PD: Menis, contro il porto di Trieste i tre ministri veneti
(ACON) Trieste, 25 feb - COM/AB - In netta controtendenza
rispetto alla crisi, alcuni big del settore portuale hanno
diffuso oggi alcuni dati significativi rispetto alla loro
attività che appare in deciso consolidamento. È il caso, tra le
aziende, del colosso AP Moller-Maersk che ha chiuso il 2010 con
un utile record di 4,71 miliardi di dollari e, per gli scali, del
Porto di Venezia che per la prima volta nella storia ha raggiunto
la cifra record di 400 mila Teu movimentati in un anno. Tutti
attori in qualche modo coinvolti anche nel progetto triestino,
sul cui destino però non si placano le polemiche.
La maggioranza regionale continua a dirsi fiduciosa e ad
attendere le azioni di un Governo che, invece, sembra sempre più
assente e immobile di fronte al progetto.
Se i fatti contano più delle parole - sostiene il consigliere
regionale del PD Paolo Menis - non si può non prendere atto che
ogni giorno si aggiunge un nuovo, pesante, colpo alla credibilità
delle parole di quanti continuano a sostenere che il Governo
creda nel rilancio dello scalo triestino.
La realtà è ben diversa dalla dichiarazioni, prosegue Menis, come
dimostra anche il decreto Milleproroghe con cui, proprio ieri,
sono stati stanziati 250 milioni di euro in favore dei porti del
Tirreno. Oltre al danno la beffa, visto che con quei soldi si
sarebbe potuto consentire il completo finanziamento dell'opera
(il superporto dovrebbe infatti costare circa un miliardo di euro
di cui 750 milioni messi in campo appunto da Unicredit).
Ora non regge più nemmeno la giustificazione economica, ed è
evidente a tutti come siamo di fonte all'ennesimo atto di una
vicenda emblematica dei personalismi e dell'approssimazione con
cui sono stati trattatati temi centrali per lo sviluppo economico
di un'intera Regione, il Friuli Venezia Giulia, che ormai pare
destinato a limitarsi a prendere atto dell'ennesimo fallimento
politico.
In realtà, prosegue Menis, è tutto il sistema portuale a fare
acqua, vittima di interessi locali lasciati liberi di scontrarsi
senza un briciolo di programmazione. Dopo il porto di Vado Ligure
(quello che ha appunto appena ricevuto il finanziamento nel
Milleproroghe) e la querelle Trieste-Venezia, come non ricordare
le difficoltà in cui già versano alcuni porti come Cagliari che,
pur avendo azzerato le tasse di ancoraggio per essere più
appetibile, ha perso 200mila Teu solo quest'anno o Gioia Tauro
che, con la stessa mossa, è arrivato a un risicato pareggio di
bilancio.
In questo caos, continuano ad arrivare proposte per nuovi hub di
container. Ultimo in ordine di tempo quello di Civitavecchia, il
cui sindaco ha proposto qualche settimana fa un progetto
denominato "Piattaforma Logistica Italia" che pare avere
suscitato l'interesse del ministro Matteoli.
Siamo al paradosso. In Consiglio dei ministri ogni porto ha il
suo sponsor che preme per la sua realizzazione, a scapito del
coordinamento e dell'efficienza nell'impiego delle risorse,
Trieste invece nel Governo amico ha contro tutti e tre i ministri
veneti.