PD: Lupieri, garantire servizio sanitario efficiente
(ACON) Trieste, 10 feb - COM/AB - Con la rivoluzione del
sistema sanitario dovuto alla legge nazionale 502, di cui la LR
13/1995 è conseguenza diretta, certamente si è tenuto conto del
cambiamento epidemiologico della popolazione, per cui il
trattamento delle malattie acute è stato demandato all'ospedale,
mentre riabilitazione, convalescenza, RSA, hospice, residenze
protette, sono stati trasferiti alla competenza dell'azienda
sanitaria. La LR 13 infatti parlava chiaro: servizi sul
territorio, rispetto della centralità dell'ospedale con un
modello dipartimentale, riconversione dei piccoli ospedali ad
attività più francamente territoriali.
A ricordarlo è il consigliere regionale del PD Sergio Lupieri,
che mette in evidenza come, così, si sia ottenuta una diminuzione
dei posti letto ospedalieri, calo delle giornate di degenza,
maggiore specialità e tecnologia, a cui avrebbe dovuto seguire
anche un trasferimento di risorse dall'ospedale al territorio,
invertendo il rapporto 55% della spesa sanitaria all'ospedale e
45% al territorio, cosa che invece non si è realizzata.
Negli anni successivi alla LR 13/1995 l'Amministrazione regionale
è intervenuta con altre norme sanitarie, ma senza una vera e
propria riforma strategica del Servizio sanitario che oggi non è
più procrastinabile. Già dieci anni fa sarebbe stato utile
prevedere una riforma che andasse a esplorare lo scenario
epidemiologico dei successivi venti anni dando risposte puntuali
ai bisogni emergenti.
Così non è stato, per cui oggi ci troviamo un Servizio sanitario
regionale della Giunta Tondo caratterizzato da un finanziamento
per Area vasta che mette in competizione contabile le aziende che
la compongono, ed evidenzia il lato negativo dei DRG per cui le
aziende possono assumere comportamenti opportunistici.
Alla fine di tutte le analisi e valutazioni, quello che veramente
importa è capire se la salute dei cittadini ci ha guadagnato.
Abbiamo un SSR basato su misure quali l'offerta di posti letto,
il tasso di occupazione, il numero medio di giornate di degenza,
il numero annuo di parti, senza nessuna misura pensata per
descrivere la qualità delle cure prestate e i risultati di tali
cure sulla salute del paziente.
Urge quindi una riforma che vada a considerare i tempi di
guarigione, i casi di ricoveri ripetuti post-dimissioni, le
infezioni ospedaliere, la soddisfazione dei pazienti. Come urge
una riforma che valuti l'integrazione ospedale-territorio e la
reale efficienza della continuità assistenziale in base ai
risultati ottenuti.
La grande sfida a cui la Giunta Tondo non può sottrarsi è una
riforma che garantisca in termini di efficienza ed efficacia il
Servizio sanitario regionale, anche in presenza di un bilancio
attento alla crisi economica.