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PD: Lupieri, garantire servizio sanitario efficiente

10.02.2011
16:46
(ACON) Trieste, 10 feb - COM/AB - Con la rivoluzione del sistema sanitario dovuto alla legge nazionale 502, di cui la LR 13/1995 è conseguenza diretta, certamente si è tenuto conto del cambiamento epidemiologico della popolazione, per cui il trattamento delle malattie acute è stato demandato all'ospedale, mentre riabilitazione, convalescenza, RSA, hospice, residenze protette, sono stati trasferiti alla competenza dell'azienda sanitaria. La LR 13 infatti parlava chiaro: servizi sul territorio, rispetto della centralità dell'ospedale con un modello dipartimentale, riconversione dei piccoli ospedali ad attività più francamente territoriali.

A ricordarlo è il consigliere regionale del PD Sergio Lupieri, che mette in evidenza come, così, si sia ottenuta una diminuzione dei posti letto ospedalieri, calo delle giornate di degenza, maggiore specialità e tecnologia, a cui avrebbe dovuto seguire anche un trasferimento di risorse dall'ospedale al territorio, invertendo il rapporto 55% della spesa sanitaria all'ospedale e 45% al territorio, cosa che invece non si è realizzata.

Negli anni successivi alla LR 13/1995 l'Amministrazione regionale è intervenuta con altre norme sanitarie, ma senza una vera e propria riforma strategica del Servizio sanitario che oggi non è più procrastinabile. Già dieci anni fa sarebbe stato utile prevedere una riforma che andasse a esplorare lo scenario epidemiologico dei successivi venti anni dando risposte puntuali ai bisogni emergenti.

Così non è stato, per cui oggi ci troviamo un Servizio sanitario regionale della Giunta Tondo caratterizzato da un finanziamento per Area vasta che mette in competizione contabile le aziende che la compongono, ed evidenzia il lato negativo dei DRG per cui le aziende possono assumere comportamenti opportunistici.

Alla fine di tutte le analisi e valutazioni, quello che veramente importa è capire se la salute dei cittadini ci ha guadagnato. Abbiamo un SSR basato su misure quali l'offerta di posti letto, il tasso di occupazione, il numero medio di giornate di degenza, il numero annuo di parti, senza nessuna misura pensata per descrivere la qualità delle cure prestate e i risultati di tali cure sulla salute del paziente.

Urge quindi una riforma che vada a considerare i tempi di guarigione, i casi di ricoveri ripetuti post-dimissioni, le infezioni ospedaliere, la soddisfazione dei pazienti. Come urge una riforma che valuti l'integrazione ospedale-territorio e la reale efficienza della continuità assistenziale in base ai risultati ottenuti.

La grande sfida a cui la Giunta Tondo non può sottrarsi è una riforma che garantisca in termini di efficienza ed efficacia il Servizio sanitario regionale, anche in presenza di un bilancio attento alla crisi economica.