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PD: Menis, contro il porto di Trieste i tre ministri veneti

25.02.2011
16:17
(ACON) Trieste, 25 feb - COM/AB - In netta controtendenza rispetto alla crisi, alcuni big del settore portuale hanno diffuso oggi alcuni dati significativi rispetto alla loro attività che appare in deciso consolidamento. È il caso, tra le aziende, del colosso AP Moller-Maersk che ha chiuso il 2010 con un utile record di 4,71 miliardi di dollari e, per gli scali, del Porto di Venezia che per la prima volta nella storia ha raggiunto la cifra record di 400 mila Teu movimentati in un anno. Tutti attori in qualche modo coinvolti anche nel progetto triestino, sul cui destino però non si placano le polemiche.

La maggioranza regionale continua a dirsi fiduciosa e ad attendere le azioni di un Governo che, invece, sembra sempre più assente e immobile di fronte al progetto. Se i fatti contano più delle parole - sostiene il consigliere regionale del PD Paolo Menis - non si può non prendere atto che ogni giorno si aggiunge un nuovo, pesante, colpo alla credibilità delle parole di quanti continuano a sostenere che il Governo creda nel rilancio dello scalo triestino.

La realtà è ben diversa dalla dichiarazioni, prosegue Menis, come dimostra anche il decreto Milleproroghe con cui, proprio ieri, sono stati stanziati 250 milioni di euro in favore dei porti del Tirreno. Oltre al danno la beffa, visto che con quei soldi si sarebbe potuto consentire il completo finanziamento dell'opera (il superporto dovrebbe infatti costare circa un miliardo di euro di cui 750 milioni messi in campo appunto da Unicredit).

Ora non regge più nemmeno la giustificazione economica, ed è evidente a tutti come siamo di fonte all'ennesimo atto di una vicenda emblematica dei personalismi e dell'approssimazione con cui sono stati trattatati temi centrali per lo sviluppo economico di un'intera Regione, il Friuli Venezia Giulia, che ormai pare destinato a limitarsi a prendere atto dell'ennesimo fallimento politico. In realtà, prosegue Menis, è tutto il sistema portuale a fare acqua, vittima di interessi locali lasciati liberi di scontrarsi senza un briciolo di programmazione. Dopo il porto di Vado Ligure (quello che ha appunto appena ricevuto il finanziamento nel Milleproroghe) e la querelle Trieste-Venezia, come non ricordare le difficoltà in cui già versano alcuni porti come Cagliari che, pur avendo azzerato le tasse di ancoraggio per essere più appetibile, ha perso 200mila Teu solo quest'anno o Gioia Tauro che, con la stessa mossa, è arrivato a un risicato pareggio di bilancio.

In questo caos, continuano ad arrivare proposte per nuovi hub di container. Ultimo in ordine di tempo quello di Civitavecchia, il cui sindaco ha proposto qualche settimana fa un progetto denominato "Piattaforma Logistica Italia" che pare avere suscitato l'interesse del ministro Matteoli. Siamo al paradosso. In Consiglio dei ministri ogni porto ha il suo sponsor che preme per la sua realizzazione, a scapito del coordinamento e dell'efficienza nell'impiego delle risorse, Trieste invece nel Governo amico ha contro tutti e tre i ministri veneti.