PD: Codega, il grande caos delle graduatorie insegnanti
(ACON) Trieste, 17 feb - COM/AB - Anche per la nostra regione
il caos è dietro l'angolo. La Lega si fa bella perché nel decreto
Milleproroghe è stato accolto l'emendamento che congela le
graduatorie degli insegnanti. Un emendamento su cui tutti erano
d'accordo, quanto meno per tenere ferme almeno le uniche bocce
che possono star ferme.
A osservarlo è il consigliere regionale del PD Franco Codega, che
poi approfondisce.
Ma c'è un limite, che è grosso come una casa: dovranno essere
fatti salvi gli adempimenti conseguenti alla declaratoria di
illegittimità costituzionale dell'art. 1 comma 4ter del decreto
legge n. 134/2009. Questo significa che, nella migliore delle
ipotesi, solo (si fa per dire) 22.000 docenti in Italia, coloro
che hanno fatto ricorso, hanno diritto a passare dalla coda alla
rispettiva graduatoria di merito scavalcando altrettanti docenti.
Nella peggiore delle ipotesi, tutti i docenti presenti nelle code
delle graduatorie, in quanto la sentenza non si riferirebbe solo
ai ricorrenti ma a tutti, ben centinaia di migliaia di docenti,
scavalcherebbero i loro colleghi.
Un caos che nella nostra regione riguarderebbe circa 3.000
docenti.
Con l'approvazione di questo emendamento - aggiunge Codega - non
si è risolto alcunché. L'applicazione della sentenza, infatti,
ribalterebbe ogni graduatoria, mentre il prossimo anno scolastico
(è bene ribadirlo) andrà in vigore la terza tranche del taglio
degli organici previsto dalla Legge 133/2008. Pertanto, al caos
delle graduatorie si sommerà un'ulteriore perdita di posti di
lavoro in assoluto.
La soluzione - conclude Codega - resta una sola: congelare le
graduatorie, mantenere al posto di lavoro i docenti già nominati
in ruolo e in supplenze annuali in base alle graduatorie finora
in vigore, apportare i necessari cambiamenti nelle graduatorie
secondo quanto previsto dalla sentenza della Corte e bloccare la
terza tranche del taglio di organici, in modo che i docenti
penalizzati dagli errori del Governo possano veder riconosciuti i
loro diritti.