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III Comm: illustrata pdl cure palliative e terapia del dolore

10.02.2011
11:24
(ACON) Trieste, 10 feb - RC - La Regione tutela il diritto del cittadino ad accedere alle cure palliative e alla terapia del dolore nell'ambito dei livelli essenziali di assistenza (LEA).

È questo il principio che dà il via alla nuova proposta di legge sull'argomento, in discussione in III Commissione consiliare e frutto dell'unione di altri due testi, il primo presentato dal presidente stesso della Commissione, Venier Romano (UDC), con il collega Salvador nonché Novelli e Camber del Pdl, il secondo da Blasoni, Dal Mas, Valenti, Pedicini e Marini sempre del Pdl e Ciani (Fli).

Si tratta di 15 articoli davvero condivisi - ha sottolineato Venier Romano. Pochi i punti su cui non si è trovata l'intesa unanime, e comunque saranno approfonditi con le audizioni che si terranno a breve giro. Uno di questi è se affidare la regia delle cure palliative a una struttura operativa semplice (Sos) o se puntare ai medici di base.

L'hospice - ha così spiegato il consigliere Blasoni, che ha presieduto il Comitato ristretto che ha elaborato il provvedimento - è la struttura di ricovero specifica per le cure palliative, in particolare quando la famiglia o l'abitazione del malato risultino non idonee ai trattamenti domiciliari. Le cure palliative e la terapia del dolore sono obiettivi prioritari del Piano sanitario regionale; la campagna di informazione è lasciata alla Direzione regionale alla Salute (con il possibile coinvolgimento dei medici di base, dei pediatri, delle farmacie e delle associazioni senza scopo di lucro), al pari del Coordinamento regionale attuato per conseguire livelli uniformi di erogazione e accesso, monitorare il sistema informativo e promuovere la ricerca nel settore.

Le cure palliative sono erogate secondo i desideri del malato e dei suoi familiari, prevalentemente a domicilio o in strutture residenziali dedicate alle cure palliative, limitando il ricorso al ricovero ospedaliero. Nell'ambito delle cure palliative domiciliari, gli interventi a bassa assistenza sono coordinati dal medico di famiglia; nei casi di alta assistenza, il medico di famiglia richiede l'intervento della struttura aziendale, della cui équipe è parte integrante.

Il progetto non manca di prevedere una specifica assistenza religiosa e spirituale, con le modalità che il malato stesso e la sua famiglia richiedono. A tal fine, le Ass possono stipulare convenzioni con gli Ordinari delle diocesi della regione o con i rappresentanti delle confessioni religiose.

(immagini tv)