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V Comm: illustrazione Garlatti ddl Unioni comuni montani

17.02.2011
14:51
(ACON) Trieste, 17 feb - MPB - L'assessore alla Funzione pubblica Andrea Garlatti ha illustrato alla V Commissione - presieduta da Roberto Marin (Pdl) il disegno di legge di razionalizzazione e semplificazione dell'ordinamento locale in territorio montano che prevede l'istituzione delle unioni dei comuni montani.

Il fine non è tanto ridurre la spesa, bensì ottenere l'adeguatezza delle strutture organizzative sul territorio a dare servizi effettivi alle comunità - ha spiegato in esordio Garlatti sottolineando che va sfatata la convinzione che siano i piccoli comuni a gravare le finanze regionali.

Si cerca in sostanza, attraverso un solo livello istituzionale aggregato, di succedere all'esperienza ormai esaurita delle Comunità montane e di sopperire all'inadeguatezza organizzativa dei piccoli comuni. Conciliando - ha insistito Garlatti - l'adeguatezza della struttura organizzativa con il principio della valenza del piccolo comune quale terminale politico, spezzando così il binomio che parifica l'entità politica con l'entità organizzativa.

Il testo - 29 articoli in tutto, e il giudizio unanime già espresso dal CAL - delinea prospettive nuove, tentando di bilanciare autonomia e vincoli, attraverso passaggi che richiedono condivisione e assunzione di responsabilità.

Fra gli aspetti salienti del provvedimento, la limitazione dell'intervento istituzionale ai soli comuni interamente o parzialente montani delle province di Udine e Pordenone, mentre nell'area del Collio le funzioni già esercitate dalla Comunità montana del Torre, Natisone, Collio saranno esercitate dalla provincia di Gorizia che, al pari della provincia di Trieste, ha dimostrato di essere in grado di svolgerle nell'area montana del Carso.

Il disegno di legge prevede la suddivisione del territorio in zone di svantaggio socio economico e l'erogazione di benefici e incentivi a cittadini, imprese e altri soggetti è soggetta a una classificazione da parte della Giunta regionale sulla base di criteri definiti e oggetto di revisione almeno triennale.

I comuni montani sono aggregati in 8 "Unioni dei Comuni montani" ognuna delle quali corrisponde a un ambito territoriale associativo omogeneo secondo criteri di unità territoriale, economica e sociale bilanciati con le dimensioni minime per garantire l'efficienza organizzativa.

L'Unione montana è basata sul modello consolidato delle unioni di comuni, con alcune peculiarità, fra cui la costituzione obbligatoria e l'esercizio obbligatorio delle funzioni già esercitate dalle comunità montane, l'esercizio di funzioni proprie di valenza sovracomunale e l'esercizio obbligatorio di rilevanti e fondamentali funzioni dei comuni; inoltre la presenza di due organi di governo principali (presidente e Assemblea composta dai sindaci e minoranze e che si organizzerà in commisisoni tematiche ).

Il funzionamento delle Unioni è caratterizzato dal trasferimento del personale della Comunità montana e dei Comuni in capo al nuovo ente in relazione alle funzioni trasferite.

Semplificazione è stata operata anche sul versante finanziario, attribuendo direttamente i trasferimenti ordinari alle unioni e a semplificando i documenti contabili. Aspetto innovativo, per assicurare la funzionalità del nuovo ente sovracomunale, è la prevista diretta attribuzione all'unione di una quota dei trasferimenti ordinari spettanti ai Comuni che ne fanno parte.

Toccherà ai commissari straordinari delle quattro comunità montane precostituire in via provvisoria l'organizzazione dei nuovi enti per snellire il processo e ridurre le lacune delle fasi transitorie. Inoltre, è concentrato in un solo documento - il Piano di organizzazione e gestione dei servizi - il disegno del nuovo apparato amministrativo, e la cui predisposizione è affidata ai commissari straordinari.

Il disegno di legge prevede inoltre un intervento da parte della Giunta regionale finalizzato al riordino della normativa in materia di ordinamento, tutela e valorizzazione della montagna da presentare al Consiglio regionale entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge regionale, e l'istituzione della Conferenza permanente per la montagna.

La Commissione ha stabilito di dar seguito a una serie di audizioni con i soggetti interessati giovedì prossimo, 24 febbraio.

(immagini tv)