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I Comm: audizione assesore Garlatti su comparto unico

22.02.2011
15:39
(ACON) Trieste, 22 feb - RC - Diverse le variabili da considerare e diverse le incognite da non sottovalutare, per l'assessore alla Funzione pubblica, Andrea Garlatti, al quale i consiglieri del PD in I Commissione consiliare (presidente Gaetano Valenti del Pdl) avevano chiesto di esporre le azioni della Giunta in merito al comparto unico del pubblico impiego.

Tra le variabili, l'assetto delle autonomie locali, ma anche la disponibilità in termini di risorse umane, tecnologiche e finanziarie. Quanto alle azioni compiute, l'assessore ha segnalato la riduzione del numero delle direzioni centrali avendole aggregate su obiettivi omogenei, la semplificazione dei servizi, la figura del vicedirettore centrale introdotta per ora in via legislativa quale sostituta delle posizioni organizzative (le cosiddette PO, 158 in Giunta e 15 in Consiglio) vera spina nel fianco dell'assessore, i bandi di mobilità, una riduzione dell'età media dei dirigenti in funzione del ricambio generazionale utilizzando l'esonero.

Il 2010 segna un calo dei costi complessivi del personale regionale (che nel 2011 dovrebbe scendere a 2.856 unità) attraverso la riduzione degli straordinari, la cessazione dei contratti a tempo determinato e l'utilizzo degli interinali.

È in corso la revisione del sistema premiante per agganciarlo agli orientamenti nazionali e a progetti stimolanti, inoltre si intende dare avvio al Fondo di previdenza integrativa territoriale e alla scuola di formazione dei dipendenti pubblici come previsto dalla legge finanziaria regionale 2011, vanno ripensati i bandi di assunzione utilizzando ad esempio la formula del corso/concorso.

A incalzarlo a entrare maggiormente nel dettaglio sono quindi stati i consiglieri del PD, chiedendo più indicazioni sulla situazione delle PO, sull'accesso al ruolo regionale attraverso i concorsi, su quanti abbiano lasciato la Regione per andare a lavorare in Provincia o in un Comune (Giorgio Baiutti); su quali siano le garanzie della sbandierata riorganizzazione se l'assessore non è riuscito a eliminare le PO dopo aver deliberato in tal senso già tre volte nel 2010, sul perché si è bypassato il confronto sindacale inserendo le riforme nelle leggi con colpi di mano, sull'aver eliminato quel momento di confronto tra le direzioni centrali rappresentato dalla direzione generale, sulle consulenze che a oggi costano più di 13 milioni di euro (alcune - ha detto Franco Brussa - sorprendenti come quella pagata solo per accompagnare il presidente Tondo a incontri istituzionali); sulla riforma impantanata e lenta a causa del braccio di ferro con la Lega Nord che preferisce dare alle Province più funzioni e più competenze e a causa delle indicazioni del ministro Brunetta, e sulla cattiva luce in cui sono stati messi i dipendenti pubblici rispetto ai privati causa le scelte legislative (Gianfranco Moretton).

Se per Alessandro Colautti (Pdl) si poteva trovare una soluzione migliore delle PO, i dipendenti pubblici non sono una casta privilegiata, si dovrebbe sfruttare la specialità della Regione e due sono i settori su cui insistere: formazione (perché non si può basare tutto solo sulla massa salariale) e pensioni integrative, per Igor Kocijancic (SA-PRC) non è importante quanti siano i dipendenti ma i loro carichi di lavoro, invece la Giunta per ridurre i costi sa solo tagliare i numeri. Non vedo l'ora di confrontarmi ad aprile sul disegno di legge che riguarderà anche i segretari comunali - ha affermato - perché sino a oggi ci siamo confrontati solo su discorsi.

Infine, a detta di Maurizio Salvador (UDC), sul comparto unico non si possono mettere insieme realtà così diverse, non solo per stipendi ma anche per responsabilità e compiti, se prima non si ha un disegno complessivo di cosa si vuole fare. Abbiamo avuto più volte la possibilità di fermare questo treno, ma nessuno lo ha fatto - ha ammesso. Va assolutamente attuata la legge costituzionale n. 2 del '93, e non basta la piccolissima riforma delle Comunità montane che sta portando avanti la V Commissione.

Sulle PO c'è una resistenza epocale - ha risposto Garlatti - e non c'è certezza sui processi operativi, il rischio che si aprano contenziosi è alto. Manca un tessuto connettivo con Roma, invece tante cose si possono fare solo con il Governo. E che manchi una legislazione organica, sono il primo ad averlo detto. Il direttore generale sarebbe stato meglio tenerlo, ma rivisto nei poteri affinché non depotenzi i direttori centrali. I paragoni sui costi dei dipendenti pubblici sostenuti dalle diverse regioni del Nord ci vedono tra i più alti.

(immagini tv)