamento regionale attuato per conseguire livelli uniformi
di erogazione e accesso, monitorare il sistema informativo e
promuovere la ricerca nel settore.
Le cure palliative sono erogate secondo i desideri del malato e
dei suoi familiari, prevalentemente a domicilio o in strutture
residenziali dedicate alle cure palliative, limitando il ricorso
al ricovero ospedaliero. Nell'ambito delle cure palliative
domiciliari, gli interventi a bassa assistenza sono coordinati
dal medico di famiglia; nei casi di alta assistenza, il medico di
famiglia richiede l'intervento della struttura aziendale, della
cui équipe è parte integrante.
Il progetto non manca di prevedere una specifica assistenza
religiosa e spirituale, con le modalità che il malato stesso e la
sua famiglia richiedono. A tal fine, le Ass possono stipulare
convenzioni con gli Ordinari delle diocesi della regione o con i
rappresentanti delle confessioni religiose.
(immagini tv)