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PD: Codega, il grande caos delle graduatorie insegnanti

17.02.2011
15:15
(ACON) Trieste, 17 feb - COM/AB - Anche per la nostra regione il caos è dietro l'angolo. La Lega si fa bella perché nel decreto Milleproroghe è stato accolto l'emendamento che congela le graduatorie degli insegnanti. Un emendamento su cui tutti erano d'accordo, quanto meno per tenere ferme almeno le uniche bocce che possono star ferme.

A osservarlo è il consigliere regionale del PD Franco Codega, che poi approfondisce.

Ma c'è un limite, che è grosso come una casa: dovranno essere fatti salvi gli adempimenti conseguenti alla declaratoria di illegittimità costituzionale dell'art. 1 comma 4ter del decreto legge n. 134/2009. Questo significa che, nella migliore delle ipotesi, solo (si fa per dire) 22.000 docenti in Italia, coloro che hanno fatto ricorso, hanno diritto a passare dalla coda alla rispettiva graduatoria di merito scavalcando altrettanti docenti. Nella peggiore delle ipotesi, tutti i docenti presenti nelle code delle graduatorie, in quanto la sentenza non si riferirebbe solo ai ricorrenti ma a tutti, ben centinaia di migliaia di docenti, scavalcherebbero i loro colleghi.

Un caos che nella nostra regione riguarderebbe circa 3.000 docenti.

Con l'approvazione di questo emendamento - aggiunge Codega - non si è risolto alcunché. L'applicazione della sentenza, infatti, ribalterebbe ogni graduatoria, mentre il prossimo anno scolastico (è bene ribadirlo) andrà in vigore la terza tranche del taglio degli organici previsto dalla Legge 133/2008. Pertanto, al caos delle graduatorie si sommerà un'ulteriore perdita di posti di lavoro in assoluto.

La soluzione - conclude Codega - resta una sola: congelare le graduatorie, mantenere al posto di lavoro i docenti già nominati in ruolo e in supplenze annuali in base alle graduatorie finora in vigore, apportare i necessari cambiamenti nelle graduatorie secondo quanto previsto dalla sentenza della Corte e bloccare la terza tranche del taglio di organici, in modo che i docenti penalizzati dagli errori del Governo possano veder riconosciuti i loro diritti.